il Giornale, 6 ottobre 2022
Quanti libri fantasma a «Kasa» Kerbaker
Libri che raccontano storie di libri ce ne sono molti. Libri che narrano storie di libri particolari – chessò, titoli censurati o bestseller o perduti o «maledetti» – anche. Libri che raccontano libri «fantasma»... Beh, noi non ne avevamo ancora visti.
Adesso, però, ce n’è uno. Eccolo. Ci ha pensato Andrea Kerbaker, scrittore e bibliofilo così follemente innamorato dei libri da costruire per loro a Milano una ormai celebre «Kasa» – privata ma aperta al pubblico – dai cui stracolmi scaffali ha tirato fuori per noi una serie di volumi, è il caso di dirlo, «unici». Ossia testi che per le più varie e misteriose ragioni sono subito spariti dalla circolazione, per non riapparire mai più. Ed ecco a voi La vita segreta dei libri fantasma (Salani) narrata da Andrea Kerbaker. Ce ne sono di tutti i tipi – ma l’autore si concentra sul Novecento editoriale – e per tutti i lettori.
Prima di tutto – «Oddio, cosa ho scritto!» – ci sono i libri giovanili di grandi autori e successivamente ripudiati. Insomma, fatti sparire per vergogna. Ad esempio? Due opere teatrali degli anni Venti di cui Vitaliano Brancati si pentirà presto, ed espunte persino dal «Meridiano» Mondadori del 2003. O un romanzo di fantascienza di Roald Dahl, Some Time Never, uscito nel 1948 negli Usa, stroncato dalla critica e poi rinnegato dall’autore come «libro orrendo», e da allora sparito. O il romanzo Rage (1977) firmato da Stephen King sotto pseudonimo e ritirato dal commercio quando ci si accorge che stava diventando il libro culto per potenziali serial killer (il libro racconta di una strage scolastica...). Ma il caso più curioso è forse quello – poco conosciuto ma molto «romanzesco» – del giallo scritto a quattro mani da un giovane Georges Simenon (che qui si firma Georges Sim) e un suo collega giornalista, Henri-J. Moers. Titolo: Le bouton de col, una parodia dei polizieschi alla Sherlock Holmes. I due amici in 47 capitoli raccontano la storia di ben due detective che cercano di venire a capo di un improbabile delitto... Il romanzo però, non si sa se per diffidenza degli editori o scarsa convinzione degli autori, non venne pubblicato. Quando, negli anni ’70, Moers invierà il manoscritto a Simenon – oggi conservato in una biblioteca di Liegi – il grande scrittore annoterà: «Ho cercato di rileggerlo, ma non sono arrivato alla quarta pagina».
Poi ci sono i (tanti) libri che testimoniano imbarazzanti genuflessioni al Regime, e diventati comprensibilmente fastidiosi per chi li aveva scritti; ed ecco il capitolo «Di tutti i libri un fascio» in cui si dà conto delle pagine, grondanti entusiasmi littori, del primo Montanelli e di Elio Vittorini; ma anche del caso Les beaux draps di Louis-Ferdinand Céline e dei discorsi radiofonici del «fascista» Ezra Pound... Poi – ma questa è tutta un’altra storia – c’è la strana vicenda della prima edizione di Se questo è un uomo di Primo Levi, inizialmente rifiutato da Einaudi e stampato dal piccolo editore De Silva...
Ma tra i libri fantasma ci sono anche incredibili «falsi», burle e scherzi editoriali. Esemplare lo stranissimo dizionario SESSO, scritto tutto maiuscolo e con il simbolo del trademark, uscito nel 1970 da una minuscola sigla torinese, Dellavalle, a firma di un certo Stephen Blacktorn. È una surreale enciclopedia del sesso del futuro – mai più ristampata – che presenta una prefazione di Sebastiano Vassalli, il quale risulta il curatore del libro. E, tenendo conto di alcuni suoi testi sperimentali e poi rinnegati di quel periodo, probabilmente anche il vero autore...
E a proposito di sesso, l’elenco è lungo e proibito. Si va dal romanzo troppo erotico per il 1934 Sabadù, amore negro di Maria Volpi, in arte Mura, al catalogo della famigerata mostra Vade Retro di Vittorio Sgarbi che doveva aprire nel 2007 a Milano e che invece il sindaco Letizia Moratti censurò. Il catalogo, subito sparito, oggi è una rarità. Ma alla «Kasa dei libri» di Andrea Kerbaker – state tranquilli – ce n’è una copia (e anche a casa, con la «c» normale, di chi scrive...).