la Repubblica, 15 ottobre 2022
Dare rappresentanza agli astensionisti
Caro Merlo, che brutto spettacolo gli spazi vuoti nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama. Negli stadi e nei palazzetti, quando fanno dei lavori (vedi lo stadio del Real Madrid) o quando sono troppo grandi (vedi tanti congressi di partito fatti negli stadi) fanno camouflage. Dissimulano. Ci voleva molto a farlo anche a Montecitorio e Palazzo Madama? Sì, lo so che sono monumenti nazionali e c’è la sovrintendenza che eccepisce, ma si potrebbero “coprire”, camuffare le parti non occupate dell’emiciclo, in stile, con legno, velluti e moquette. Oppure – ce l’hanno in casa – potrebbero rivolgersi a Renzo Piano, mago della dissonanza: pensa cosa saprebbe inventarsi per valorizzare i posti occupati e gli spazi vuoti.Enrico Borellini – RomaNon penso che resterà un brutto spettacolo quando accorperanno i parlamentari in modo da evitare buchi e concentrare anche gli spazi vuoti, che non sono di per sé disarmonici né inutili perché verrebbero occupati nelle sedute comuni e in altre situazioni di varia natura (scuole, concerti…). Il rapporto tra architettura e democrazia è molto ricco: ci sono Parlamenti a emiciclo e a scranni contrapposti, e il libro che li mette a confronto è del 2016, si intitola Parliamented è quasi interamente fotografico. Ma c’è molto di più. Per esempio, il grande architetto francese Yona Friedman immaginando un Parlamento “mobile” propose di tenere conto dell’astensionismo e dunque di tagliare dal numero degli eletti la percentuale degli astensionisti. Applicando questo sistema i parlamentari eletti il 25 settembre sarebbero il 34 per cento in meno. “L’astensionismo diventerebbe l’espressione attiva di quella fascia dell’elettorato che oggi esprime la sua insoddisfazione o con voti inutili o votando per movimenti demagogici e estremisti e diffonde così un fattore di sfiducia e disinteresse nei confronti della vita politica. E finirebbe anche il dominio dei sondaggi”. (Utopie realizzabili,Quodlibet).