la Repubblica, 8 ottobre 2022
Storia della casa editrice Orma (quella di Annie Ernaux)
Il silenzio sacro di San Clemente e dei Quattro Coronati, la magnificenza del Colosseo, la quiete collinare di Villa Celimontana, i turisti, gli artigiani, la scena di Gay Street, gli impiegati in pausa al bar, il centro Yoga, il fioraio. Roma non sembra poter offrire un quadrante migliore a una piccola, tranquilla e seria casa editrice. Ma dal 5 ottobre L’Orma non appare più così piccola, a via Annia 58 l’atmosfera è tutt’altro che tranquilla, l’intenzione più euforica che seria. Oggi nella sede del Celio si festeggiano dieci anni di lavoro con amici, birre, falafel e una nuova consapevolezza: l’orgoglio radicale di una casa editrice indipendente che ha scommesso sin dalla fondazione su una scrittrice da Nobel. Gli editori sorridono e propongono quello che è forse il loro centesimo brindisi in quarantotto ore.
Marco Federici Solari, qual è la storia de L’Orma?
«L’Orma è una casa editrice dalla forte vocazione europeista, specializzata in lingua francese e tedesca. Siamo due comparatisti, io della zona tedesca Lorenzo di quellafrancese, dove abbiamo vissuto e insegnato. Avevamo notato che queste due fucine culturali che pure esercitano un’enorme influenza sulla nostra vita non avevano un rispecchiamento editoriale adeguato. È il caso di Annie Ernaux, autrice capitale, che era sconosciuta. Da Gallimard abbiamo subito preso i diritti de Il Posto, il primo romanzo che ha scritto con lo stile che l’ha resa inconfondibile, e Gli Anni, il suo libro più ambizioso e di successo. Era troppo francese?
Fedeli alla nostra linea europeista, l’abbiamo tradotta. L’8 novembre uscirà Il ragazzo, il suo ultimo libro pubblicato in Francia, poi continueremo con la backlist a partire da Perdersi, abbiamo cinquant’anni di scrittura da recuperare».
Come mai Roma?
«Quando abbiamo fondato la casa editrice vivevamo a Berlino, volevamo tornare in Italia, è stato naturale scegliere Roma, mia città natale ma soprattutto capitale dell’editoria indipendente. Qui si fa un grande lavoro di approfondimento con tempi diversi da quelli del mercato, e questi tempi sono stati premiati dagli ultimi anni. Anche le catene lo hanno capito: i megaseller sono finiti, è iniziata l’era dei longseller che privilegia il lavoro degli indipendenti».
Lorenzo Flabbi, oltre a essere l’editore italiano di Annie Ernaux è il suo traduttore. Qual è il vostro rapporto professionale e umano?
«È diventato rapidamente amicizia.
Durante la traduzione non la consulto mai perché penso sia sempre responsabilità di chi traduce trovare il modo giusto per interpretare il testo, a volte le sottopongo qualche dubbio a posteriori e lei approva le mie scelte perché è gentile. Ha il carisma auratico dell’intelligenza e crede in ciò che fa, ispira grandissima fiducia. L’anno scorso, poiché mi aspettavo che vincesse il Nobel, nonavevo dormito la notte prima dell’annuncio, quest’anno non ho dormito la notte dopo».
Come si sta al Celio?
«Sono milanese, adottato da Roma 11 anni fa, e qui sto benissimo. Il Celio è un quartiere privilegiato, a due passi da San Lorenzo dove quasi tutti noi de L’Orma viviamo e dove ieri sera abbiamo festeggiato fino a tardi. Ho fatto della letteratura la mia vita, è il lavoro deisogni, ma la cosa più bella è l’atmosfera che respiriamo in casa editrice, il fermento da officina, il dialogo costante, il dibattito benevolo. È il nostro equilibrio più prezioso. E stasera festeggeremo ancora in questo quartiere, dove ci troviamo talmente bene che abbiamo invitato anche il tabaccaio, la famiglia che gestisce il bar e Claudio, il ferramenta».