il Giornale, 8 ottobre 2022
Perché le idee migliori vengono sotto la doccia
La mente è libera, ma non è annoiata. Può vagabondare, perdersi nei pensieri, e così diventare immediatamente più creativa. Ecco perché alcune fra le idee più geniali vengono mentre ci si fa la doccia. Sarà capitato a tutti, di non riuscire a trovare la soluzione giusta per un problema. Di rimanere concentrati a lungo, incapaci di uscire dal circolo vizioso. E poi, senza neanche rendersene conto, di avere l’intuizione geniale proprio nel corso di una doccia rigenerante. La scienza ha scoperto che non si tratta di una coincidenza o di un banale caso di fortuna. Ma di un preciso stato nel quale la mente si trova mentre si dedica a questa attività. Che innesca un effetto sorprendente.
A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università della Virginia, negli Stati Uniti. Lo studio è stato poi pubblicato sulla rivista Psychology of Aesthetics, Creativity, and the Arts. Gli scienziati americani hanno dimostrato l’esistenza del cosiddetto «effetto doccia» mettendo alla prova la creatività di alcuni volontari, ai quali è stato chiesto di trovare dei modi alternativi per usare due oggetti comuni, un mattone e una graffetta.
Per far svagare la loro mente, le «cavie» del progetto potevano guardare un video noioso di tre minuti (che mostrava due persone intente a piegare il bucato) oppure una clip moderatamente coinvolgente (una famosissima scena del film Harry, ti presento Sally). «Quello che volevamo scoprire non è quale dei due video stimoli di più la creatività, ma come il vagabondare della mente si correli alla creatività durante compiti noiosi o coinvolgenti», hanno precisato i ricercatori. Che si sono semplicemente fatti una domanda: «Mettiamo che non riesci a risolvere un problema: che fai? Probabilmente non qualcosa di terribilmente noioso come guardare la vernice che si asciuga. Al contrario – ha detto il primo autore dello studio, Zac Irving – fai qualcosa che ti tiene occupato, come una passeggiata, una doccia o del giardinaggio. Tutte queste attività richiedono un moderato coinvolgimento».
Le clip utilizzate durante l’esperimento sono state scelte al posto dei soliti compiti ripetitivi usati nei test psicologici per cercare di simulare in maniera più realistica quello che le persone fanno nella vita quotidiana. Subito dopo aver visto il video, i partecipanti sono stati invitati a parlare del compito creativo, ma anche di quanto le loro menti avessero vagato durante la visione dei filmati. Dall’analisi delle loro risposte, gli studiosi hanno scoperto che gran parte delle idee più innovative erano arrivate quando il cervello aveva vagato di più, ma solo quando il filmato era coinvolgente, e non quando era noioso.
In sostanza, i risultati hanno mostrato che, in termini di creatività, era più vantaggioso fare qualcosa che impegnasse moderatamente il cervello rispetto a un’attività nei cui confronti non si ha alcun interesse. Le conclusioni dello studio dimostrano che il vagabondare della mente – che implica anche la possibilità di recuperare ricordi che invece la routine mette in secondo piano – favorisce la creatività solo quando la mente mantiene un certo livello di attività durante l’esecuzione di compiti moderatamente coinvolgenti. In futuro la sperimentazione sarà ripetuta usando la realtà virtuale per studiare il comportamento della mente in contesti sempre più realistici, per esempio durante una passeggiata per strada.