Corriere della Sera, 6 ottobre 2022
Taiwan, un’isola sempre più calda
Non è solo l’invasione russa dell’Ucraina a mettere in tensione le relazioni internazionali tra potenze. Taiwan, fino all’anno scorso considerata il luogo più pericoloso al mondo, resta in alto nella classifica dei punti caldi. Nei primi giorni di agosto, dopo la visita a Taipei della leader del Congresso americano Nancy Pelosi, Pechino aveva effettuato un sostanziale assedio navale e aereo dell’isola. Da allora, l’attività dei caccia e delle navi cinesi non è mai cessata: l’obiettivo è quello di creare una «nuova normalità» nello Stretto di Taiwan, cioè una presenza massiccia dell’Esercito di Liberazione Popolare allo scopo di tenere sotto pressione l’isola. In effetti, la normalità in due mesi è profondamente cambiata, tanto che ieri il ministro della Difesa di Taiwan, Chiu Kuo-cheng, ha detto che, a fronte dell’attività aerea e navale di Pechino, il suo Paese considererà essere un first strike – cioè un primo colpo, atto di guerra – ogni incursione cinese nei suoi mari e nel suo spazio aereo, cioè all’interno delle 12 miglia nautiche (22 chilometri). Finora, Pechino non ha mai violato questi limiti ma la tensione cresce. Il ministero della Difesa di Taipei pubblica ogni giorno i dati sull’attività attorno all’isola. Per esempio, 22 caccia e quattro navi militari cinesi il 2 ottobre, 14 aerei e quattro vascelli il 3 ottobre, nove caccia e quattro navi il 4 ottobre. Si tratta di incursioni al di là della linea mediana dello Stretto che separa la Cina continentale da Taiwan, un confine informale tracciato dagli Stati Uniti, per evitare scontri, che fino a due mesi fa era stato da tutti rispettato. Inoltre, l’Esercito di Liberazione Popolare cinese ha iniziato a utilizzare numerosi droni direttamente sul territorio taiwanese. I dati del ministero della Difesa di Taipei dicono che, dal 7 agosto scorso, l’aviazione di Pechino ha condotto 1.200 incursioni nei cieli attorno all’isola, 474 delle quali sono avvenute nella Zona di identificazione di difesa aerea taiwanese e 315 hanno attraversato la linea mediana. Quasi mille di queste sortite sono avvenute dopo le manovre cinesi di agosto legate alla visita di Pelosi a Taipei. Il ministro della Difesa americano Lloyd Austin ha detto la settimana scorsa di non aspettarsi una «imminente» invasione dell’isola ma di considerare l’attività di Pechino finalizzata a creare «a new normal». Cioè a intimidire. Non dimentichiamo Taiwan.