Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  ottobre 01 Sabato calendario

Generali, l’affare americano

L’asse della partita tra Mediobanca e Generali si sposta al di là dell’Atlantico. I diretti interessati smentiscono ma, secondo Bloomberg, Generali potrebbe cedere Banca Generali – magari a Piazzetta Cuccia – per finanziare l’acquisto degli asset di gestione patrimoniale di Guggenheim. Uno scenario che accende Piazza Affari, dove i titoli di Mediobanca guadagnano il 6%, mentre Banca Generali mette a segno un +20%; più fredda le reazione del Leone che sale dell’1,26%.
Ufficialmente a Trieste non è in corso alcuna trattativa né verso gli Stati Uniti né tantomeno in direzione Milano, «Com’è già noto al mercato, Generali valuta in maniera continuativa potenziali opportunità di M&A nel perseguimento del proprio piano strategico – dice un portavoce su richiesta della Consob -. Tuttavia, ad oggi non è stata presa alcuna decisione di procedere con alcun tipo di operazione». Eppure, lo scenario «è verosimile» spiega un manager del comparto assicurativo.
D’altra parte era stato proprio Philippe Donnet, Ceo di Generali, a mettere gli States nel mirino spiegando di avere «tre miliardi da investire nel triennio» e che per l’asset management si guardava verso il Regno Unito e gli Stati Uniti. E a giugno, Carlo Trabattoni, Ceo Asset & Wealth Management di Generali, aveva rincarato la dose: «Il nostro obiettivo nel settore del debito dovrebbe aver sede negli Stati Uniti».
L’obiettivo di Generali sarebbe finito su Guggheneim, società fondata nel 1999, che, con sede a New York, gestisce oltre 228 miliardi di dollari di asset: insieme a Generali darebbe vita a un colosso da quasi 800 miliardi di euro, una dimensione simile a quella di Allianz. «Di tanto in tanto, abbiamo richieste e persino discussioni con terze parti che vogliono prendere in considerazione joint venture o che cercano di fare investimenti di capitale nella nostra azienda» ha dichiarato Gerard Carney, portavoce di Guggenheim precisando però che non commenta «queste conversazioni che si verificano di routine, e spesso più di una alla volta». E d’altra parte sui tavoli di Generali ci sono diversi dossier.
A rendere più complessa l’operazione è poi il ruolo di Mediobanca. Se per finanziare la campagna d’America, il Leone fosse pronto a cedere Banca Generali, allora, è il ragionamento di Piazza Affari, Piazzetta Cuccia potrebbe essere tentata farsi avanti. D’altra parte un abboccamento c’era già stato nel 2020, ma Caltagirone e Del Vecchio stopparono l’operazione perché mancavano e condizioni di mercato. Oggi, però, secondo Bloomberg, lo scambio potrebbe tornare d’attualità: soprattutto – è il ragionamento – se Piazzetta Cuccia mettesse sul piatto per Banca Generali azioni del Leone. In questo modo, la partecipazione si trasformerebbe da finanziaria in industriale e contestualmente gli azionisti Caltagirone e Delfin, controllata dagli eredi di Leonardo Del Vecchio, aumenterebbero il loro peso nella compagine assicurativa. Da parte sua, Mediobanca, guidata da Alberto Nagel, scenderebbe nel capitale dal Leone aumentando la propria presenza nel risparmio gestito. Obiettivo, questo, previsto dal piano industriale al 2023.
Ma l’operazione sarebbe tutt’altro che in discesa. Da un lato c’è il nodo delle parti correlate che riguarda Mediobanca e Generali e che passerebbe sotto il controllo del comitato per le operazioni con parti correlate; poi c’è un aspetto tutt’altro che secondario legato alle valute. Con il crollo dell’euro nei confronti del dollaro, qualsiasi acquisizione oltreoceano è più cara del 15% rispetto a un anno fa. —