Corriere della Sera, 29 settembre 2022
La guerra nucleare non è inevitabile
Joseph Nye è il professore emerito dell’università di Harvard che ha elaborato il concetto di soft-power, cioè la capacità di una potenza di esercitare una certa egemonia senza coercizione, opposto all’hard-power. Idea poi sviluppata nello smart-power che più o meno è la combinazione di soft e hard. Qualche settimana fa, Nye ha scritto un articolo per il Project Syndicate nel quale si domanda se la guerra nucleare è inevitabile. Domanda attuale viste le minacce evocate da Vladimir Putin in occasione dell’invasione dell’Ucraina. E attuale di fronte al trattato delle Nazioni Unite che bandisce le armi nucleari entrato in forza nel gennaio 2021, approvato da 66 Paesi (al giugno scorso) ma da nessuno dei nove che possiedono ordigni atomici. Dal momento che nessuno dei nove dismetterà il proprio arsenale atomico in via unilaterale perché diventerebbe vulnerabile nei confronti di chi non lo fa, e dal momento che anche uno smantellamento generale è una possibilità remota in quanto la capacità tecnica di ricostruirlo rimarrebbe, Nye si interroga sulle teorie e sui calcoli che da decenni conducono alcuni a sostenere che una catastrofe nucleare è inevitabile. Una di queste dice che se si lancia una monetina, c’è un 50% di probabilità che esca testa, mettiamo catastrofe. Ma se la si lancia dieci volte, la probabilità sale al 99,9%; e la possibilità dell’1% di una guerra nucleare nei prossimi 40 anni diventa del 99% nei prossimi ottomila. Ovviamente, il mondo non funziona così perché le interazioni umane non sono il flip di una moneta. Nel 1963 — nota Nye – c’erano meno probabilità di una guerra nucleare che nel 1962, quando si ebbe la crisi dei missili di Cuba. In quella drammatica occasione, il presidente John Kennedy riteneva che il rischio atomico fosse tra il 33 e il 50%, ragione per la quale cercò un compromesso con il leader sovietico Nikita Krusciov. Il Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse che un gruppo di scienziati elabora per misurare il rischio di una catastrofe creata dalla scienza, oggi ha le lancette a cento secondi dalla mezzanotte, cioè al buio dell’umanità. La realtà è che, oggi, eliminare gli arsenali nucleari non è fattibile ma allo stesso tempo una guerra nucleare non è inevitabile. Lasciare le armi atomiche in mano solo a tipi come Putin sarebbe un suicidio, ma ridurne sempre più il ruolo è un obiettivo da continuare a perseguire.