la Repubblica, 15 ottobre 2022
Luminarie, c’è chi non le spegnerà per risparmiare e chi le accenderà per non danneggiare il commercio
Dimezzate, a basso consumo, ecologiche e col timer. Il caro bollette spegne il Natale. Le luminarie saranno meno numerose, dureranno meno giorni, verranno spente prima, qualcuna, come la carrozza di Cenerentola, smetterà di brillare a mezzanotte in punto. A Salerno, capitale italiana delle decorazioni sotto le feste, le “Luci d’artista 2022” saranno in edizione limitata, nel senso che dureranno soltanto un mese, dall’8 dicembre all’8 gennaio e alle 24 l’interruttore andrà giù, ad eccezione dei giorni di Natale e Capodanno. Sono soprattutto le piccole città a fare più fatica a rimanere accese e allora le lucine verranno attivate qua e là, a intermittenza. A Busto Arsizio (Varese) la dieta energetica impone un taglio sulle decorazioni luminose del 20 per cento. E così pure sulla neve di Cortina o in Alto Adige, dove l’appello al risparmio coinvolgerà i privati e l’illuminazione pubblica, tutta a led, sarà a prova di orologio: luci spente tra le 23 e le 24. Ad Adro, nel bresciano, il Natale sarà al buio, un atto doveroso ha spiegato il sindaco, e gli addobbi, come a scuola,sono stati affidati alla creatività dei cittadini: solo disegni e lavoretti appesi agli alberi. Feste fotocopia in alcuni piccoli centri del cuneese. O a Verbania, sul Lago Maggiore, dove accendere a festa tutta la città sarebbe «un irrispettoso controsenso mentre si fa fatica, Comune compreso, a pagare le bollette». Per questo c’è chi invece ha deciso di trasformare l’investimento in solidarietà: a Corbetta (Milano) il sindaco ha dirottato le risorse economiche delle luminarie natalizie sul bonus bollette per aiutare un migliaio di famiglie. La stessa scelta dei negozianti di Verona. Anche a Biella avrebbe vinto l’austerity se la città e i commercianti non fossero entrati in tumulto: toglieteci tutto ma non le luminarie. Risultato: dietrofront e Natale illuminato. Resistono pure in qualche modo le grandi città – Bari, Palermo, Roma, Bologna, Milano, Torino, Venezia – tra led, riduzioni orarie e pedalate per alimentare l’albero in piazza e non stroncare la tradizione di un settore che, a pieno ritmo, supera i 60 milioni di euro l’anno, dice l’Associazione luminarie italiane, e dà lavoro a migliaia di persone.
A Roma come a Bergamo ci si affida agli sponsor per tenere vive le strade del centro. altrimenti, dicono gli assessori, «sarebbe un danno al commercio e al turismo». Per il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, «è naturale ora tagliare il superfluo, un sacrificio condiviso e capito. Quel che preoccupa di più i commercianti è la minore capacità di spesa delle famiglie tra inflazione e caro bollette». Meno magia e più realismo.