la Repubblica, 1 ottobre 2022
Una nuova Sissi
Sissi all’infinito. Quasi non si contano le serie dedicate alla principessa Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, imperatrice d’Austria e regina di Boemia e Croazia. Ce n’è anche una versione italiana con Cristiana Capotondi. Allora cosa c’è di nuovo inL’imperatrice,ora su Netflix, per tutti gli spettatori appassionati di drammi in costume e teste coronate? Produzione tedesca, è già stata ribattezzata “la nuova The Crown”: l’influenza di serie in costume ma dal taglio contemporaneo come BridgertoneThe Great, Becoming Elizabeth e
Dickinson si fa sentire.
Non c’è spazio solo per la storia d’amore e per la ribellione alla famiglia, ma anche per la politica e il sesso. La madre di Sisi (con una sola “s” in questa versione, interpretata dall’attrice Devrim Lingnau) è ben lontana dalla mamma affettuosa dei film anni Cinquanta, minaccia di mandare in manicomio la figlia se questa non piegherà il proprio spirito ribelle, di là c’è un padre allergico alle etichette, scapestrato, con performance erotiche che lo distraggono dagli impegni di duca di Baviera. Quando la ribelle Elisabetta incontra l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe (Philip Froissant), il colpo di fulmine tra i due stravolge la gerarchia di potere presso la corte viennese. Dopo ilmatrimonio la giovane imperatrice deve farsi valere non solo nei confronti della suocera Sofia, sovrana interessata al potere fuori e dentro la Corte, ma anche con il cognato Maxi, il secondo in linea di successione che ha sempre vissuto all’ombra del fratello, desidera il trono e non disdegnerebbe anche la cognata. Nel frattempo truppe ostili si radunano ai confini dell’impero asburgico e la rivoluzione è nell’aria. Elisabeth ha bisogno di sapere di chi può fidarsi, e a quanto ammonta il prezzo che deve pagare per essere imperatrice e simbolo di speranza per un’intera nazione.
«Quello che mi interessava di Elisabeth era la dualità del personaggio – spiega la showrunner Katharina Eyssen – la serie la racconta all’inizio come la ragazza impulsiva che non viene presa sul serio perché non è disposta a ricoprireil ruolo che le è stato assegnato; a quel tempo era impensabile preferire scrivere poesie piuttosto che voler sposare un uomo ricco. È proprio questa forza resistente che l’ha resa così attraente fino a oggi. La nostra Elisabeth – continua la sceneggiatrice – è una persona creativa, selvaggia e rivoluzionaria che non appartiene al suo tempo. Nonostante questo, o proprio per questo, un sovrano si innamora di lei». Che di Sissi non ce ne sia mai abbastanza è dimostrato anche dal film Corsage di Marie Kreutzer, con Vicky Krieps che a Cannes ha vinto come miglior attrice nella sezione Un certain régard e che verrà presentato alla Festa di Roma. In questa versione l’imperatrice sta per compiere quarant’anni, l’inizio della fine per una donna di quell’epoca. Sissi si agita, si arrabbia, stupisce la corte. Stretta in quel rigido corsetto che imprigionava la femminilità.