La Stampa, 14 ottobre 2022
Il ritorno di Guccini
«Canzoni da intorto» sembra una di quelle tipiche espressioni del Maestrone, che gli fiorivano di solito quando sul palco dei concerti raccontava le avventure di giovane musicista da balera con lo sfondo pittoresco della provincia modenese. Il titolo dell’album in uscita il 18 novembre, che appena annunciato ha cominciato a far discutere le innumeri platee dei fans di Francesco Guccini cantautore, sembra riferirsi alle canzoni che facevano da colonna sonora ai balli con i quali i maschietti cercavano di «intortare» le fanciulle che avevano appena invitato sulla pista da ballo. Si era negli Anni fra i ’50 e i ’60, dunque dimentichiamo il Guccini cantautore, mandiamo un pensiero riverente all’Avvelenata e al Cyrano, e pensiamo (senza troppa paura di sbagliarci) a pezzi d’epoca che per qualche ragione gli sono rimasti in mente o nel cuore, e che per farci una sorpresa prenatalizia ha deciso di riproporre, non si sa in quale veste, e senza aver accanto i suoi musicisti soliti, Flaco e i suoi fratelli: quelli – per capirci – che ora sotto il nome di Musici girano l’Italia a ricantare il suo repertorio.
Tutto è molto misterioso in questo colpaccio di Dino Stewart, presidente della BMG italiana che già ha fatto ben fruttare il catalogo del Vate di Pavana nei due volumi di Note di viaggio. Ma in quei progetti altri artisti cantavano le sue canzoni, mentre adesso torna lui, dopo 10 anni, con la sua voce: e L’ultima Thule diventa all’improvviso penultima. Eppure no, non è questa la farina del suo sacco: Canzoni da intorto sarà un album di cover, di chissà quali titoli. Dopo aver detto millanta volte che non canta più, non suona più, che lui di mestiere fa lo scrittore, Francesco torna sul luogo del delitto con un divertissement, pare. Del quale pare sia già pronto anche un seguito, magari per il Natale 2023. Cosa gli sarà successo? «Progetto speciale, unico nel suo genere – recita il comunicato stampa –. Un concept album che Francesco Guccini ha sempre desiderato realizzare». Il mistero deve restare tale, al Guccio è stato proibito di aprire bocca fino alla data dell’uscita, anche su altri argomenti, sui quali si sarebbe in quest’epoca più interessati a interrogarlo. Un filmato rasserenante ce lo mostra al pranzo di annuncio della novità, a Pavana sul bordo del laghetto, mentre brinda circondato da una folla folta nella tavolata del pranzo. C’è Flaco con i capelli d’argento, e c’è anche (chissà) il volto spaesato di Francesco Bianconi dei Baustelle: poi in tanti cantano e suonano, come a ogni dopofestival del Tenco, di quelli che Guccini ha reso spesso indimenticabili ormai tanti anni fa. Destinatari dell’intorto sembrano soprattutto gli over 50. Il disco esce in formato solo fisico, niente internet e chissà se Spotify, in ben 5 diversi formati, vinili, vinili colorati, sole tracce strumentali, edizioni limitate e numerate («per riscoprire l’anima analogica della musica»).
Sui social è cominciato un tam-tam. «Il mio timore è un’operazione commerciale», dice uno. «Spero non lo sia anche per Francesco, non si è mai prestato a queste cose brutte», fa eco un’altra. «Credo che a chi lo conosce bene questa notizia non possa che suscitare perplessità», insiste un’altra. Fra le speranze, mettiamoci pure quella che il Maestrone, dopo tanto devota e impeccabile carriera, seguita da tanto assorto silenzio, abbia voluto fare un colpo di vita, per suggerire ai fans dormienti e ormai rassegnati, che la vita riserva sorprese a qualunque età (l’importante è che siano belle). —