La Stampa, 12 ottobre 2022
Il flop del doppio cognome
Il doppio cognome ai bebè è ancora minoritario. Lo dicono i dati raccolti nelle città italiane. La crescita dei casi, attesa dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 1° giugno scorso che ne stabilisce l’attribuzione automatica, non c’è stata. Tra quelle analizzate, Milano guida la classifica con una percentuale di bambini il cui cognome non è solo paterno – come previsto dall’automatismo anagrafico prima della pronuncia della Suprema Corte – pari al 18% (725 casi): l’Assessorato ai Servizi Civici e Generali di Palazzo Marino ha rilevato che tra il 1° giugno e il 4 ottobre sono nati 3.900 bambini, 680 hanno ricevuto il doppio cognome, prima quello paterno, poi quello materno; 25 con quello materno in prima posizione, 20 hanno ricevuto solo il cognome materno. Restando in Lombardia, seguono Varese con il 15%, su 207 bebè nati dal 1° giugno ai primi di ottobre, 31 hanno avuto il doppio cognome; Lecco (circa il 12%) 7 casi su 57 nati tra il 1° giugno e il 1° settembre. Como e Brescia vicine al 10% sul totale dei nascituri. Chiudono la classifica Pavia, al 6,7% circa, con 12 doppi cognomi assegnati su 178 nati e Bergamo, la cui ultima rilevazione risale alla fine di agosto, con il 5%.
D. e M. "freschi" neo genitori residenti alle porte di Milano hanno dato a Leonardo solo il cognome paterno: «Al momento non sentiamo la necessità che li abbia entrambi. – spiega il papà –. Ha già un secondo nome e non volevamo complicare la situazione».
Non va meglio altrove: a Torino, in tre mesi sono stati registrati con il doppio cognome solo 102 bimbi sui 1.500 nati, circa il 10%; a Bologna, la cui percentuale si attesta intorno al 12%, appena 124 su 1.048 hanno il cognome sia di mamma che di papà. Così come a Modena (8,5%) con 48 doppi cognomi su 559 nuovi nati e a Genova (circa il 7%) dove tra il 1° giugno e il 4 ottobre sono stati registrati con il doppio cognome 65 bimbi e uno con quello materno su 914 nascite. A Firenze solo 8 nuovi nati nei tre mesi successivi alla sentenza della Corte hanno ricevuto in dote il doppio cognome, 4 solo quello della mamma. Anche Bari resta ben al di sotto del 10%, circa il 6, con trenta neonati su 500 registrati con entrambi i cognomi.
La tendenza pare abbastanza uniforme in tutto il Paese, nonostante la pronuncia degli Ermellini fosse stata accolta con favore – e definita «storica» – soprattutto tra gli under 35. Nelle motivazioni della sentenza, datata 27 aprile 2022 (e registrata in Gazzetta ufficiale il 1° giugno), i giudici specificavano che l’automatica attribuzione del solo cognome paterno portasse all’invisibilità della madre e fosse segno di «una disuguaglianza fra i genitori». La Corte aveva anche sollecitato la politica affinché legiferasse per «impedire che l’attribuzione del doppio cognome comporti, nel succedersi delle generazioni, un meccanismo moltiplicatore». Luigi e Licia, genitori di E., infatti hanno scelto il «tradizionale» cognome paterno. Sono preoccupati che la burocrazia possa complicare la vita del loro bambino da adulto: «Abbiamo optato per la semplicità e per rimanere in linea con quanto deciso per il nostro primogenito: un domani sarebbe difficile spiegare a due fratellini il perché di due cognomi diversi». C’è invece chi sceglie l’attribuzione doppia e in ordine alfabetico per «portare avanti i cognomi di entrambe le famiglie d’origine, poco numerose», e chi ritiene che «era finalmente ora». Prima di questa pronuncia, un’altra sentenza della Corte, datata 2016, aveva aperto all’aggiunta del cognome materno a quello paterno senza l’istanza alla Prefettura.