30 settembre 2022
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Biografia di Julie Andrews (Julia Elizabeth Wells)
Julie Andrews (Julia Elizabeth Wells), nata a Walton-on-Thames (Surrey, Inghilterra, Regno Unito) il 1° ottobre 1935 (87 anni). Cantante. Attrice. Scrittrice • «Vivace, vitale, travolgente, autoronica. Grazie alla sua splendida voce, è una delle poche interpreti inglesi che sia riuscita a trionfare per anni sulle scene di Broadway» (Francesco Costa, Enciclopedia del Cinema, Treccani 2003) • Esordì al cinema a ventisette anni con Mary Poppins (Robert Stevenson, 1964), scelta da Walt Disney in persona. Poi: Tempo di guerra, tempo d’amore (Arthur Hiller, 1964), Tutti insieme appassionatamente (Robert Wise, 1965), Il sipario strappato (Alfred Hitchcock, 1966), Millie (George Roy Hill). Negli anni successivi, sposatasi in seconde nozze con il regista Blake Edwards, formò con lui un sodalizio profondo e duraturo (lei attrice, lui regista). Tra i loro film: Operazione Crêpes Suzette (1970), Il seme del tamarindo (1974), 10 (1979), S.O.B. (1981), Victor Victoria (1982), I miei problemi con le donne (1983), Così è la vita (1986) • Ha vinto un premio Oscar, cinque Golden Globe, due Emmy, tre Grammy, due Bafta, un David di Donatello, un Leone d’Oro alla carriera. Premio Kennedy. Medaglia Lincoln. Una stella sulla Walk of Fame di Hollywood • «Sovversiva o conservatrice, ironica o sdolcinata, icona gay anti-Trump o simbolo di tradizione: Julie Andrews è ed è stata tutto questo» (Silvia Nugara, il manifesto 3/9/2019) • «Emana un carisma naturale che attrae più di una calamita e non si sa bene se farle un inchino o abbracciarla» (Alessandra De Tommasi, iO Donna 4/9/2019) • «Generosa, divertita, spumeggiante, arriva all’incontro e dice, in italiano, “Buon pomeriggio”. Poi quando una giovane fan si scusa di far la domanda in italiano perché troppa è l’emozione, le risponde “Non devi scusarti, sapessi come parlo io l’italiano”. E, a chi le chiede come fa a essere così in forma, risponde: “Merito del mio parrucchiere e truccatore. Anche io, tutto sommato, sono sconvolta di essere arrivata a questa età”» (Chiara Ugolini, Rep 3/9/2019).
Titoli di testa La volta che, nel 1971, lei e Blake Edwards furono invitati a una festa in una villa a Hollywood in cui veniva servita cocaina su vassoi d’argento. «I padroni di casa volevano vedere come sarebbe stata Mary Poppins da fatta. Mi cantavano “Basta un poco di zucchero e la pillola va giù…”» (dalla sua biografia, Home Work: A Memoir of My Hollywood Years, W&N, ottobre 2019).Vita Figlia d’arte. La madre, Barbara Ward Morris, fa la pianista. Il marito di lei, Ted Andrews, è cantante. Insieme si esibiscono negli spettacoli di varietà, nell’Inghilterra degli anni 30 • Julie porta il cognome di Andrews, ma cresce chiamando «papà» Ted Wells, da cui la madre ha divorziato nel 1935, poco dopo la sua nascita. La verità è che esiste un terzo uomo. Lei lo viene a sapere solo a 14 anni, quando sua madre la porta ad esibirsi a casa di amici. «Quando finii di cantare, il padrone di casa mi si avvicinò. Era alto e di bell’aspetto e ricordai che era venuto a casa nostra un paio di volte in passato». Mentre tornano a casa, la madre le rivela che quell’uomo era suo padre e che lei era stata concepita durante un appassionato incontro in riva al lago, vicino a Walton-on-Thames. «Ho resistito a quell’idea, sono riuscita a spingere la cosa in una angolo buio del mio cervello». Dopo la morte della madre scopre da sua zia che Wells, che pure con lei si comportava come padre, sapeva che era frutto del tradimento della ex moglie. «Questo mi ha spiazzata completamente» • Julie è una bambina prodigio. Da piccolissima si esibisce nelle music hall, la sistemano sulle casse di birra. A sette anni inizia a studiare canto con il soprano Lilian Stiles-Allen. Nel 1944, mentre su Londra piovono le bombe-razzo tedesche, in un rifugio antiaereo di Beckenham «qualcuno disse che un po’ di musica sarebbe stata opportuna a sollevare gli animi. La piccola Julie Andrews si mise allora a cantare e fu una rivelazione» (Corriere d’Informazione, 28-29/7/1947). A undici anni si esibisce all’Hippodrome di Londra, canta Polonaise from Mignon, due replice ogni serata. Viene scritturata dalla Royal Albert Hall, nientemeno. Nel 1948 incide il suo primo album e si esibisce davanti al re Giorgio VI, alla regina, e alla principessa Elisabetta • La strada per il successo è spianata. Interpreta Cinderella al Palladium di Londra. Poi arriva a Brodway, dove recita nei musical The boy friend e My fair Lady. Appena ventenne, affiancata da Bing