Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  ottobre 10 Lunedì calendario

Ritratto di Max Verstappen

Quando vinceva Mondiali a raffica Lewis Hamilton (si è congratulato con il rivale 2021) spesso volava a Beverly Hills a far baldoria con gli amici di Hollywood. Che farà Max Verstappen? «Torno a casa (a Montecarlo, ndr), mi ero organizzato così. Ho ancora quattro gare per festeggiare, penso al Mondiale costruttori. Ora guiderò senza pressioni». In queste risposte asciutte, in questo desiderio infinito di correre – ricorda la dedizione di Michael Schumacher – c’è tutto SuperMax.
L’unico pilota in F1 ad avere la spinta di un popolo, quello arancione, che travalica i confini dell’Olanda. Biglietti esauriti in Austria, Belgio, Ungheria, l’orange è il colore dei record, degli affari. Ormai ovunque. Ci aveva visto lungo papà Jos a inventarsi «l’agenzia viaggi» per i tifosi, in tempi non sospetti. Quando i giornalisti olandesi seguivano la F1 per hobby, la leggenda del paddock racconta di dentisti-inviati «costretti» poi, dal successo di Max, a lasciare guanti e otturazioni. Per seguire il destino di una stella accecante.
Debutto da minorenne in F1 con una deroga e subito premiato dalla Fia per il sorpasso più bello, all’Eau Rouge di Spa, l’università delle corse. I milioni (40 a stagione), la popolarità, i lussi (il jet privato comprato da Richard Branson), non hanno cambiato la personalità e gli obiettivi del ragazzino che si presentò con aria strafottente nel 2015: «Sono qui per vincere tutto». Non era arroganza, ma sicurezza, il tempo gli ha dato ragione. Il secondo titolo è la sintesi del miglior Verstappen di sempre, zero errori, su una Red Bull fenomenale che gli ha cucito addosso Adrian Newey. Meglio questo Mondiale o quello dell’anno scorso conquistato con uno sprint fra i veleni di Abu Dhabi? «Emozioni completamente diverse, impossibili da paragonare per tanti motivi. Anche solo per il numero di vittorie di questo 2022, incredibile». Dodici sulle 32 in carriera, uno schiacciasassi in gara mentre la Ferrari faceva il pieno di pole al sabato per poi essere saccheggiata. Soltanto 5 volte è partito dalla prima casella: «È stata una stagione divertente, l’anno scorso era tutto legato alla posizione in qualifica, quest’anno anche scattando da dietro riuscivo a vincere».
Kelly Piquet, la fidanzata più grande di lui di otto anni (figlia del tre volte iridato Nelson), a sostenerlo sempre. Lei influencer nella moda, lui l’ha ringraziata partecipando in smoking a uno degli eventi della fashion week milanese. Non potrebbe essere più lontano da quel mondo, ma sa adattarsi.
Anche quando tutto gli gira contro. I primi Gp del 2022, che sberle dalla Ferrari imprendibile: due zeri nelle in tre gare, 46 punti da recuperare dopo Melbourne. Sembrava finita: «Ero incavolato, come tutti in squadra. Ma siamo rimasti calmi, e abbiamo reagito. Un Mondiale così dominato sarà una pietra di paragone anche per me stesso».