il Fatto Quotidiano, 1 ottobre 2022
Carminati evita la cella, Buzzi no
Massimo Carminati probabilmente non finirà di scontare la sua pena in carcere. Salvatore Buzzi invece è già in cella, ma può assicurarsi misure alternative. Per i principali imputati a Roma nel processo sul “Mondo di Mezzo”, giovedì notte la Cassazione ha pronunciato le condanne definitive: 10 anni di reclusione per l’ex estremista di destra, 12 anni e 10 mesi per l’ex re delle cooperative. Ora però si apre la partita sulle modalità con cui
dovranno finire di scontare la loro pena. Dal 4 dicembre 2014, giorno dei primi arresti nella maxi-inchiesta che ha
scoperchiato un giro corruzione negli appalti all’ombra del
Campidoglio, Carminati ha passato 5 anni e 4 mesi dietro le
sbarre, di cui circa 2 anni in regime di 41 bis. Secondo i calcoli dei suoi legali, gli restano da scontare 4 anni e 8 mesi,
ma recependo la sentenza definitiva il tribunale di sorveglianza ha sospeso l’ordinanza di carcerazione: bisognerà
infatti calcolare la cosiddetta “buona condotta”, che per i difensori potrebbe portarlo a un ulteriore abbuono di 1 anno
e 3 mesi. La pena residua scenderebbe dunque a 3 anni e 5
mesi: sotto i 4 anni è possibile chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Affinché si realizzi questa ipotesi, nei prossimi
giorni il tribunale di sorveglianza dovrà acquisire le relazioni dei direttori dei carceri che hanno ospitato “er cecato”.
“La sua condotta è stata irreprensibile in questi anni, dunque non abbiamo dubbi che si verificherà questa circostanza”, spiegano i legali Francesco Tagliaferri e Cesare Placanica. Per il momento però la Cassazione ha dichiarato “inammissibile” il ricorso dell’ex estremista che voleva spostare “il luogo di dimora obbligatoria”dal Comune di Roma
a quello di Sacrofano dove vive la sua compagna che lui vuole assistere “in quanto gravemente ammalata”.
Diverso il destino di Salvatore Buzzi. Condannato a 12
anni e 10 mesi, con 7 anni e 3 mesi ancora da scontare, ieri è
stato raggiunto dai carabinieri del Ros a Lamezia Terme –
dove era ospite, autorizzato, di una comunità – ed è stato
tradotto in carcere. I suoi legali nei prossimi giorni presenteranno istanza al tribunale di sorveglianza per ottenere una pena alternativa, possibilmente anche per lui l’affida -
mento ai servizi sociali. “Ha un grave problema di salute
certificato – spiega l’avvocato Piergerardo Santoro – che
speriamo venga preso in considerazione dal giudice. Buzzi
si trovava in Calabria proprio per questo motivo. Si deciderà
nelle prossime settimane”.