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 2022  settembre 29 Giovedì calendario

Periscopio


Sembra la trama d’un film: i sismografi hanno registrato due esplosioni in profondità nel Baltico e poco dopo sono state avvistate gigantesche bolle di gas sulla superficie del mare a pochi chilometri dalle coste danesi. Buongiorno Rep. di Maurizio Molinari.
Sabotato il gasdotto dalla Russia. Adesso l’Europa è davvero nei guai. Titolo (gongolante) della Verità.
Danimarca, Polonia e Svezia accusano la Russia: «È stato un sabotaggio». Mosca nega e chiede indagini. Il prezzo del gas è subito salito, arrivando a toccare 210 euro. Tonia Mastrobuoni, la Repubblica.
Quasi 3000 persone sono state arrestate a Teheran in oltre dieci giorni di proteste per il caso di Mahsa Amini, la 22enne arrestata perché non portava il velo in modo appropriato e [subito dopo assassinata] dalla polizia morale. Ansa.
Khomeini: Se la veste islamica non le piace, non è obbligata a portarla. Il chador è per le donne giovani e perbene. Fallaci: Grazie, signor Khomeini. Lei è molto educato, un vero gentiluomo, e la accontento sui due piedi. Me lo tolgo immediatamente questo stupido cencio da medioevo. Oriana Fallaci, CorSera 1979.
Possiamo vedere nella legge di bilancio russa per il 2023 che la spesa militare cresce del 40 per cento, a livelli mai visti. [Ma] anche se Putin mette tanti soldi nella difesa, non può mandare i soldati in guerra con i soldi [in tasca]: deve trasformare [i soldi] in armi, ma ha possibilità limitate di comprare quel che cerca. Alexandra Prokopenko, ex consigliera della Banca centrale russa (Federico Fubini, CorSera).
I disordini innescati dalla morte di Amini dovrebbero spingere l’Amministrazione Biden a rivedere la propria strategia in Iran. Finora, la politica degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran si è concentrata sul tentativo infruttuoso di rilanciare l’accordo nucleare del 2015, da cui il presidente Donald Trump è uscito nel 2018. Si tratta di una scelta miope. Karim Sadjadpour, Washington Post (dal Foglio).
L’Ucraina va difesa soprattutto con le armi dall’aggressione del satrapo del Cremlino poiché le guerre si decidono sul campo di battaglia, non con la democrazia parlamentare che vuole negoziare a tutti i costi, anche quando l’aggressore non ne vuole sapere. Carlo Nordio (Tino Oldani, ItaliaOggi).
Gli americani non si opporranno se Kiev deciderà di usare le armi occidentali per colpire le regioni che con i referendum diventeranno parte della Federazione russa. Antony Blinken, segretario di Stato Usa.
I ragazzi che occupano assurdamente il liceo Manzoni (…) contro la vittoria elettorale della destra, invece di scatenare l’inferno delle loro voci per il ritiro dell’ambasciatore italiano a Teheran, devono capire che il loro è un «wokismo» da polizia morale di regime, non una rivolta indignata. Giuliano Ferrara, il Foglio.
Non credetevi eticamente superiori: non lo siete. Pierluigi Battista, HuffPost.
L’altra mattina mi sono svegliato e non so se ho trovato l’invasor, ma di sicuro ho pensato: dopo la Juve in serie B e la Meloni premier, adesso posso dire di averle viste tutte. Quanto mi sbagliavo. Non avevo ancora visto Di Battista esortare Di Maio a prendersi la laurea. Massimo Gramellini, CorSera.
Contrordine, compagni. Giuseppe Conte torna a essere «un fortissimo punto di riferimento di tutte le forze progressiste». Dopo la batosta, i Democratici si sono convertiti. Senza l’alleanza con i pentastellati, addio sogni di gloria, in particolare nel Mezzogiorno. (…) Ora e sempre Campo Largo! Alfonso Raimo, HuffPost.
L’impareggiabile Goffredo Bettini ha [intimato] a «gruppi editoriali e salotti» di non pretendere di scegliere loro il nuovo segretario [del partito]. Potrebbe forse bastare e avanzare lo stesso Conte. Francesco Damato, graffidamato.com.
È passato da Forza Putin a Forza Stalin. Per non essere fatto fuori ha minacciato di fare fuori tutti: «Sono pronto a espellere». La Lega è ormai la nave Diciotti di Matteo Salvini: l’ha sequestrata. Domenica sera, in via Bellerio, lo hanno sentito insultare Fedriga, Zaia e Giorgetti: «Mi hanno fatto perdere». Carmelo Caruso, il Foglio.
Meloni non cede su Salvini: «Non lo voglio, è filo-russo». Titolo della Stampa.
Gli uomini dalle misure energiche, gli uomini davanti ai quali noi non siamo che miserabili moderati, non son già nuovi nel mondo: ogni era di rivolgimento ha avuto i suoi; e la storia c’insegna che non furon mai buoni, se non ora ad accozzare un romanzo, ora a rovinar le cause più gravi dell’umanità. Camillo Cavour, Scritti e discorsi politici.
Dicono che domenica sera Giorgia Meloni abbia chiesto ai suoi di non organizzare festeggiamenti di piazza. Può darsi, ma la verità è che a parte i dirigenti di Fratelli d’Italia non c’era nessuno pronto a festeggiare alcunché. Raramente si è vista una vittoria più fredda di questa: nemmeno qualche colpo di clacson per le strade, una bandiera tricolore, nulla. Amici, stiamo a casa sennò ci scappa qualche salutino romano? Può essere. Ma se invece questo popolo (…) non sentisse il vento della Storia? Che c’è da andare in piazza col 26 per cento? Mario Lavia, Linkiesta.
Penso che ci siano tanti coglioni in Italia. Quando la maggioranza è cogliona, c’è una democrazia cogliona. Oliviero Toscani, La Stampa.
Voglio il tasto «ma senti da che pulpito!» con il sonoro al massimo. Lucy Van Pelt (da una striscia dei Peanuts di Charles M. Schulz).
Ormai è uno stillicidio (…) d’insultatori seriali. [Prendete] Antonio Scurati, professore noto per aver dato alla luce una fortunata trilogia [«M.»] su Benito Mussolini. [Ebbene,] questo «uomo di M.» ha definito Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia «gli eredi di Mussolini». Alessandro Sallusti, come sempre involontariamente comico (Libero).
Un Paese dove non è tanto la serietà dei problemi che preoccupa, quanto la mancanza di serietà di chi dovrebbe risolverli. Roberto Gervaso.