Crosby, esordisce anche sulla tivù americana, nella parte del fantasma di una fanciulla olandese. La stampa impazzisce per lei. I giornali scrivono: «Non è bellissima, ma incantevole. Non ha scandali alle spalle, si presenta dimessa. Ha un volto trasparentemente pulito, voglio dire allo stato naturale, senza tracce di belletto e solo le labbra denunciano una lieve sottolineatura di carminio che da spicco a due file di denti in perfetto ordine chiuso, di lucente splendore. Tutta la sua seduzione è nel sorriso». «Forse si “compromette” una ragazza che va in vacanza con il “boy-friend”? No certo, far le vacanze assieme col fidanzato è ormai abitudine normale, in Inghilterra, in ogni classe sociale. Nessuno si è certo sognato di trovar nulla di strano nel fatto che Julie Andrews, la dolcissima Julie, stella di My fair lady, considerata come il modello e l’ideale di ogni giovinetta inglese, abbia fatto una vacanza di due settimane in Isvizzera da sola con Tony Walton, il bravo giovane di ottima famiglia che è il suo fidanzato» (Arrigo Levi, CdS 19-20/6/1958). Julie e Tony Walton, costumista e scenografo, si conoscono fin dall’infanzia. Lui viveva nella casa accanto alla sua nel villaggio di Oaklands Weybridge. Si sposano il 10 maggio 1959. Il matrimonio «è celebrato nella chiesetta del paesello natale, dove la Andrews e il giovane Tony Walton si conobbero e crebbero» (Sta 10/5/1959). «A cambiare il corso della sua carriera, ci ha pensato Walt Disney. “È venuto nel mio camerino dopo avermi vista a teatro e io pensavo fosse dietro le quinte per i soliti complimenti di rito e invece m’invitava a Hollywood per Mary Poppins. Gli ho risposto: ‘Mi piacerebbe, ma sono incinta di tre mesi!’. E lui: ‘Non ti preoccupare, posso aspettare’. Non avevo mai fatto cinema e quindi non avevo la minima idea di quanto tempo occorresse per mettere insieme un film […] Walt era così: gentile e capace di scoprire talenti”. Cosa ricorda di quel set? “La pesantissima imbracatura con cui mi calavano sulla scena come se volassi. Una volta sono stati troppo veloci e ho sbattuto la testa a terra, per fortuna non mi sono fatta niente. La produzione in maniera lungimirante ha lasciato queste scene alla fine così se mi fossi fatta male almeno la maggior parte del film era girato”. Cos’ha capito di questa tata speciale? “Che dentro di sé nascondeva una personalità molto briosa e diversa dall’austerità che ostentava. Basti pensare agli abiti scuri e al rigore dell’aspetto: è solo una facciata, come mostra la margherita che le brilla sul cappello. L’ho sempre trovata una persona molto divertente ma dovevo dimostrare severità così ho deciso ad esempio di camminare con un portamento più rigido, con i piedi in dentro, mentre ad esempio in My fair lady le punte erano sempre rivolte all’esterno”» (De Tommasi). «Appena entrata nell’ambiente di Hollywood, l’irreprensibile Julie fece notare ai produttori che nelle pellicole americane si beveva troppo, con effetti perniciosi sul pubblico, mentre invece bisognava evitare di dare scandalo per cui lei, per esempio, non avrebbe mai accondisceso a interpretare sullo schermo il personaggio di una divorziata. Tutta bambini e torte di mele, divenne l’attrice più richiesta e più pagata della cinematografia mondiale. Di colpo, le sue quotazioni superarono il milione di dollari a film (più di quanto percepisse la divina Elizabeth Taylor), mentre lei scopriva di essere assurdamente infelice e il suo tanto decantato e propagandato matrimonio perfetto con lo scenografo inglese Tony Walton entrava in crisi» (Donata Gianeri, Stampa 27/7/1984) • Nel 1967, a 32 anni, l’antidiva semplice chiede il divorzio, accusando il marito di «estrema crudentà mentale». «È il primo passo verso l’emancipazione: viene fuori che sotto la sua scorza rigidamente vittoriana cova da sempre il fuoco di un carattere bizzoso e imprevedibile, ricco di sense of humour» (Gianeri). Con Blake Edwards le cose vanno diversamente. «Il regista, una volta sposata, l’attrice, ha provveduto a smontarla come fosse un puzzle per ricomporne un personaggio agli antipodi da rilanciare nel mondo dello spettacolo. Se la Julie Andrews prima maniera era la personificazione dell’anti-diva nel senso più stucchevole del termine, niente trucco, niente posticci, niente scandali, niente di niente, la Julie Andrews seconda maniera, rivista e corretta da Edwards, è una diva sofisticata, piccante e deliziosamente ambigua» (Gianeri). «Edwards l’ha aiutata, con finissimo senso dello spettacolo, a rovesciare dall’interno i suoi ruoli abituali, consentendole di rivelare un notevole sex appeal, un gioco