Corriere della Sera, 14 ottobre 2022
I coach delle star
La prima cosa che ha fatto Giorgia Meloni la mattina dopo il voto vittorioso è stata mettersi una felpa e andare dal suo personal trainer. Fabrizio Iacorossi – con la premier in pectore tutta allegra che giocava a nascondino dietro alla sua spalla – ha subito postato un video su Instagram: «Noi ci alleniamo, abbassiamo la tensione e ci prepariamo per tante cose. Daje!». Nella palestra XCross, zona Sud di Roma tra Mostacciano e il Torrino, lo stesso personal è stato condiviso da Francesco Totti e Ilary Blasi, in un’epoca, ovviamente, che non era di spartizione di Rolex e di borsette.
Si stima che, in Italia, i personal trainer siano ventimila e che i timori da assembramento per il Covid abbiano spinto sempre più persone a investire in lezioni individuali, specie all’aperto, a domicilio e online, anche grazie alla nascita di siti e App, che hanno pure abbattuto i costi. Se una lezione in presenza può costare dai 30 ai 100 euro, online, si possono spendere anche solo 15 euro e pazienza se l’impatto non è lo stesso. Nell’epoca degli ultracorpi esposti sui social e sottoposti alla tagliola dei like, i personal trainer sono una sorta di nuovi guru, incarnano la speranza di somigliare al sé che si ha in mente e, a seconda della fama che hanno, sono esibiti come status symbol. Ognuno si sceglie il suo attraverso il passaparola e, spesso, identificandolo in base ai «belli e famosi» che allena.
Ambizioni e gelosie
Nina Moric ha scoperto e lanciato Nathan Martelloni, «cento chili e solo il tre per cento di grasso» fa sapere lui, che ora ha 119mila follower su Instagram, è testimonial di una linea di integratori e pasti per sportivi e, a Milano, è riuscito nell’impresa di diventare anche l’allenatore di Fabrizio Corona e Belén Rodriguez, ovvero di un intero clan familiare ormai disgregato e finanche rissoso. «Nina mi scelse nella palestra dove lavoravo nel 2016, ero l’ultimo arrivato. Tutti gli altri 27 colleghi ambivano a essere scelti, ma lei mi vide grande, grosso, tatuato e disse: voglio farmi allenare da te perché mi ricordi il mio ex marito Fabrizio. Risposi: è il mio idolo», racconta Nathan, «qualche anno dopo, Fabrizio sarebbe diventato il mio migliore amico, gli ho mandato anche le schede di allenamento in carcere». Ecco: un vero amico non ti molla nel momento del bisogno e neanche un vero personal trainer. Accaparrarsi Nina fu un affare, comunque: aumentarono vorticosamente i clienti non famosi. Però, non fu tutto bello, perché il mondo dei trainer può essere competitivo e difficile: «Il fatto che avessi Nina fomentò l’invidia dei colleghi, che mi presero di mira. Dicevano “le ha fatto fare un esercizio che le farà male alla schiena” o andavano dai dirigenti a dire che occupavo tutte le macchine per lei. Insomma, sono stato mandato via, ma tutti i miei clienti, famosi e no, mi hanno seguito, ora sono alla Fit Active». Da lui si dà il cambio un’umanità varia: «So parlare con il notaio, col rapper Capo Plaza e con Belén. Sono un camaleonte, personalizzo l’allenamento e personalizzo l’approccio: se faccio fare uno squat a Belén, mi metto di fianco, non dietro: non voglio che pensi che le sto guardano il sedere». Chi va dal personal trainer vuole un corpo su misura dei suoi sogni e con un Pt tutto o quasi sembra possibile. Lo stesso Nathan ricorda: «Ho avuto un fisico da lanciatore di coriandoli: da ragazzino, pesavo solo 70 chili e mi bullizzavano chiamandomi così».
La differenza tra fare sport con e senza un personal trainer la si legge sul corpo, centimetro per centimetro. Racconta Caterina Balivo: «In pandemia, mi sono allenata in casa, con altre cinque mamme del mio condominio, ma a giugno eravamo uguali a settembre dell’anno prima, e io ero la più rotonda di tutte: gli sforzi non erano serviti a nulla, perché ogni corpo è diverso e per ciascuno serve un allenamento mirato». Da lì, la decisione estrema: «Non ho mai fatto davvero sport, ho avuto una personal anni fa, ma poi se ne andò a Dubai e, per pigrizia, lasciai perdere. La verità è che ho sempre mangiato quello che volevo e lo smaltivo senza far nulla, ma dopo i 40, il corpo cambia e, ora, se voglio mangiare come prima, mi devo allenare». Destino ha voluto che, ricominciate le scuole, Caterina abbia scoperto che la mamma di un compagno di classe del suo Guido Alberto fosse personal trainer: «Con Micaela Pellegrino, detta Mimmi, facciamo macchinari e capillarizzazione muscolare: un allenamento funzionale che aumenta l’ossigenazione dei tessuti». Caterina, ora alla guida di Lingo, il preserale de La7, ammette che fra tv e due figli, la costanza non è il suo forte: «Puntiamo a vederci tre volte a settimana, che poi diventano due o anche una. Allora, Mimmi mi manda video con esercizi da fare a casa. La sera, mi scrive per sapere se li ho fatti e non li ho mai fatti. Spero che funzioni lo stesso: saprò dirle a Pasqua se posso mangiare la colomba».
