il Giornale, 14 ottobre 2022
Un popolo di smombies
Avete mai visto uno zombie? Al massimo nei film, o in Parlamento. Tuttavia di sicuro vedete gli smombie, neologismo inserito nella Treccani che indica «chi cammina per strada senza alzare gli occhi dallo smartphone, rischiando di inciampare, scontrarsi con altre persone, attraversare la strada in modo pericoloso». Deriva da uno slang giovanile tedesco, fusione tra zombie e smarthphone, con accezione evidentemente spregiativa (gli zombie non hanno mai brillato per intelligenza, anzi sono per definizione senza cervello), però vi dirò, è facile vederla così, e magari attribuire il comportamento solo ai giovani.
Immaginate quante volte qualcuno vi è venuto addosso perché guardava il cellulare (l’analogo del morso dello zombie per lo smombie è quello, venirvi addosso, solo che non diventate automaticamente smombie anche voi), e magari lo avete mandato a quel paese, e però mi sono chiesto: mi è mai capitato di essere io lo smombie? Come no. Credo sia capitato a tutti, solo che quando siamo smombie noi crediamo sia un’eccezione, magari stavamo leggendo una mail urgente, magari il messaggio importante di un’amante che forse ci sta lasciando, mentre quando capita agli altri sono smombie, chissà quali cavolate inutili leggevano. Invece, a pensarci bene, come diceva Benedetto Croce (più o meno), non possiamo non dirci smombie.
È vero che c’è chi è più smombie dell’altro, come in tutte le cose, ma è altrettanto vero che il tempo che passiamo su quel rettangolo di schermo a vedere contenuti digitali rappresenta la maggior parte della nostra giornata. Cosa poi si guardi cambia da persona a persona. Che abbiate sedici anni e vi stiate scambiando cuoricini con il fidanzato, o settanta e stiate comprando azioni di Tesla, sempre smombie siete.
Ho visto un mutamento anche in mia mamma, fino a quindici fa mi diceva «stai sempre con quel coso in mano» (che sentita dai vicini chissà a che coso avranno pensato), oggi è una smombie pure lei, ha Instagram, Facebook, tutto (tranne Tinder). D’altra parte fino a un ventennio fa era normale vedere persone che leggevano un quotidiano camminando, non è che il concetto fosse così diverso.
Che poi la definizione se vogliamo non è così precisa: gli zombi pericolosi non sono tanto quelli che camminano per strada, ma quelli che guidano scrivendo e inviando messaggi con lo smartphone. Le due categorie non si eludono, in genere sono gli stessi. Tuttavia smombie non va bene, perché non si è mai visto uno zombie guidare un’auto, magari sono automombie. Io sono esente perché non guido, guida la mia compagna (sono femminista), e non sempre ma a volte anche lei è una autosmombie (la quale però, come tutte gli autosmombie, dice di avere il perfetto controllo della situazione, creando invece in me molta preoccupazione). Una cosa tuttavia è certa: quando un autosmombie incontra uno smombie che attraversa la strada, lo smombie è morto.