la Repubblica, 10 ottobre 2022
Il neofascista Castellino pronto a cavalcare le piazze
Dunque: Giuliano Castellino, il fascista, c’è. Ci sono poi Angelo Giorgianni, il magistrato no vax, ora sospeso, e Giulio Tarro, il virologo che non crede al virus. Abbiamo anche Biagio Passaro, il ristoratore di Modena che partecipò all’assalto della Cgil, al grido: «Chissenefrega, noi apriamo tutti i negozi». C’è Danilo Calvani dei Forconi. George Lombardi, consulente di Trump. C’è poi Nicola Trisciuoglio, ex avvocato con un passato tra truffe e fascisti. Ci sono poi un paio di fan di Putin. E – in mancanza dei leocorni – non mancano nemmeno Diego Fusaro e Alessandro Meluzzi.
Ecco, nelle ultime 48 ore a Roma è accaduta una cosa ben precisa. Che era chiara a tutti gli addetti ai lavori da tempo ma che è stata chiarita in tutti i suoi aspetti con un rudimentale volantino distribuito la scorsa settimana. Titolo: “Unire la resistenza”. Oggetto: organizzare una protesta in piazza invitando esercenti, imprenditori, cittadini a non pagare le bollette. In realtà il motivo del dissenso assomiglia a un pretesto. Perché a spingere i cittadini in piazza sono gli stessi personaggiche in questi ultimi due anni hanno cercato di cavalcare qualsiasi malessere possibile: cosa hanno in comune lockdown, vaccini, sostegno alla Russia, contrarietà alle mascherine, ora caro bollette, se non il tentativo maldestro di realizzare un piano al confine con l’eversione? Che sarà stato forse pensato e realizzato da “un’armata Brancaleone”, come qualcuno ha detto, sottovalutando però un fenomeno ben più complesso. Ma che – come ha spiegato la nostra intelligence e come dimostrano decine di inchieste della magistratura sparse in tutta Italia – è stata a un passo, in più occasioni, da spingere il Paese in un passato che sembrava ormai cancellato.
Quello che accadde un anno fa a Roma, con l’assalto alla Cgil, e il tentativo di assalto fascista al Parlamento, modello Capitol Hill, è stato il punto più delicato. Ma in più occasioni sono state trovate a casa di soggetti vicini a questi gruppi armi, messaggi pericolosi, istruzioni per realizzare molotov. Nulla è accaduto, per fortuna. Ma il rischio esiste. Soprattutto in un momento delicato da un punto di vista economico come quello che ci aspetta: l’inflazione, l’aumento delle materie prima, le bollette pazze di luce e gas potrebbero contribuire ad alzare le tensioni sociali. Non a caso tra i target sensibili individuati dai nostri servizi di sicurezza ci sono i call center delle societàenergetiche dove, ogni giorno, arrivano centinaia di telefonate di utenti disperati e inferociti. Ci si sta preparando anche a situazioni molto complicate. Per questo non si potrà tollerare nessuno che soffia sul fuoco, come invece i vecchi fascisti no vax hanno intenzione di fare. Si stanno preparando anche piani B, come accadde proprio all’inizio dell’emergenza Covid quando, con il lockdown, gli esercizi commerciali dovettero chiudere da un giorno all’altro, lasciando in grandissima difficoltà esercenti ma anche tutti i lavoratori non garantiti, a partire da quelli in nero: in quel momento la distribuzione dei buoni spesa affidati ai comuni riuscì a contenere le tensioni sociali e a mettere un argine anche alla criminalità organizzata che era pronta a subentrare allo Stato come agenzia di welfare in modo da aumentare la propria forza e il controllo sul territorio. Oggi lo stesso potrebbe accadere con il caro bollette: tra le ipotesi sul tavolo c’è di chiedere alle società di gestione di non procedere alla sospensione delle forniture come oggi accade, in tempi brevissimi, agli utenti morosi.