recitativo raffinato e maturo, ma anche una segreta sofferenza. Lo sforzo di lasciar affiorare un’intensità più complessa e una personalità di attrice dalle insospettate sfumature è culminato nel successo del film meno facile e più riuscito realizzato dalla coppia, Victor, Victoria» (Costa). «Siamo stati insieme 44 anni, di cui 41 di matrimonio e ci capivamo alla perfezione. Lo ricordo come un uomo divertente irriverente, pieno di vita, al punto che la gente faceva a gara per essere ingaggiata sui suoi set perché si rideva sempre moltissimo» (De Tommasi).Prole Cinque figli. Uno dal primo marito. Due da Blake Edwards. Due adottivi, vietnamiti, orfani, se li andò a prendere quando in quel Paese c’era la guerra. Poi: dieci nipoti e tre bisnipoti.Libri «A un certo punto andò in analisi: fu a causa dell’operazione alle corde vocali? “No, l’operazione avvenne nel ’97, molti anni dopo. Ma purtroppo l’intervento chirurgico non ebbe successo, dovetti smettere di cantare e ne sono tuttora triste. Cominciai a scrivere libri per bambini: sono arrivata a trenta. Poi sto finendo il secondo libro di memorie, sui miei anni a Hollywood. L’analisi mi servì a liberarmi da tante paure, mi aiutò a svegliarmi. Non avevo avuto un’infanzia facile, eravamo poveri e tristi. Ora tendo a vedere i lati positivi, ho imparato molto sulla natura umana”» (Valerio Cappelli, CdS 14/8/2019).Politica Da sempre sostenitrice dei movimenti LGBT. Di Trump disse «Mary Poppins lo avrebbe rimesso in riga».Denari Compensi per i suoi film principali. Per Mary Poppins, 150 mila dollari. Per Tempo di guerra, tempo d’amore, 125 mila. Per Tutti insieme appassionatamente 225 mila. Per Il sipario strappato, 750 mila. Per Hawaii, 700 mila (imdb).Denari/2 Nel 1999 chiese al Mt. Sinai Hospital di Manhattan 3 miliardi e mezzo di risarcimento, per la perdita della voce in seguito a un intervento alle corde vocali (CdS 16/12/99).Curiosità Alta 1 metro e 73 • Firma i suoi libri con il nome Julie Edwards • Un fratello, Christopher, nato nel maggio 1946 • Casa negli Hamptons, a Long Island • Per molti anni ha posseduto uno chalet a Gstaad, in Svizzera • Non sa cucinare • Non sa fare i biscotti («Una volta ho confuso la soda con il lievito e i miei brownie erano duri come pietre») • Stanley Kubrick la avrebbe voluta per un film erotico • «Tendo a dire tante parolacce» • Una volta attaccò sul paraurti della sua auto un adesivo che diceva «Mary Poppins è una drogata» • Sergio Leone le offrì il ruolo di Carol in C’era una volta in America (1984), ma lei rifiutò • Nel 2013, per evitare di rimanere in sedia a rotelle, si fece installare degli impianti in titanio alle ossa delle caviglie. Convalescente dopo l’operazione, dovette rinunciare al ruolo della zia Emma nel Lupo di Wall Street (Martin Scorsese, 2014) • Nel 1999, la regina Elisabetta, che l’aveva vista esibirsi quando era ancora principessa, la nominò Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero britannico • All’inzio della pandemia, ha fatto trasformare parte di casa sua in uno studio televisivo e di registrazione, in modo da poter continuare a lavorare • Allo scoppio della guerra in Ucraina, promosse una raccolta fondi per i profughi • Esiste una rosa che porta il suo nome • Sul set di Victor, Victoria si accorse di essere entrata bene nella parte perché gli uomini della troupe, che di solito quando la vedevano diventavano ossequiosi e cambiavano registro, le parlavano come se fosse uno di loro • «Tutte le scelte della sua carriera, racconta, sono state fatte sotto i consigli di qualcuno “sono stata molto fortunata, il successo è arrivato come un esplosione, per fortuna avevo del buon senso, ma ho rischiato per via dell’adulazione”» (Ugolini) • Il suo consiglio a chi è in ambasce per qualche motivo: «Quando sei in dubbio, stai ferma. Se sei in preda al panico per qualcosa, allora metti tutti gli altri nel panico. Se stai letteralmente ferma per un po’, ascolta e pensa, alla fine le cose si sistemeranno» • Ai giovani cineasti dice: «Chiedo loro di rimanere fedeli ai loro sogni e alla loro visione, le gratificazioni saranno incomparabili» • «Mary Poppins potrebbe essere un film utile oggi, per i giovanissimi che… “…vivono l’era di internet, la solitudine dei cellulari e via dicendo? Penso di sì, forse abbiamo ancora bisogno di lei. I valori di quel film, che non rivedo da tanto tempo e che sono orgogliosa di aver fatto, sono potenti”» (Cappelli).Titoli di coda «Dopo un’ora di chiacchierata, affollatissima di giovani, l’impressione è che Julie Andrews sia, come il suo personaggio più famoso, “praticamente perfetta”» (Ugolini).