Corriere della Sera, 6 ottobre 2022
Il crollo dell’affluenza dal ’48
Per la prima volta in Italia dal 1948, meno della metà della popolazione nazionale è rappresentata in Parlamento. Un primato, quello della più bassa base elettorale, dipeso in gran parte dall’alto tasso di astensionismo alle ultime Politiche: 36,6%. Come segnala Marco Valbruzzi, docente di Scienza della politica all’Università Federico II di Napoli e autore di una ricerca sul tema, se nel conteggio rientrano tutti i cittadini e non soltanto i votanti, l’insieme dei partiti arriva infatti a rappresentare il 49,3% degli italiani. Il resto sono persone che si sono astenute (28,4%, cifra più bassa perché calcolata su base diversa), poi un 19,8% formato da residenti all’estero che non hanno votato, minorenni e non aventi diritto di voto come i condannati in sede penale in via definitiva, soggetti incapaci, ritenuti indegni per la giustizia. Infine, chi ha espresso un voto nullo o bianco (2,5%).
In passato la soglia del 50% di popolazione andata alle urne per eleggere Camera e Senato era stata superata con punte del 68,2% nel 1987, del 69,1% nel 1992 e del 68,1% nel 1994. Ma da tempo calava e già alle Politiche del 2018 il numero si era limato al 54,9%. «Solitamente si commentano i risultati ragionando sulle percentuali di voti validi e raramente si prende in considerazione la quota dei non votanti – spiega Valbruzzi —, ma è un dato significativo, di cui per esempio il prossimo esecutivo deve o dovrebbe tenere conto».
Quando si parla di voti validi si parla alle Politiche di 5,3 milioni per il Pd (19%), 4,4 per il M5S (15,4%), 2,5 per la Lega (8,8%), 2,3 (7,8%) per Azione-Italia viva, 7,3 per Fratelli d’Italia (26%). Tutto cambia però ampliando il calcolo fino a includere appunto l’intera popolazione. In questo modo, il centrodestra (Forza Italia e Fratelli d’Italia) raggiunge il 16,9% e la Lega il 4,6%. Così come il M5S tocca quota 7,5%, il centro di Azione-Italia viva il 3,9% e il Pd il 11,5%.
Il governo di centrodestra che verrà, considera Valbruzzi, sarà dunque espressione di un Parlamento che è stato eletto da una minoranza della popolazione italiana (49,3%), a sua volta espressione di una coalizione di maggioranza relativa tra i votanti (1/4) e non della popolazione (1/5). Prendendo a riferimento infatti il solo elettorato (non vi rientrano i minorenni ma gli astensionisti sì), la coalizione vincente di centrodestra rappresenta oggi poco più di un quarto del voto italiano (26,6%). Il centrodestra inteso come Forza Italia e FdI arriva al 21,3%, la Lega al 5,3%. Quanto al centrosinistra, il Pd ottiene il 14% e il M5S il 9,4%, mentre Azione-Italia viva ha il 4,8%. Qui, nel complesso, l’asticella della maggioranza di cittadini rappresentati sul totale degli elettori arriva al 60%. Commenta Valbruzzi: «Questo è causato non solo dal trend in crescita dell’astensione, ma anche dall’aumento dei voti nulli».