la Repubblica, 6 ottobre 2022
La Bocconi arriva a Roma
L’Università Bocconi sbarca a Roma con il suo campus della Sda, nel quartiere Nomentano, posizionandosi a poca distanza dalla sede ai Parioli della Luiss Guido Carli. L’occasione è arrivata anche grazie all’offerta di Atlantia, storico partner dell’ateneo milanese, di Villa Morgagni, in via Nibby 20, ristrutturata in tutti i suoi 2.500 metri quadrati.Rettore Verona, come è nata l’idea di aprire una sede romana della Sda?«Roma è la seconda città con più ex alunni Bocconi, dopo Milano, e prima di Londra, Parigi e New York. Nella capitale l’ateneo già tiene corsi di management ed eventi in diversi luoghi, ma ora pensiamo sia giunto il momento di avvicinarci dipiù al territorio, posizionandoci in prossimità del tessuto economico, imprenditoriale e delle istituzioni di tutto il Centro-Sud».Quali corsi avete in programma di tenere nel campus di Roma?«Le attività nella sede romana saranno dedicate alla formazione post laurea. Già quest’anno siterranno 3 corsi della serie Open sui temi della crescita d’impresa per le pmi, della loro managerializzazione e del project management, e soprattutto l’edizione romana dell’Executive Mba in formato week end. Ma anche la Scuola d’impresa per l’Italia, il programma triennalerealizzato con Fincantieri e dedicato a 150 micro e piccole imprese del Centro-Sud».La Bocconi a Roma cercherà di fare concorrenza alla Luiss?«Con la Luiss abbiamo già un rapporto di vicinanza a Milano. Il mercato dell’education è sempre più competitivo ma la sfida è sulle competenze, sul capitale umano, sull’offerta».E voi, su questi tre punti, quali passi avanti avete fatto negli ultimi anni?«Negli ultimi sei anni Bocconi ha allargato i suoi insegnamenti nelle scienze sociali, introducendo un dipartimento di scienze politiche e uno di computer science. Nel 2021 abbiamo lanciato un nuovo corso di matematica applicata all’intelligenza artificiale, quest’anno quello di Transformative sustainability e nel 2023 sarà la volta del Global law».Qual è l’approccio di fondo dei vostro modello di formazione?«La realtà di oggi è molto complessa e la prima cosa da fare è capire questa complessità, evitare la banalizzazione, anche raccogliendo competenze dall’esterno. Quindi cerchiamo di fornire agli studenti nel primo anno una solida base iniziale in tutte le discipline sociali per poi procedere con la specializzazione».È questo approccio che vi ha permesso di scalare le classifiche internazionali?«La Bocconi grazie al suo forte grado di internazionalità è stabilmente quarta in Europa nelle classifiche degli atenei specializzati in scienze sociali, dietro soltanto a Oxford, Cambridge e London School of Economics. Ha più di 290 accordi per scambi di studenti con le altre Università mondiali, 35 double degree, il 31% dei suoi laureati va a lavorare all’estero e il 96% degli studenti lavora e la maggior parte prima della laurea. Questi numeri hanno permesso di attirare alcuni dei principali talenti mondiali. In sei anni abbiamo assunto 167 professori, che pubblicano regolarmente su riviste internazionali, da Ronald Burt, sociologo di Chicago a Robert Grant, a Marc Mezard».E a livello nazionale come vi rapportate con le altre Università?«Il Pnrr sta dando una forte spinta all’innovazione e alle alleanze tra atenei e centri di ricerca, con circa 10 miliardi stanziati. La Bocconi, anche con l’apertura della sede di Roma, si candida a essere sempre più un partner per lo sviluppo del paese come dimostra il coinvolgimento in 4 diversi partenariati estesi nati grazie al Pnrr».