6 settembre 2022
Tags : Angela Gheorghiu (Angela Burlacu)
Biografia di Angela Gheorghiu (Angela Burlacu)
Angela Gheorghiu (Angela Burlacu), nata ad Adjud (Moldavia, Romania) il 7 settembre 1965 (57 anni). Soprano. Una delle più famose al mondo • «Bellissima» • «Bravissima» • «L’ultima delle dive» • «È dotata di notevole estensione e abilità del fraseggio che, insieme a una impareggiabile presenza scenica e a uno speciale carisma, ne fanno una vera stella del firmamento dell’opera» (nota del Premio Puccini, da lei vinto nel 2018) • «Corpo perfetto, capelli neri sciolti sulle spalle, occhi scurissimi a brillare come unico gioiello» (CdS 21/8/2004) • «Vulcanica e pugnace: una leonessa del palcoscenico» (Piera Anna Franini, Giornale 25/5/2009) • Debuttò alla Royal Opera House di Londra nel 1992, alla Staatsoper di Vienna nello stesso anno, alla Metropolitan Opera di New York nel 1993 • Capricciosa. Passionale. Appassionata di pellicce, Rolex e diamanti. Protagonista della cronaca rosa: è la ex moglie del tenore Roberto Alagna, ora sta con un uomo di vent’anni più giovane di lei. Autostima sterminata, mai un’ombra di fragilità, mai un cedimento. I critici stravedono per lei. La descrivono «ardente fino all’estasi», «immateriale e sensuale», «bruciante d’intensità feroce», «sintesi tra la Callas e la Tebaldi» e «irresistibile per voce e avvenenza». Il suo sito ufficiale parla di lei come «il più grande soprano vivente». Giuseppina Manin, sul Corriere della Sera, l’ha definita «appassionata come Violetta, determinata come Tosca, imprevedibile come Mimì…» • Lei, parlando di sé stessa, ha detto: «Emano un’energia che attira il prossimo. Quando mi vede, ancor prima che inizi a cantare, il pubblico ha la pelle d’oca».
Titoli di testa «“Basta la mia presenza per diffondere emozione. La mia voce regala struggimento. Ci sono persone che dicono di essere guarite da una malattia sentendomi cantare”. Gheorghiu fa miracoli? Viva la modestia. “Succede davvero. Questo è il divismo, che non consiste nel fare capricci. E non creda a certe stupide leggende sul mio conto. Sono professionale al massimo”» (Leonetta Bentivoglio, Rep 29/7/2009).
Vita Cresciuta in una cittadina ai piedi dei Carpazi. Inverni rigidi con tanta neve, estati torride. Le galline in giardino, gli alberi di ciliegie, gli alberi di mele, la famiglia che produce vino e grappa • «Lei com’era da bambina? “Sono nata nel 1965, l’anno in cui fu eletto Ceausescu, c’erano molte speranze attorno a lui, le ferite della guerra stavano cominciando a sanarsi. Mia madre faceva la sarta e papà era ambizioso e charming, aveva una passione per volare ma lavorava alle ferrovie. In campagna, il maggiore evento era una danza locale folk”. E la musica? “In casa non avevamo lo stereo, l’unica occasione di ascoltarla era la tv e la radio. Da bambina non avevo alcuna consapevolezza che la mia voce risuonasse in maniera diversa”» (Valerio Cappelli, CdS 4/7/2019) • La piccola Angela ha una sorella alla quale è legatissima, hanno diciotto mesi di differenza («Eravamo come gemelle»). A scuola, la voce delle due sorelline è la più potente e intonata. Così, per guadagnare qualcosa, cominciano a cantare nei paesini della Romania. Si esibiscono in brani della tradizione rumena, canti popolari e religiosi. Indossano vestitini confezionati dalla madre, copiati dai film e dalle riviste italiane («Avevamo poco da mangiare, ma almeno eravamo bellissime»). Racconta Angela: «Ho sempre adorato gli applausi. E il pubblico si scioglieva ascoltandomi, il che mi stupiva e lusingava. Non mi sono mai chiesta cosa avrei fatto da grande. Io ero già cantante». Tutto le viene naturale. «Non dovevo pensare a come fare, lo facevo e basta. Poi, a quattordici anni, andai in finale a Una canzone per la Romania, a quel tempo il maggiore festival del Paese». La sua carriera comincia da lì • Angela e Elena vengono mandate al Conservatorio Ciprian Porumbescu di Bucarest (oggi Accademia Nazionale della musica), diventano allieve della famosa cantante rumena Mia Barbu. La scuola è prestigiosa, seria e esigente. «E gratuita, l’unico criterio di ammissione era il talento». Le sorelle sono poco più che bambine e si ritrovano a 250 chilometri da casa. «Non c’era niente da mangiare, andavamo a letto e piangevamo per la fame, vivevo in una stanza con cinque ragazze e il guardaroba era comune, se una di noi aveva una serata galante la facevamo bella, ognuna prestava un prezioso capo di abbigliamento, chi dava una scarpa, chi la gonna. Io le truccavo tutte» (Cappelli) • «A