La Stampa, 8 ottobre 2022
Grillo si fa dare 300 mila euro l’anno dal M5s
La grande manifestazione per la pace in Ucraina, pensata da Acli e Arci, dovrebbe tenersi a Roma i primi di novembre. L’auspicio degli organizzatori è di avere una piazza senza bandiere né sigle di partito. La pensa allo stesso modo Giuseppe Conte, che da giorni, però, cavalca il tema e si muove come se la manifestazione la stesse organizzando lui, tra interviste e interventi sui social. Finendo così per metterci il cappello sopra, nel tentativo di ottenere il primato del più pacifista tra i progressisti.Peccato che Beppe Grillo faccia risuonare una voce stonata, imbarazzante per Conte e la sua linea: «È stato un errore – si legge sul blog del fondatore dei Cinque stelle – quello dell’Unione europea di sostenere militarmente Kiev e abusare contestualmente delle sanzioni contro la Russia». A scrivere è Fabio Massimo Parenti, un professore legato alla Beijing Univerisity in Cina e già salito all’onore delle cronache per i suoi interventi ferocemente anti-americani. Si legge ancora sul blog di Grillo che «sarebbe stato nell’interesse dell’Ue sostenere una posizione di neutralità nel conflitto russo-ucraino». E che questa sarebbe «l’unica soluzione plausibile», ricercata – guarda caso – proprio da Pechino. Se invece l’Ue non cambierà strada, si assisterà al crollo «dell’architettura istituzionale europea e della moneta unica». Una posizione che non può non creare imbarazzi a Conte. Innanzitutto, perché Grillo viene pagato dal Movimento 300 mila euro l’anno per contribuire alla comunicazione delle posizioni M5S, anche attraverso il suo blog. È poi il fondatore del partito e, nel recente passato, spesso “facente funzioni” del leader. Ma, soprattutto, è proprio su questi punti che il Pd (ancor prima di sapere di Grillo) chiedeva chiarezza. Sono le premesse per poter scendere in piazza per la pace, come sottolineavano i Dem in questi giorni: il sostegno del diritto degli ucraini a difendersi, la definizione di invasore e invaso. «Siamo tutti per la pace, ma anche per la condanna di Putin e del suo regime», dice il deputato Dem Walter Verini, che vorrebbe essere presente all’iniziativa, come anche Peppe Provenzano, Laura Boldrini e Graziano Delrio. Difficile, invece, che ci sia il segretario uscente Enrico Letta, nonostante abbia posto l’accento, in Direzione, sulla necessità di affiancare al sostegno militare un impegno per aprire il tavolo dei negoziati.In attesa di fare chiarezza sulle posizioni di Grillo, Conte attacca per il voto del Parlamento europeo su una relazione in cui si chiede all’Ue di preparare una risposta in caso di attacco nucleare russo. Occasione per presentare un emendamento M5S che inviti gli Stati membri a «vagliare tutte le potenziali vie per la pace». Bocciato. «Fratelli d’Italia, Forza Italia, Italia viva e parte del Pd hanno votato contro», protesta Conte. Chi si è opposto sostiene che l’emendamento dei Cinque stelle fosse scritto male, «in modo näif: tutti vogliamo la pace – spiega uno dei contrari, a patto dell’anonimato –, ma non tutte le vie vanno bene. Deve essere chiaro che la premessa per un negoziato è che la Russia cessi il fuoco e si ritiri dai territori occupati. Quel testo, invece, si prestava a pericolose strumentalizzazioni». Anche i Dem europei, guidati da Brando Benifei, reagiscono a muso duro: «Abbiamo quasi tutti votato a favore, eccetto due colleghe – sottolinea Benifei –. Conte si informi»