Corriere della Sera, 13 ottobre 2022
Ecco chi davvero sostiene l’Ucraina
Gli annunci di sostegno all’Ucraina da parte dei Paesi democratici continuano ad arrivare. Gli ultimi, quelli del G7, martedì, e della Nato e dei 50 Paesi dell’Ukraine Defense Contact Group, ieri. Qual è però la realtà dietro le dichiarazioni? In una frase, la risposta è: per fortuna ci sono in campo gli Stati Uniti. L’Istituto per l’economia mondiale di Kiel (Ifw) ha elaborato un Ukraine Support Tracker, un’analisi sulla consistenza degli aiuti militari e finanziari a Kiev, Paese per Paese. Si nota come l’impegno concreto degli europei sia calato negli ultimi mesi. Tra il 4 agosto e il 3 ottobre scorsi, gli Usa hanno preso nuovi impegni pari a 12 miliardi di euro, che hanno portato il totale dall’inizio dell’invasione a 52 miliardi. Nello stesso periodo, i Paesi europei più le istituzioni della Ue hanno incrementato i loro contributi di solo 1,4 miliardi, per un totale di poco più di 29. «È una magra dimostrazione questa dei maggiori Paesi europei, specialmente se si considera che molte delle loro promesse arrivano in Ucraina dopo lunghi ritardi», ha commentato Christoph Trebesch, il capo del gruppo che ha elaborato la ricerca dell’Ifw. Il Paese europeo che più si è impegnato nel sostegno a Kiev è la Gran Bretagna: da inizio conflitto, 3,74 miliardi di euro per scopi militari, 2,54 miliardi di sostegni finanziari, 370 milioni in aiuti umanitari, per un totale di 6,65 miliardi. L’impegno britannico è doppio rispetto a quello della Germania, 3,3 miliardi dei quali solo 1,2 sono andati a sostegni miliari (il calcolo non considera i quattro sistemi di difesa che finalmente Berlino ha spedito martedì). L’impegno di Londra è sei volte maggiore di quello francese, pari a 1,02 miliardi. Nel calcolo dell’Ifw, l’Italia è ferma a 660 milioni. Le istituzioni della Ue hanno contribuito per 16,22 miliardi, dei quali solo 2,5 per scopi militari. La scomposizione dei 52,3 miliardi di euro impiegati dagli Stati Uniti è invece questa: 27,6 per uso militare, 15,2 in aiuti finanziari, 9,5 in sostegni umanitari. Il calcolo non considera gli aiuti da privati, da chiese, da ong e da istituzioni sovranazionali tipo Fondo monetario internazionale. Gli aiuti a Kiev in termini di loro quota sul Pil del Paese donatore vedono ai primi cinque posti Lettonia, Estonia, Polonia, Lituania, Repubblica Ceca. È una nuova mappa geopolitica del mondo democratico.