la Repubblica, 12 ottobre 2022
Biografia di Kirilo Budanov (il falco dei Servizi ucraini)
La posizione del governo ucraino è compatta almeno all’apparenza, ma se c’è qualcuno che spicca sugli altri e merita il titolo di “super falco” a Kiev, perché ha una posizione dura e detta la linea contro la Russia, è il direttore dell’intelligence militare Kirilo Budanov. Il generale di 36 anni è stato il protagonista di un’ascesa molto forte in questi sette mesi di invasione, ancorché discreta e celata bene dalle notizie a getto continuo generate dal conflitto.
Budanov e la sua agenzia (il Gur) sono considerati i possibili responsabili delle operazioni più aggressive e spettacolari attribuite all’Ucraina. Una settimana fa ilNew York Times — imbeccato da fonti dell’Amministrazione Biden — ha accusato una non meglio specificata «parte del governo ucraino» di essere dietro l’attentato che ad agosto ha ucciso Daria Dugina, figlia del propagandista russo Aleksandr Dugin. Si è trattato di un leak selettivo per ammonire in qualche modo gli ucraini e frenare le loro iniziative in profondità, che dal punto di vista di Washington potrebbero essere controproducenti. Il misterioso destinatario dell’avvertimento americano è molto probabilmente Budanov, che a maggio in una rara intervista aveva ammesso di avere «un’ampia rete di agenti in Russia». Anche alcuni reparti speciali che compiono missioni di sabotaggio in territorio russo, come la cosiddetta unità “Shaman”, e alcune reti di operativi stay behind lasciati nei territori occupati dai militari russi per organizzare e aiutare la resistenza partigiana fanno capo al Gur, secondo fonti ucraine ascoltate da Repubblica .
In tempo di pace Budanov segue la catena di comando militare, ma in guerra risponde direttamente a Andriy Yarmak, capo dello staff del presidenteZelensky.Il 16 giugno l’intelligence militare di Budanov aveva pubblicato su internet gli schemi tecnici e di costruzione del ponte di Kerch fra Crimea e Russia, che sabato 8 ottobre è stato colpito da un’esplosione devastante. Il messaggio all’epoca era sembrato chiaro, era come se avessero detto: “è un nostro bersaglio, prima o poi ce ne occuperemo”. I media ucraini in questi giorni hanno invece parlato di un’operazione dell’Sbu, l’intelligence civile, e anche l’Sbu ha rafforzato questa impressione con un paio di post sui suoi canali Twitter e Telegram che suonano come una rivendicazione e parlano della bellezza dei tramonti infuocati sul mare della Crimea. Alcuni esperti però fanno notare che l’Sbu in questo periodo è troppo in crisi per occuparsi di operazioni speciali e che a malapena riesce a tenere dietro alla propria missione principale, che è il controspionaggio. L’agenzia d’intelligence civile è accusata di essere infestata da agenti filorussi e in questi mesi il presidente Zelensky ha fatto arrestare alcuni suoi dirigenti con l’accusa di tradimento. A luglio Zelensky ha persino licenziato il direttore, il suo amico d’infanzia Ivan Bakanov, perché non è stato in grado di liberarsi con efficienza degli infiltrati.
Budanov invece non è stato toccato da queste epurazioni e così nessuno dei suoi. È considerato a tenuta stagna, era un operativo sul campo negli anni della guerra contro i separatisti nel Donbass ed è sopravvissuto a un attentato russo con un’autobomba nel 2019 a Kiev — un anno prima di essere nominato direttore del Gur.
Una settimana dopo la cacciata di Bakanov a fine luglio, Zelensky ha nominato Budanov anche a capo della commissione intelligence presidenziale, un organo creato nel 2020 proprio dal presidente che si occupa della pianificazione, gestione e controllo delle agenzie d’intelligence ucraine. È interessante notare come il Gur due giorni fa abbia rivelato che il bombardamento missilistico russo di lunedì contro le grandi città ucraine sarebbe stato deciso da Putin come rappresaglia per le sconfitte militari nell’Est del Paese e non per l’esplosione sul ponte di Kerch.
A settembre c’è stato lo scambio di prigionieri spettacolare che ha portato alla liberazione di 108 uomini del reggimento Azov fatti prigionieri al termine dell’assedio dell’acciaieria Azovstal a Mariupol — inclusi i cinque comandanti. Come si sa è stato il risultato di un negoziato che ha coinvolto il principe ereditario saudita Bin Salman, il turco Erdogan, l’oligarca Abramovich e il presidente russo Putin, che nell’occasione ha deciso di non ascoltare i propri servizi segreti secondo uno scoop del Washington Post .Persino Papa Francesco ha raccontato durante un incontro fra gesuiti di essere stato avvicinato da un “capo militare ucraino” per accelerare la liberazione e quel capo anonimo ucraino era Budanov, come si è saputo in seguito. Nella foto dei cinque comandanti Azov appena liberati c’è anche lui — e a questo punto si è capito che gestisce dossier di altissimo livello. Prima a maggio e poi a settembre ha dichiarato che i soldati ucraini entreranno in Crimea entro la fine dell’anno.