diciassette anni ho cantato per la prima volta con un’orchestra, e presto a Bucarest ero protagonista in grandi ruoli per soprano: La Rondine, Anna Bolena, Butterfly, Onegin...» (Bentivoglio). Meriterebbe un lancio internazionale. Ma, con Ceausescu al potere, alle cantanti non è concesso di espatriare se non con il coro. In città ritenute «tentatrici» come Vienna sono controllate a vista da membri dei servizi segreti. «Del comunismo ricordo i negozi vuoti, le levatacce alle due del mattino per mettersi in coda per 200 grammi di zucchero» (Franini). «Quando sei bambino non capisci, giochi, poi mi davano tutti lezioni gratuite di canto. Ma era un Paese orribile. Per fortuna Ceausescu cadde l’anno prima che io finissi il Conservatorio, nel 1989, e potei cominciare a viaggiare» (Cappelli). «Sono cresciuta in un Paese comunista, con Ceausescu si doveva stare zitti. Uscire e poter dire quel che si pensa è stata una liberazione» • Per una strana coincidenza, infatti, proprio nella settimana della caduta di Ceaucescu, Angela viene invitata a cantare alla televisione olandese. Viene notata, la vogliono a Londra per un’audizione. «La nuova Romania apriva le porte, noi artisti potevamo uscire. Sono stata fortunata. Subito dopo il debutto in patria con Mimì c’è stata la Staatsoper di Vienna e poi il Covent Garden, Zerlina nel Don Giovanni. Sempre a Londra mi presentai a Georg Solti per un provino di Traviata e mentre cantavo lui si mise a piangere: “Quella ragazza è meravigliosa” disse. “Non posso trattenere le lacrime”». «All’inizio cantavo più Mozart e Verdi, ma ho ricordi bellissimi di La Rondine a 19 anni. Puccini lo consideriamo uno di noi. La prima Tosca, Hariclea Darclée, era romena. Alle prove, andò da Puccini e gli disse: hai scritto due arie stupende per il tenore e nessuna per il soprano. Hallo, ci sono anch’io. Su Hariclea in Romania è stato girato un film, lei era innamorata del baritono e Puccini ne era geloso, vabbe’ forse la storia è stata un po’ romanzata» (Cappelli).
Amori/1 Primo marito: tale Andrei Gheorgiu, ingegnere idraulico. «Sono cresciuta in fretta per quanto riguarda il canto, non per quando riguarda la mia vita privata. Ero timidissima, e non ho mai avuto dei veri fidanzati. Il primo che ho trovato, me lo sono sposata».
Amori/2 Grande storia con il tenore Roberto Alagna. Primo incontro: durante una Bohème al Covent Garden di Londra, nel 1992. Lei ha 30 anni, lui 29. Entrambi sono già impegnati. Racconta lui: «Fu amore dal primo istante. Durante il secondo atto le toccai la mano e fu un colpo di fulmine. Sentii una scarica elettrica in tutto il corpo, una cosa fortissima» • Nel 1994, la moglie di Alagna muore di tumore al cervello, la Gheorgiu divorzia. Nel 1995 sono fidanzati. Nel 1996, marito e moglie. Racconta la Gheorgiu: «Ci sposammo durante ll’intervallo di una recita al Metropolitan di New York. Ma solo perché qualcuno aveva perso i documenti e ci fu un problema burocratico. Ci unì in matrimonio il sindaco, Rudolph Giuliani, da allora è un mio grande fan». I rotocalchi impazziscono. Il sovrintendente John Volpe gongola: «Mimì e Rodolfo si sono sposati» • La coppia Gheorghiu-Alagna diventa la più glamour della lirica. Talentuosi e capricciosi. «I Bonnie & Clyde dell’opera», «I Ceausescu», «Mister Difficult e Draculette». Litigi, scenate, gelosie. Lui non tollera che canti con altri tenori e altri baritoni. Lei non sopporta i parenti di lui: «Roberto ha cominciato a essere triste perché non accettavo di affidarmi alla regia dei suoi fratelli. Sono bravi, li stimo. Solo che Roberto era sufficiente per formare una famiglia. Lui ha la mentalità del clan. Io sono l’esatto contrario. È francese ma le sue radici si sentono, il sangue siciliano parla di più». Si separano nel 2009, divorziano nel 2013. «Perché è finita tra lei e Roberto? “Siamo troppo diversi. Ha buon cuore, ha imparato il romeno anche se non è mai venuto per anni in Romania. Quando una coppia si sposa l’ombelico è formato da due persone, non da dieci. Gli avevo detto: compriamoci una casa a Londra. Lui ha scelto Parigi per stare vicino ai suoi. Fino a quando Roberto era sposato a una donna normale, andava bene. Ero lo specchio del figlio. È stato uno choc. Anch’io lo avuto. Vengo da una famiglia bene dov’ero trattata come una principessa; loro, gente umile, è venuta fuori la differenza, dispiace dirlo ma è la verità”». Segue strascico di accuse, contro-accuse, veleni («Lei è ossessiva», «Lui mi prendeva a schiaffi», «Non ho tempo per commentare queste idiozie»).
