Corriere della Sera, 7 ottobre 2022
Laurearsi a vent’anni
A cinque anni ha iniziato le elementari, a sedici e mezzo l’università e a vent’anni, 21 a novembre, Nicola Vernola è il più giovane laureato d’Italia in Giurisprudenza : ha discusso martedì nella Sala Colonna del Campus Luiss di viale Pola a Roma la sua tesi in diritto tributario. «Mi sono laureato con una tesi sulla neutralità dell’Iva e le sue concrete applicazioni», racconta in un video che la Luiss ha pubblicato su LinkedIn. «Questa esperienza è stata molto formativa, soprattutto per la possibilità di perseguire le mie passioni fino in fondo nonché di condividerle con persone che mi hanno spinto a dare il 100%», ha spiegato nel video dell’ateneo privato, che gli ha offerto «mezzi, esperienze, progetti, ma soprattutto un ambiente che spinge all’integrazione totale».
Ma com’è possibile raggiungere un traguardo così importante, alla sua età? «In realtà non ho bruciato le tappe, ma gradualmente mi sono portato avanti», racconta in privato. «Ho frequentato la prima elementare a cinque anni, e a 16 e mezzo mi sono già iscritto all’università, dopo essermi diplomato alla prima sezione internazionale quadriennale del Flacco di Bari».
Proprio l’approdo a Roma, dopo gli anni pugliesi, per Nicola è stato un ulteriore stimolo: «Questa città è fantastica, ci sono sempre cose nuove da fare, persone da incontrare. Ho iniziato a giocare a tennis, mi sono fatto tantissimi amici, ho girato diversi posti e locali». All’inizio gli è pure capitato di rimanere fuori dalla discoteca: «I miei nuovi amici non sapevano che ero minorenne», ride.
Ma ora, a parte qualche scherzo sul suo aspetto da ragazzino, Nicola è amato e rispettato da tutti: «Molti hanno fatto il mio stesso percorso, e nessuno si meraviglia della mia età. A me non sembra di essere troppo giovane, ho fatto tutto quello che volevo con calma e con i miei tempi. E poi il valore aggiunto è stato non studiare a casa, perché temevo di distrarmi, ma sempre fuori, spesso in ateneo, aperto 24 ore su 24, con gli amici, per confrontarmi, e fare pause di belle chiacchiere. La socializzazione è stata la molla che mi ha spinto ad andare avanti senza tentennamenti. Non mi sono mai sentito solo».
I due genitori, entrambi avvocati, sono orgogliosi: «Anche se mia mamma mi voleva medico», ricorda Nicola. «In casa non si parlava granché di lavoro, la passione per la Costituzione mi è venuta da solo, e infatti ce l’ho sempre sul comodino».
La fidanzata storica
«Sogno una famiglia con lei, ma per ora no: su certe cose le tappe è meglio non bruciarle»
Tra un aperitivo, una sessione di studio, una gita ad Ariccia, la musica, lo sport e i libri di Saviano, Nicola non ha mai trascurato nemmeno la politica: «Mi piace molto, anche se non vorrei farne parte: sogno di avere uno studio importante qui a Roma, dopo aver fatto un master e aver approfondito ancora il diritto tributario. E non mi dispiacerebbe neanche proseguire la carriera universitaria, magari con un dottorato». Ama molto anche l’economia: gli piace studiare l’effetto delle imposte e per questo ha abbracciato un campo che contempla anche aspetti fiscali.
Una concretezza, quella di Nicola, che si nota pure quando gli si prospetta l’idea di un anno sabbatico: «No, non ce la farei a stare fermo per tutto questo tempo. Magari un’estate, o un paio di mesi a Natale. Ma ora devo darmi da fare: vorrei essere la versione migliore di me stesso». Ed è lo stesso motivo per cui quando aleggia l’ipotesi di tornare a Bari, frena: «Amo tantissimo la mia città, il mare, gli amici storici. Ma non so, ora la mia realtà è qui».
Rimpianti? «Un po’ mi spiace andare via dall’università, sono stati gli anni più belli: ogni tanto mi viene la malinconia di aver fatto un anno in meno di liceo, di università, ma ciò che conta è vedere che le persone che ho al mio fianco vanno pari passo con me».
Come Gabriella, la fidanzata storica: «Certo che sogno una famiglia con lei, ma per ora no: su certe cose le tappe è meglio non bruciarle!».