Corriere della Sera, 2 ottobre 2022
Le crepe della Lega
MILANO Piccoli (per ora) dissensi crescono. La Lega post elezioni vive giornate particolari. Se da un lato il consiglio federale conferma piena fiducia al segretario Matteo Salvini che il nuovo gruppo parlamentare poi acclama con cori da stadio, dall’altro si stanno affollando iniziative, prese di posizione, dissensi sulla linea politica del leader come mai se ne sono visti in un partito poco abituato a lasciare spazio alle posizioni discordi.
Il caso più clamoroso, visto il nome del protagonista, è quello di Umberto Bossi e del suo «Comitato del Nord» che ha promosso per rilanciare il tema dell’autonomia. Ma il desiderio di un ritorno alle origini muove altri esponenti del passato e del presente del Carroccio. Riaffiorano nomi che hanno fatto la storia della Lega, da Roberto Castelli a Giancarlo Pagliarini passando per Francesco Speroni, insieme a chi oggi riveste cariche importanti, come i veneti Gianantonio Da Re (deputato europeo) e Roberto Marcato (assessore regionale), accomunati pur con accenti e toni diversi dalla convinzione che la Lega può recuperare lo smalto perduto solo se ritroverà la connessione sentimentale con il Nord, nutrita di federalismo e di attenzione alle istanze dei mondi produttivi.
«Bossi è il politico più acuto del Paese – spiega Marco Reguzzoni, ex deputato varesino molto legato al Senatùr con cui si sente spesso (e c’è chi lo vede come il «regista» del Comitato) – ha capito che ora la contrapposizione non è più fra destra e sinistra ma siamo tornati allo schema pre-Berlusconi: la gente che lavora contro quella che non lavora, il Nord produttivo contro il Sud assistenziale. C’è uno spazio politico nuovo che cerca risposte. Bossi l’ha individuato e ce lo indica. Cosa farà Salvini? Non so, ha cambiato idea tante volte...».
Il «cerchio magico»
L’assessore veneto Marcato: non critichiamo Salvini ma il suo «cerchio magico»
L’iniziativa di Bossi si è guadagnata subito l’attenzione di un ex fedelissimo come Roberto Castelli che da tempo sta lavorando con l’associazione «Autonomia e Libertà». Anche se l’ex ministro mette in guardia: «Ho imparato che in ogni iniziativa politica bisogna chiedersi cui prodest (a chi giova, ndr) perché le letture possono essere tante». È lo stesso atteggiamento di Pagliarini: «Il Comitato lanciato da Bossi per raccogliere voti è una bestemmia». Ma l’ex ministro del Bilancio nello stesso tempo conferma che sta lavorando ad un contenitore, chiamato «Alleanza per l’Autonomia», che raggruppa 27 sigle tra Piemonte, Veneto e Lombardia che promuoverà iniziative di piazza a fine mese. E un altro ex ministro come Speroni si dice pronto ad aderire al Comitato «purché si batta per l’autonomia ma senza secessione». E poi c’è l’assemblea degli attivisti della Lega Nord promossa dagli ex deputati Gianni Fava e Gianluca Pini per il 15 ottobre a Biassono, in Brianza.
Oltre ai protagonisti del passato si fanno sentire anche i leghisti in trincea. «Sono pronto ad aderire, è un ritorno alle origini forse, ma soprattutto a ciò per cui abbiamo lottato e lavorato per tanti anni», rilancia un veneto doc, l’eurodeputato Da Re, mentre l’assessore regionale Marcato aggiunge: «Non è una critica a Salvini ma piuttosto al cerchio magico che gli sta attorno». In questo clima agitato Salvini è al lavoro in vista della formazione del governo di centrodestra. Domani si riunirà di nuovo il consiglio federale a cui toccherà indicare i nomi leghisti più adatti per entrare nella compagine ministeriale.