la Repubblica, 28 settembre 2022
Il dilemma di noi sinistre
Zic! Zac! Zac! Finalmente il tetto di cristallo si è frantumato, è andato in pezzi! Fino ad ora, le pur rare zuccate che le signore avevano tentato, si erano sempre risolte in bernoccoli e lividi, ma il cristallo era rimasto intonso. Quale evento miracoloso, una testolina bionda di giovane femmina, qualche giorno fa, è sbucata da sotto in su e neanche un graffio, anzi tutta sorridente e pettinata, mentre le acuminate schegge ferivano rivali, maschi, ma anche sodali, pure loro maschi, tutti quanti in preda al terrore. Ci sono state sin dai secoli lontani grandi dame regnanti molto potenti e solitamente crudeli, per dire Isabella la Cattolica in Spagna, Maria de’ Medici in Francia; poi un paio di inglesi il secolo scorso e adesso ovunque in Europa. In Italia sono passati più di mille anni dai tempi di Matilde di Canossa, Malgravia di Toscana, Duchessa di Spoleto e pure Viceregina d’Italia. Ma adesso, l’irrefrenabile Giorgia Meloni ce l’ha fatta, si incorona da sé prima premier donna del nostro Paese; e io anche se in strette gramaglie e pensieri tempestosi, devo confessare che ad averla vista ballare di gioia per la vittoria, come una ragazzina, mi son detta, pensa se al suo posto ci sotterrassero il ghigno di Salvini o la dentiera di Berlusconi! Insomma nel precipizio ci può essere sempre il peggio. E lei è meno peggio perché è donna? Mi pare di aver colto questo pensiero nelle opinione di femministe che in quanto tali immaginiamo di sinistra; non fare scenate in piazza, ma solo augurarsi signorilmente che la miracolata non intervenga sulla legge 194, che da sempre è boicottata, con flebili proteste. Il mio problema personale è che ero piccola italiana sotto il fascismo, ho passato le notti nei rifugi antiaerei, non sono andata a piazzale Loreto, ho scoperto il Pci e tutte le sue sigle sino ad iscrivermi ai Ds e subito fuggire dal casino delle sue correnti suicide: adesso non vorrei morire con l’incubo notturno del ghigno di La Russa o del fantasma della Santanchè che se la conosci la eviti con ogni mezzo. Ma non vedo soluzioni anche perché è già iniziato un voltagabbanismo esagerato, sostenuto dalla sinistra dei social che prima era anti-Draghi e antilettista e adesso sta rinfacciando al frastornato Letta, e solo a lui, gentiluomo, ogni errore madornale di tutti noi.
Non sappiamo cosa ci aspetta e non lo sa neppure la Meloni che ha sue certezze, ma anche un compito immane: non essere punita dall’Europa, né abbandonata dall’America, né silenziata dalla Russia e far contenti gli italiani che da lei pretendono tutto e subito, già dubbiosi ancor prima delnuovo governo. La vincitrice mi pare già pronta a difendersi dagli arrembaggi più pericolosi dei suoi soci, ma anche molto sola, il che forse è meglio per lei e forse anche per noi.
Io sono ferita dalla sua stravittoria, purtroppo meritata, che la democrazia, umiliandosi, le ha consentito. Possiamo solo augurarci che gli attuali vittoriosi, della democrazia ne consentano almeno il fantasma. Sono state le donne di sinistra ad aspirare a quel ruolo e non ci sono mai riuscite perché più soggette alle gerarchie, più in gara tra loro. Nei Fratelli d’Italia nessuna signora ha osato sfidare Giorgia (e del resto neppure lo ha fatto un uomo), che deve aver deciso di diventare la numero uno dell’Italia desolata sin dalla terza elementare, e da allora non ha fatto che studiare da politico di destrissima, che, lo sapeva già, sarebbe stato più facile perché da quella parte si è più abituati ad obbedire, mentre nella sinistra sopravvivi solo se fai le scarpe a qualcun altro. Io non ho mai pensato che una donna premier, anche di sinistra, possa migliorare la condizione femminile. In nessun posto di privilegio è stato fatto, perché il potere non è né maschio né femmina né altro, è solo neutro. Se ci arrivi, non lo comandi più, è lui che ti comanda. Del resto, malgrado le assicurazioni dei maschi, sono state elette al Parlamento non la metà ma un quarto di signore.
Quindi la vittoria di Meloni è che tra i suoi a nessuno è venuto in mente di snobbarla. E noi praticamente orfani di noi stessi? Che si fa? Si va a vivere in un maso chiuso con mucche di sostegno? Si va in piazza a dire la nostra?
Continuiamo a godere guardando gli immutabili talk show che tanto hanno contribuito alla vittoria della destra e magari adesso cercheranno un’audience di sinistra?
Accenderemo il riscaldamento? Si sta zitti? Rimettiamo le mascherine giusto per far dispetto ai patrioti No Vax? Come premier atlantista e con i suoi ministri (li scelga almeno di aspetto non iettatorio), il 7 dicembre presenzierà in abito firmato all’inaugurazione della Scala, con ilBoris Godunof di Musorgskij, che più russo non si può? O lascerà il palco presidenziale al putiniano Salvini? E con la sua famigliola di destra, sui social, sostituirà i Ferragnez che, orrore, non solo sono di sinistra ma sono troppo spesso mezzi nudi e quindi non adatti a rappresentare mamma e papà? O continueremo come se nulla fosse successo a fare e dire quello che abbiamo sempre detto e fatto, che forse è la scelta migliore?