Corriere della Sera, 29 settembre 2022
L’errore del Viminale nel conteggio dei voti, spiegato
L’errore del Viminale è macroscopico, il caos nell’assegnazione dei seggi è totale. Il meccanismo che ha fatto rientrare Umberto Bossi a Montecitorio coinvolge infatti quasi la metà delle 28 circoscrizioni elettorali della Camera.
Tradotto: c’è in ballo il destino di circa trenta candidati alla Camera, vittime dell’errore di ripartizione dei seggi al proporzionale. Un po’ come in una lotteria. Che a Montecitorio ridisegnerà la mappa degli scranni degli onorevoli. Soltanto alla Camera, però, al Senato c’è un altro meccanismo di assegnazione (è su base regionale).
Attenzione: non c’è qualche partito che guadagna seggi e qualcun altro che ne perde. Il numero dei seggi distribuiti a livello nazionale a ciascun partito è rimasto invariato, in questa prima parte non sono stati fatti errori. La questione riguarda il secondo passaggio della divisione, quello, appunto, che coinvolge il destino dei singoli deputati.
Per capire: Umberto Bossi è rientrato grazie a due seggi riattribuiti alla Lega in Lombardia. Ma questo vuol dire che ci sono due leghisti appena nominati – uno in Emilia e l’altro in Sicilia – che dovranno dire addio alla poltrona di Montecitorio.
Ma come è potuto succedere questo? In sintesi lo abbiamo già detto: è stata sbagliata la ripartizione dei seggi. In termini tecnici funziona così: questa legge elettorale prevede che quando un partito dentro una coalizione prende più dell’1% delle preferenze e meno del 3% (la soglia di ingresso in Parlamento) i suoi voti debbano essere ripartiti dentro la sua coalizione.
Bene: questo secondo passaggio non è stato fatto. L’unico partito che si trovava in questa condizione era +Europa, ma la mancata ripartizione dei suoi voti non è rimasta circoscritta al centrosinistra. Ha innescato una reazione a catena in tutti i partiti.
Adesso è da +Europa che si leva la protesta: non hanno raggiunto il 3%, hanno chiesto il riconteggio rivendicando errori. «Il balletto del Viminale conferma le nostre perplessità, i dati del Viminale sono ufficiosi e il conteggio ufficiale avviene presso le Corti d’Appello», dice Riccardo Magi, presidente del partito.
Ma i «pasticci» non sembrano ancora finiti. Ci sarà da risistemare pure la questione dei subentri ai leader nei collegi plurinominali. Anche qui, un esempio per capire: Silvio Berlusconi ha vinto cinque collegi e ha deciso di cederne quattro ai suoi. Con un dettaglio: questa volta non possono essere i leader a decidere. Ci deve pensare un algoritmo.