il Fatto Quotidiano, 6 ottobre 2022
Le pillole di iodio “contro la bomba sarebbero inutili”
Federfarma rassicura gli italiani: “Le scorte sono pronte, ma non è necessaria nessuna corsa alle pillole di iodio di potassio”. La guerra in Ucraina e il possibile utilizzo di armi nucleari tattiche da parte della Russia ha fatto crescere la preoccupazione. Roberto Tobia, segretario nazionale dell’associazione dei farmacisti, spiega: “Assumere ora le pillole di iodio non ha nessun senso, anzi potrebbe essere dannoso”. Gli esperti vanno oltre questo. Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, chiarisce: “Le pillole non servono a nulla contro le radiazioni nucleari” create dall’esplosione della bomba atomica e aggiunge: “Non ci sono altri farmaci utili a proteggerci”. Un attacco con un’arma nucleare strategica non ha la stessa forza di un incidente in una centrale nucleare: il tipo di radiazioni emesse sono diverse. Le pillole di iodio assunte poco prima e subito dopo un incidente nucleare servono a bloccare gli isotopi radioattivi dello iodio, non tutti gli altri. La professoressa Désirée Deandreis, primario di Medicina Nucleare presso l’ospedale Molinette di Torino evidenzia: “Lo iodio assunto per via orale va a saturare la tiroide, bloccando l’assorbimento degli isotopi da parte del nostro organismo”. Se lo iodio rimane nell’atmosfera per qualche settimana, celsio e stronzio hanno bisogno di decenni per perdere la loro carica radioattiva. Il rischio nell’assunzione incontrollata di pillole di iodio è l’insorgere di patologie gravi come la tiroide cronica autoimmune. Questa a sua volta innesca l’ipertiroidismo e può portare anche alla morte. Polonia e Ucraina hanno iniziato la distribuzione di pillole di iodio che hanno in stock, in caso di incidente in una centrale nucleare.