Super Eroi e Super Pigri
Quelli che hanno il personal trainer si dividono a grandi linee in due partiti: i molto sportivi che vogliono un allenamento duro e di dettaglio che vada a scolpire con precisione e i molto pigri che, da soli, non riuscirebbero a combinare nulla. Il bravo personal trainer sa accontentare tutti. Diletta Leotta e il cantante Irama, per dire, si dividono con obiettivi diversi Federico Corso, che ha uno studio a Monza ed è anche coach della Buddyfit, specializzata in allenamenti online. «Diletta ama allenarsi», spiega lui, «la vedo due volte a settimana per un’ora e mezzo e, in più, fa anche yoga. Facciamo un lavoro coi pesi associato alla cardio per ottenere un ottimo tono muscolare e un dispendio di energia elevato. Con Irama, siamo cresciuti insieme a Monza, è un artista e non è tanto interessato al corpo, ma prima del tour, l’ho messo sotto torchio per un anno, per fargli reggere la performance sul palco. Quando si allena, s’impegna tantissimo, ma non è continuativo». Federico ha clienti online e clienti in presenza ed è appena tornato da Disneyland Paris ingaggiato per un allenamento con i super eroi della Marvel. A lu,i è toccato Iron Man.
In effetti, certi ultracorpi sembrano imprese da super eroi, ma per lo più chi assolda un personal trainer non lo fa per diventare Mister o Mistress Muscolo, ma semplicemente, per restare in forma o mettersi in forma. Michele Cucuzza, storico volto dei Tg, ora spesso ospite di Pomeriggio 5 e mezzobusto ad Antenna Sicilia, nella natia Catania, racconta «Il mio personal trainer è la mia assicurazione sulla vita: se ti alimenti bene e fai una giusta attività fisica, se ne avvantaggia la salute. Infatti, ora che conduco il Tg Sicilia, faccio tutti i giorni il turno dell’alba come se avessi 30 anni. Poi, tre volte a settimana, alle 16, ho la mia seduta online con Roberto Trandafilo, che sta a Roma. Via telefonino, è come se fosse il mio specchio mentre faccio piegamenti, addominali. Uso ciò che ho in casa, come pesi due bottiglie di acqua minerale. Mi permetto di dire che questo mi consente, a 69 anni, di non avere la pancia».
La Milano bene va da Simona Musocchi, già autrice del libro Mondadori I l metodo Smart Gym, titolare di uno studio discretissimo che, fuori, non ha neanche un’insegna: «Il mio cliente tipo è l’imprenditore farmaceutico Sergio Dompé: un manager di successo, molto impegnato e molto in forma. Abbiamo impostato in studio un programma mirato, che lui segue da solo, un quarto d’ora al giorno. Ci vediamo solo ogni tanto per fare un controllo. Dopo il Covid, tutto è cambiato: in assenza di viaggi, molti manager e professionisti si erano abituati a lavorare di più e, ora con la ripresa dei viaggi, non hanno più tempo. C’è chi arriva da me a piedi e mi dice: il riscaldamento l’ho già fatto. Al che, ho costruito dei programmi che ognuno può fare da solo: è più facile allenarsi tutti i giorni per pochi minuti a casa, che tre volte a settimana in palestra. Non servono pesi o macchine costose, bastano le cose che si hanno, come il bordo del letto per fare i piegamenti sulle braccia. L’importante è aver impostato prima il lavoro, imparando a farlo correttamente con l’esperto e poi seguire un’alimentazione equilibrata cucita su misura».
Esercizi e App
Il futuro, insomma, va oltre il classico personal trainer. La nuova tendenza sono professionisti ibridi che si occupano di allenamento, ma anche di stile di vita e di alimentazione, col supporto di uno staff con figure professionali diverse. Giacomo Spazzini preferisce definirsi «coach imprenditore» e si racconta così: «Ho un’impresa, la Gs Loft, con sedi a Desenzano Del Garda e Milano Marittima, che forma professionisti, coordino un team che include dietologi, psicologi, medici che prescrivono esami vari di controllo e ho un’App di proprietà che monitora lo stato di benessere del cliente. Sono il sarto che ti fa un vestito su misura, poi tu, con la mia scheda, puoi allenarti in qualunque palestra del mondo. Il mio amico Sfera Ebbasta, che seguo dal 2018, per esempio, si allena a Milano». Invece, il giovane Blanco, che ha vinto Sanremo 2022 con Mahmood, si allena nella palestra di Desenzano. Lui e Spazzini sono vicini di casa e il cantante è andato da lui dopo Blu, il suo primo album: «Venne e mi disse: siccome sto per diventare qualcuno, è bene che inizi a curare corpo e salute», ricorda il coach. Per reggere i ritmi del successo ci vuole il fisico e Blanco il fisico se l’è costruito: «Pesava 61 chili e ore ne pesa 67: gli ho fatto mettere sei chili tutti di muscoli, con lo sport e con l’alimentazione, nonostante mangi spesso in giro per alberghi. Deve mettere ancora solo un chilo e mezzo», racconta Spazzini, «il suo obiettivo era essere asciutto e performante, con energia per reggere il palco. Ha fatto tutti i concerti estivi a petto nudo e il pettorale è stato apprezzato». Anche troppo: a maggio, fece discutere una fan che allungò le mani sul palco per palpeggiarlo. Spazzini assicura: «Non credo proprio che si sia offeso».