la Repubblica, 13 ottobre 2022
Berlusconi è ancora imputato in 4 processi
«È una questione di velocità: dobbiamo essere più veloci dei pm, per evitare che per l’ennesima volta la magistratura dia un’ingiusta spallata al Presidente». Chi parla è uno dei parlamentari di Forza Italia che a Silvio Berlusconi vuole davvero bene. Ed è forse l’affetto a non fargli nascondere questa inconfessabile verità: tra i motivi per cui l’ex premier vuole il ministero della Giustizia c’è la riforma della legge Severino che tanto male può ancora fargli. Il 27 novembre del 2013 il Senato, tra i cui banchi ora Berlusconi tornerà a sedersi, votò la sua decadenza dopo la condanna definitiva per frode fiscale. Una situazione che, in questa legislatura, potrebbe ancora accadere. Berlusconi ha infatti in piedi ancora una serie di procedimenti penali che potrebbero arrivare a sentenza definitiva nel quinquennio. Uno, soprattutto: il Ruby ter. Berlusconi è accusato di aver pagato le ragazze che avevano partecipato alle sue feste perché mentissero davanti ai magistrati sulla natura di quelle serate.«A queste ragazze» ha detto il pm Luca Gaglio nella requisitoria, chiedendo sei anni di carcere per Berlusconi, «è stato assicurato che sarebbero state a posto sia come reddito con un mensile da 2.500 euro - che per un alloggio. In cambio avrebbero dovuto dire il falso nei processi sul caso Ruby. Nel pacchetto c’era anche la soluzione aggiuntiva: di non rilasciare interviste ai media in senso contrario a quelle rese davanti ai giudici». Berlusconi ha sempre sostenuto che quei soldi dati alle ragazze non servivano a comprare il loro silenzio. Ma erano donazioni per aiutare giovani in difficoltà, che avevano visto la loro reputazione compromessa dopo lo scandalo delle serate a Villa San Martino. E che, proprio per via della vicenda giudiziaria, non riuscivano a trovare lavoro. La sentenza è attesa entro la fine dell’anno. In caso di condanna, entro tre anni si dovrebbe arrivare al verdetto definitivo in Cassazione. Che se dovesse essere sfavorevole a Berlusconi potrebbe portare, qualora la Severino non fosse cambiata, a un nuovo decadimento dalla carica di senatore. Di più: il governo con Forza Italia si troverebbe a chiedere i danni a Berlusconi. Nel procedimento è costituita infatti la Presidenza del consiglio che ha domandato a tutti gli imputati, compreso l’ex premier, dieci milioni di euro di provvisionale per la corruzione in atti giudiziari. E 500mila per le false testimonianze.
Il Ruby ter è sicuramente il “problema giudiziario” maggiore di Berlusconi, per una questione di tempistica. Ma non è il solo. A Bari e Roma sono in piedi due procedimenti simili. In Puglia l’ex premier è imputatocon l’accusa di aver pagato l’imprenditore Gianpaolo Tarantini affinché dichiarasse – come è accaduto – ai giudici che le feste che organizzava non erano incontri con prostitute. Ma «cene eleganti». «Una bugia» ha detto la Cassazione, condannando per sfruttamento della prostituzione Tarantini. Stesso copione a Roma: Berlusconi alla sbarra insieme a Mariano Apicella, il suo chansonnier di fiducia, con l’accusa di averlo pagato (150mila euro) per mentire. Più delicata, ma ancora nella fase delle indagini preliminari, quindi ancora tutta da scrivere, l’inchiesta di Firenze dove Berlusconi è indagato per concorso in stragi insieme con Marcello dell’Utri. Oggetto dell’inchiesta le stragi del 1993 a Milano e Firenze (10 morti) e degli attentati di Roma contro le basiliche di San Giorgio e San Giovanni e contro il conduttore tv Maurizio Costanzo più l’attentato fallito allo stadio Olimpico del gennaio 1994. Accuse che nascono dalle dichiarazioni di alcuni pentiti e da intercettazioni in carcere, sempre smentite però dagli indagati e già affrontate e archiviate in passato.