Il Messaggero, 28 settembre 2022
Invecchiare con un cervello giovane
Secondo i dati Istat, l’età media della popolazione italiana si allunga, fenomeno che si associa ad una forte denatalità. La nostra società invecchia e, necessariamente, le emergenze sociali e politiche si focalizzano sul sistema pensionistico, sul finanziamento del welfare e, in modo particolare, sul sistema sanitario.
Un rapporto dell’Onu del settembre 2021 si chiedeva: Aging populations: We are living longer lives, but are we healthier?. In pratica: l’aumento della durata di vita si accompagna anche a una salute migliore? Certamente la longevità è un grande regalo che la Scienza ci fa. Se viviamo più a lungo è perché, grazie alle scoperte scientifiche, invecchiamo meglio superando le insidie dell’età di mezzo.
LE CURE
Andando avanti con gli anni, tuttavia, arrivano le malattie della terza età, cardiovascolari, oncologiche, dismetaboliche, neurodegenerative, polmonari croniche, articolari, ecc. Le donne, in particolare, vivono di più ma l’aumento della longevità la pagano con una peggiore salute.
Un aspetto cruciale del problema è come, in un mondo che vede prolungarsi sempre più la durata della vita, si possa invecchiare conservando intatte le funzioni cognitive, invecchiare con un cervello giovane. Se non vogliamo che i nostri sistemi di welfare collassino di fronte alla pressione di milioni di anziani bisognosi di sempre più cure e sostegno, è necessario un cambiamento delle politiche sanitarie.
I quattro punti schematicamente riportati sotto possono aiutarci. 1) La scienza ci dice che prevenire le malattie è più efficace e meno costoso che curarle. Il primo punto, pertanto, deve basarsi sul migliorare l’attività di prevenzione, grazie ad incrementi degli screening per fasce di età, e su politiche che portino a ridurre abitudini pericolose per la salute (fumo, alcol in eccesso, sostanze illegali, ecc). Un euro speso oggi in prevenzione significa 10, 20 o 100 euro risparmiati in futuro.
GLI OSPEDALI
2) Fare un’azione di informazione continua sui vantaggi legati ai corretti stili di vita. Da qualche anno la ricerca ha segnalato che su questi fattori si può impostare un’importante strategia per vivere a lungo e con un cervello attivo. L’osservazione delle regole elementari della buona salute, come fare attività fisica, mangiare poco e sano, dormire a sufficienza, ridurre lo stress, fare attenzione alla corretta funzione del sistema cardiocircolatorio, può ridurre fino al 35 per cento il rischio di demenza. E questo fa bene, oltre che al cervello, anche al cuore.
3) Fare maggiore attenzione alla medicina di genere, creando percorsi attenti alle differenze, nella manifestazione delle malattie e nelle modalità di cura, tra uomini e donne, con ospedali dedicati. 4) Incentivare investimenti nella ricerca che mirino alla migliore conoscenza delle modalità di prevenzione, diagnosi e terapia precoce, e alle specificità di genere.