Il Messaggero, 9 ottobre 2022
Come cambia il Parlamento
A ben due settimane dal voto, la Cassazione ha definito la lista degli eletti, sciogliendo una serie di nodi che avevano lasciato nell’incertezza una parte dei 400 deputati e dei 200 senatori che siederanno nel primo Parlamento a scranni ridotti della storia repubblicana. Salvo sorprese, dunque, prendono forma definitivamente le nuove Camere figlie della riforma che ha portato a un drastico taglio dei parlamentari. A questo punto, la prassi vuole che gli eletti ricevano un telegramma con cui gli viene ufficialmente comunicata la proclamazione e con il quale si dovranno presentare, insieme a un documento di identità, agli ingressi della Camera di elezione. A partire da domani (ma c’è tempo fino al 14) cominceranno le procedure di accreditamento: a Montecitorio dalle 15, al Senato dalle 9. In particolare, vengono acquisite fotografia e firma autografa e viene rilasciato il tesserino per le votazioni elettroniche.
Sbrigata questa pratica, deputati e senatori potranno partecipare alla prima seduta della diciannovesima legislatura, fissata per il 13 ottobre, che alla Camera avrà inizio alle 10 e al Senato alle 10.30. Primo compito sarà quello di costituire l’ufficio di presidenza provvisorio ma subito ci sarà il primo momento clou: la votazione per l’elezione dei nuovi presidenti. La seduta a Montecitorio sarà presieduta da Ettore Rosato, in quanto vice presidente uscente con maggiore anzianità, mentre al Senato vista l’indisponibilità di Giorgio Napolitano sullo scranno più alto dovrebbe salire Liliana Segre.
Restyling degli emicicli anche sul fronte dell’organizzazione degli spazi. A Montecitorio sono state smontate 188 postazioni, di cui 82 nell’ultima e nella penultima fila e 24 nella prima, mentre 34 postazioni vengono lasciate libere. Inoltre fanno il loro esordio i nuovi tabelloni sinottici digitali che, oltre a mostrare i risultati delle votazioni, manderanno anche in diretta gli interventi dei singoli deputati.
In Senato, invece, si è deciso soltanto di concentrare gli eletti al centro dell’Aula, lasciando inutilizzate le postazioni collocate ai lati.
Ieri dunque sono stati ufficializzati gli ultimi nomi dei deputati della nuova legislatura. Con l’attuale sistema elettorale le sorprese non mancano mai, nemmeno all’ultimo minuto. C’è chi ricorda per esempio il caso di una deputata di Forza Italia dell’Emilia Romagna che nella scorsa legislatura aveva persino effettuato la registrazione di rito salvo scoprire last minute che in realtà non aveva diritto a un seggio. Effetto soprattutto delle pluricandidature, a cui hanno fatto ricorso in abbondanza tutti i partiti, persino il M5s che fino alle precedenti Politiche aveva per scelta deciso di non avvalersi di questa opzione pur prevista dalla legge elettorale. Alla fine, alla Camera tra i 245 eletti con il proporzionale, diciannove entrano in sostituzione di colleghi che si sono affermati in collegi uninominali, ventitre al posto di deputati scattati in altri collegi plurinominali. Tra questi, per esempio Gianni Cuperlo, Maria Cecilia Guerra o Marco Furfaro per il Pd o ancora Patrizia Marrocco o Paolo Emilio Russo, consigliere per la comunicazione di Silvio Berlusconi, per Forza Italia.
In questi casi, tuttavia, si trattava semplicemente di ufficializzare dei subentri: il Rosatellum infatti non prevede che si possa scegliere il collegio di elezione ma impone dei criteri fissi in base a cui devono essere assegnati, per esempio per i capilista quelli in cui si prendono meno voti.
Altri sei, invece, erano i nodi più complicati da sciogliere proprio per effetto delle pluricandidature. È accaduto infatti per Fratelli d’Italia in Veneto, ma anche per il M5s in Campania, che alla fine il numero di candidati eletti risultasse superiore a quelli disponibili scorrendo la lista. Questo ha portato il partito di Giorgia Meloni a eleggere Paolo Pulciani nel collegio Lazio 2, e i pentastellati a premiare Alessandra Todde nel collegio Lombardia 2. Quest’ultima lascia perciò libero l’altro collegio dove era stata eletta, in Sardegna, e al suo posto subentra Susanna Cherchi. Sempre per il M5s, entrano anche Giorgio Lovecchio in Puglia, Daniela Morfino in Sicilia e Valentina Barzotti in Lombardia. Inoltre, in sostituzione dell’ex procuratore antimafia Federico Cafiero de Raho, già risultato eletto in Emilia-Romagna, il seggio è stato assegnato a Elisa Scutellà, candidata non eletta nell’uninominale.