Amori/3 Attuale compagno: Mihai Ciortea, 22 anni più giovane di lei, di professione dentista, appassionato di opera. Cominciò a seguirla ovunque, riuscì finalmente a conoscerla al Covent Garden di Londra, dopo La rondine di Puccini. La differenza d’età, dice, non le dà il minimo pensiero. «Ho imparato a vivere il presente. Da quando sto con Mihai ogni giorno è unico e bellissimo».
Figli Ha detto di non averne voluti per paura che la gravidanza le modificasse le corde vocali.
Dolori La sorella Elena morì in un incidente d’auto nel 1996, lei pianse per una notte intera. Quattro anni dopo, quando morì anche il marito di lei, Andrei Dan, chirurgo, Angela decise allora di adottare la nipote, Ioana, cresciuta assieme a Ornella Alagna. «Non ho avuto figli, ma sono madre lo stesso».
Politica Ha polemicamente sostenuto che, nonostante la fine del comunismo, non è cambiato molto, in Romania. «La corruzione non è solo nella politica, è entrata nel DNA dei romeni. I medici per curarti, i preti per un battesimo: a tutti devi dare soldi sottobanco. C’è un mondo parallelo. Non fanno autostrade, scuole, ospedali, teatri. Il Paese è diviso in due, tra vecchi e giovani: per fortuna che ci sono loro. Io poi ho cantato opere in tutto il mondo, e mai in Romania, le sembra normale?» (Cappelli).
Curiosità Alta 1 metro e 70 • Il principe Carlo è un suo grande ammiratore • Le piacerebbe recitare in un film di Benigni • Si arrabbia tantissimo quando in Italia vede del razzismo contro i rumeni («La mia è gente fantastica e non tollero che da voi se ne parli male, assimilando i rumeni agli zingari come se fossero la stessa cosa») • In patria si esibisce ancora in canti della tradizione popolare, come quando era bambina • Dopo la morte della sorella Elena, i suoi genitori hanno divorziato, il padre si è fatto monaco ed è andato a vivere sul Monte Athos • Il compagno, Mihai, ha smesso di lavorare pur di seguirla nelle tournées • Oggi dice di essere in buoni rapporti con entrambi i suoi ex mariti • Dice di aver lavorato a maglia solo una volta, da bambina, e di aver capito di non essere portata • Regista preferito: Franco Zeffirelli • In Giappone, litigò a morte con un direttore che voleva imporle «una orribile parrucca rossastra». Al Met di New York, ci fu lo stesso problema, e il sovrintente Volpe le disse: «Questa parrucca andrà in scena con o senza di te». Lei capitolò, ma cantò coprendosi la testa con il cappuccio del suo costume • «L’abbiamo vista nel film di Ron Howard su Pavarotti: le è piaciuto? “Mah... Mentre lo guardavo mi veniva da pensare che Luciano era molto più importante, molto più leggenda di come appare nel film. Per l’opera, però. Mi sembra ovvio che chi ha girato il film di opera non sappia molto. Basti pensare che il momento culminante è quando parla un certo Bono. Ma chi è questo Bono?”» (Alberto Mattioli, Stampa 10/11/2019) • «Qual è il suo rapporto con Anna Netrebko, l’altra star che viene dall’Est? “Viene spesso ai miei spettacoli. Mi ha sempre detto che vorrebbe somigliarmi”» (Franini) • A chi le rinfaccia di essere un troppo esibizionista, risponde: «Noi artisti siamo esibizionisti. Io amo salire ogni sera su una ribalta, farmi ammirare, applaudire» • «Sono sempre stupita quando sento le mie colleghe sostenere di essere delle donne come le altre. Oggi le cantanti sono più belle di un tempo, spesso alte, magre, eleganti. Però curiosamente si vestono, si presentano come la ragazza della porta accanto. Invece, quando sali su un palcoscenico, quando diventi un personaggio, quando tutti arrivano per vederti e sentirti, non sei più come le altre. Sei una diva, devi esserne fiera, devi far sognare».
Titoli di coda «Qualcuno la chiama Draculetta. È cattiva? “Chiunque abbia lavorato con me sa che mi basta ricevere un sorriso per essere gentile”. Si parla di crisi della lirica. È un’arte ancora vitale? “Per me sì. Ho impegni da qui a sei anni”» (Bentivoglio).