il Fatto Quotidiano, 13 ottobre 2022
Un esercito di troll per proteggere il Psg
Un investimento da 222 milioni di euro va protetto. Anche a costo di assoldare un esercito di troll per difenderne la reputazione. 27 giugno del 2019: il Paris Saint-Germain (Psg) viene battuto dal Rennes in finale di Coppa di Francia. Neymar tira un pugno in faccia a un tifoso del Rennes, colpevole di avergli detto a fine partita “impara a giocare a calcio”. Le immagini vengono riprese in tutto il mondo. Sebbene sia stato lui ad essere colpito, di lì a poco il tifoso diventerà vittima di una campagna di cyberbullismo. Che si estenderà in breve tempo alla vita reale, dato che il suo nome verrà diffuso sul web.
All’epoca il tifoso non poteva saperlo, ma è stato lo stesso Psg a partecipare a questa campagna d’odio cercando di farlo passare per criminale. Non ha agito in prima persona, però. Il club più ricco di Francia ha usato decine di falsi account Twitter gestiti da un’agenzia esterna. La stessa utilizzata in tante altre situazioni per condurre campagne di diffamazione contro possibili nemici. Giornali e giornalisti, squadre avversarie, in qualche caso anche i suoi stessi calciatori. Come il bomber Kylian Mbappé, attaccato nel 2019 dopo che sulla stampa sportiva si erano diffuse voci di un suo possibile addio al club.
La notizia della creazione di un “esercito digitale” usato dalla società parigina è stata rivelata dalla testata francese Mediapart, che insieme al Fatto Quotidiano fa parte del consorzio di giornalismo investigativo internazionale Eic. Lo scoop si basa sull’analisi di un documento inedito: un rapporto di 50 pagine prodotto dall’agenzia Digital Big Brother (Dbb), che fa il punto sulla sua attività per conto del Psg per la stagione 2018/2019. Registrata a Barcellona, la Dbb – in italiano “Grande Fratello Digitale” – è controllata da Lotfi bel Hadj, imprenditore franco-tunisino a capo di diverse società che offrono servizi di comunicazione digitale a persone, aziende e Stati.
Secondo Mediapart, la Dbb ha lavorato per il Psg dal 2018 al 2020. Il documento citato rivela che il club, di proprietà dello Stato del Qatar (dove si svolgeranno i prossimi mondiali), ha creato su Twitter un esercito di account falsi, responsabili di aver attaccato alcuni media ritenuti ostili al Psg, come Mediapart e il quotidiano sportivo L’Equipe. Ma non solo. Tra i bersagli più famosi ci sono l’ex direttore sportivo del club, Antero Henrique, e l’attuale giocatore della Juventus, Adrien Rabiot, al Psg fino al 2019.
“Adrien Rabiot. Grande fdp. Non si muove”. “Sporco traditore.” “Uno che non ha le palle per liberarsi da sua madre che gli detta tutto e manda all’aria la sua carriera”. Questi tweet (“fdp” è solitamente l’acronimo usato in francese per “fils de pute”) contengono alcuni dei tanti insulti rivolti dai vari account creati dalla società Ddb verso l’attuale centrocampista della Juve. Gli attacchi più offensivi hanno preso di mira proprio lui e la madre, Véronique (che è anche la sua agente), quando il giocatore, tra il 2018 e il 2019, è entrato in conflitto con il Psg e ha deciso infine di lasciare il club a parametro zero in favore della Juve: una condizione che ha impedito di incassare denaro per la cessione.
Secondo Mediapart, la strategia offerta al Psg dalla società di Lotfi bel Hadj ruota attorno a un account di riferimento chiamato Paname Squad, che si presenta su Twitter come “collettivo di appassionati del Paris Saint- Germain”. Aperto nell’agosto 2018 e collegato a una dozzina di altri account “partner”, Paname Squad si è fatto conoscere rivelando subito alcune notizie del mercato estivo del Psg. Così ha aumentato la credibilità e conseguentemente i follower, arrivati a toccare quota 10mila prima del 2020, quando il contratto tra la Ddb e il Psg è cessato.
Grazie ai follower acquisiti, l’esercito di troll ha iniziato ad influenzare il dibattito pubblico. Nel documento in questione Dbb scrive di aver effettuato nove “attacchi” contro obiettivi specifici nel 2018/2019, come appunto Rabiot, Henrique e Mbappé. E aggiunge: “La strategia di risposta e le interazioni sono elaborate con il team di comunicazione del Psg”. Tra le operazioni citate nel documento ce n’è anche un’altra che riguarda Neymar. Quando un’ex fidanzata del campione brasiliano lo ha accusato di stupro (l’inchiesta giudiziaria nel frattempo è stata definitivamente archiviata), i troll hanno iniziato ad attaccare la donna. “Versioni che cambiano a causa degli antidepressivi… Questo è il cagna-karma”, ha twittato ad esempio l’account Lana Psg, legato a Paname Squad.
Contattato da Mediapart, il Psg ha fatto sapere che “non ha mai stipulato un contratto con un’agenzia al fine di danneggiare individui e istituzioni”. Ma secondo il sito francese, di sicuro il Psg ha pagato per i servizi offerti dalla Dbb. L’agenzia ha confermato di aver lavorato per il club sotto la supervisione dell’allora capo della comunicazione, Jean-Martial Ribes, oggi passato al servizio di una delle società del gruppo del lusso Lvmh. Il nostro ruolo, ha spiegato Dbb, “era quello di adattare, con i vari strumenti a nostra disposizione, la strategia stabilita sul digitale dall’allora direttore della comunicazione”. L’agenzia ha rifiutato di commentare il contenuto delle singole operazioni svolte per il Psg “per motivi di riservatezza”. Il club su questo punto non ha proprio risposto.