Corriere della Sera, 9 ottobre 2022
Descalzi (Eni): «L’inverno 2023-2024 sarà il più duro»
Ci preoccupiamo di quello in arrivo, legittimo, ma il tema è quello successivo. Perché l’inverno 2024 dovrebbe essere davvero quello dell’indipendenza energetica dalla Russia, ma alle attuali condizioni siamo nel terreno dell’immaginazione. L’ottimismo della volontà si scontra col pessimismo della ragione se anche un autorevole addetto ai lavori come Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, certifica ciò che molti pensano ma nessuno, a guerra in corso, ha il coraggio di dire. Cioè che le rotte del gas, dunque quelle energetiche, sono cambiate per sempre il giorno dell’invasione dell’Ucraina. E noi, nonostante i proclami, non siamo ancora attrezzati. «L’inverno più duro sarà quello del 2023-24 se l’Italia non potenzierà le sue infrastrutture. Serve più capacità di stoccaggio, servono più rigassificatori – ammette il top manager —. Non abbiamo una produzione nazionale, abbiamo un terzo dei rigassificatori che ci servono e dobbiamo aumentare la capacità di stoccaggio». I calcoli sono presto fatti: i nostri depositi hanno una capacità di 16,5 miliardi di metri cubi all’anno, ma il nostro fabbisogno oscilla tra i 73 e i 76 miliardi. La Russia fino all’anno scorso ci ha garantito poco meno di 30 miliardi di metri cubi, quest’anno il suo contributo si ridurrà di due terzi. Le stime sono complicate dal fatto che non sappiamo quando (e se) i rubinetti di Mosca si chiuderanno o se invece i flussi continueranno a raggiungere Tarvisio (pagando profumatamente Gazprom) come adesso. Perché anche questo contagocce è servito per riempire i depositi con i soldi pubblici di Snam e del Gse. Se smettessimo di comprare dai russi avremmo bisogno di sostituire quel metano col gas liquido di Usa, Qatar, Egitto, Congo. Ma dobbiamo installare in fretta i due rigassificatori e aumentare i nostri depositi, che ora sono solo 13. Potremmo usare i giacimenti inutilizzati nell’Adriatico in modo da stoccare di più. Lo propone Azione, toccherà al prossimo governo intestarsi il problema?