Corriere della Sera, 15 ottobre 2022
Nuovo passo indietro per Liz Truss
Londra Il governo britannico è a pezzi. Liz Truss è stata costretta a cacciare il suo ministro del Tesoro, il Cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng, e a fare marcia indietro sui massici tagli alle tasse annunciati solo tre settimane fa: ma adesso la stessa sopravvivenza politica della premier è in questione, poco più di un mese dopo essere entrata in carica.
La giornata di ieri si è aperta in modo drammatico, con l’annuncio che Kwarteng stava rientrando d’urgenza da Washington, dove si trovava per una riunione del Fondo monetario: appena atterrato a Londra, il Cancelliere è andato subito a Downing Street, da dove è riemerso dimissionario dopo una manciata di minuti. Lo rimpiazza l’ex ministro degli Esteri Jeremy Hunt, considerato un personaggio affidabile.
Kwarteng ha pagato la mini-finanziaria di cui era stato artefice, con la quale il governo britannico aveva annunciato tagli alle tasse per 45 miliardi di sterline: una manovra subito bocciata dai mercati, in assenza di adeguate coperture. La Banca d’Inghilterra è stata costretta a un intervento d’emergenza per sostenere i titoli di Stato britannici, i cui rendimenti erano schizzati a un livello superiore di quelli di Italia e Grecia: tanto che l’istituto centrale aveva paventato un «rischio materiale per la stabilità finanziaria».
Subito dopo la cacciata del Cancelliere, Liz Truss ha annunciato la rinuncia a bloccare l’innalzamento della tassa sulle aziende dal 19% al 25%, che era stato programmato dal precedente governo di Boris Johnson, e ha ventilato non meglio precisati tagli alla spesa pubblica. Basterà questo a calmare i mercati? «È un momento difficile, ma passeremo la tempesta», ha detto la premier in una breve conferenza stampa. Eppure è ormai la stessa credibilità e competenza economica del governo di Londra che appare essere messa in questione: e dopotutto l’innalzamento delle tasse sulle aziende vale solo 18 miliardi sul pacchetto complessivo di tagli fiscali.
Ma soprattutto è il terremoto politico che non sembra doversi arrestare. Liz Truss ha sacrificato Kwarteng per salvarsi la pelle: ma i due sono sempre stati legati a filo doppio e il taglio massiccio delle tasse è quanto la stessa premier aveva promesso fin dal primo giorno. Ora che la sua «rivoluzione fiscale» è finita nel cestino, anche l’autorità politica di Liz Truss è del tutto evaporata: quali progetti potrà mai portare avanti, dopo che ha dovuto rinunciare a ciò in cui più credeva?
E infatti nel partito conservatore i discorsi sulla successione si fanno ormai apertamente: la premier potrebbe avere davanti a sé solo poche settimane. Un’ipotesi che circola è che lei venga rimpiazzata da un «ticket» formato da Rishi Sunak e Penny Mordaunt, ossia i due suoi maggiori sfidanti nella corsa alla leadership: ma già si levano voci che reclamano il ritorno di Boris Johnson. Sarebbe il quarto cambio di premier a Londra in poco più di sei anni: un livello di instabilità «italiano». Ma i conservatori potrebbero avere poca scelta: il vantaggio dei laburisti nei sondaggi è ormai abissale e dunque tanto vale disfarsi al più presto di una leader decotta come Liz Truss.