Corriere della Sera, 13 ottobre 2022
Biografia di Riccardo Molinari
Riccardo Molinari, candidato a diventare il secondo presidente più giovane della Camera (i suoi 39 anni sono 8 in più di quelli che aveva nel 1994 la leghista Irene Pivetti) è abituato a bruciare le tappe. Prima tessera della Lega nella sua Alessandria a 16 anni, ad oggi è già stato: consigliere regionale (2010), poi assessore regionale (2013), quindi assessore comunale ad Alessandria (2017). In mezzo, nel 2016, lo scontro vinto con Gianna Gancia, moglie di Roberto Calderoli (oggi in competizione indiretta per l’elezione al vertice del Senato), per la conquista della segreteria della Lega Piemonte.
La laurea in Giurisprudenza, in virtù della quale potrebbe esercitare la professione di avvocato, non gli è mai davvero servita. Perché dopo gli incarichi locali e regionali, Molinari è passato agevolmente a quelli nazionali. Alla prima legislatura da deputato è stato investito subito del delicato ruolo di capogruppo, raccogliendo nel 2018 il testimone da Giancarlo Giorgetti passato a fare il ministro nel governo Conte I. «Un predestinato» lo ha ribattezzato un rivale interno invidioso dei suoi successi. Eppure, Molinari ha avuto anche qualche grattacapo giudiziario. Coinvolto nella «Rimborsopoli» in Piemonte, pur assolto in primo grado, nel 2018 viene condannato in appello a 11 mesi per peculato. Nel novembre del 2019 la Cassazione annulla la condanna. Ma il 24 novembre dovrà comparire al Tribunale di Torino come imputato con l’accusa di aver modificato illecitamente una lista elettorale di Moncalieri. Presentarsi davanti ai giudici nelle vesti di presidente della Camera potrebbe essere imbarazzante.