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 2022  settembre 26 Lunedì calendario

Luca Argentero debutta a Striscia la Notizia

Disse Enzo Iacchetti, il veterano: «Arriva Luca Argentero a "Striscia la notizia", sarete contente voi ragazze». E così, tutte le orfanelle di Doc, la fiction di Rai1, potranno riempirsi gli occhi con le immagini del bell’attore, versione conduttore, da domani e per una settimana su Canale 5. Una settimana, Antonio Ricci preferisce sempre testare le nuove entrate, vedere come reagisce il pubblico, non ci sono mica solo le donne davanti alla tv.
Argentero a «Striscia» era difficile da immaginare. Lei non sembra esattamente un comico: com’è andata?
«Intanto ciò che mi viene richiesto non è di fare il comico, per quel ruolo lì c’è già il co-conduttore Alessandro Siani. Io caso mai sarò più il clown bianco, e insieme spero che saremo una coppia piacevole per il pubblico. Ed è andata in modo semplicissimo. Ricevo una telefonata secca, senza fronzoli: "Sono Antonio Ricci, vorrei che aprissi la nuova stagione di Striscia la notizia. Poi mi ha assicurato che non sarebbe stato troppo impegnativo, che mi sarei divertito, che una settimana passava in fretta».
Ha mentito, Ricci?
«Beh, dobbiamo ancora cominciare. Ma direi proprio di no. Una settimana è una settimana, e io ho accettato con piacere, sono molto incuriosito».
Dai milioni di ascoltatori di Doc ai milioni di Striscia il passo è breve?
«È un altro passo. Striscia fa grandi ascolti da 35 anni, non ha certo bisogno di me per questo. Ha un valore autoriale indiscusso. Si può essere più o meno d’accordo con il programma, con il suo modo di porsi, ma certo non si può non riconoscere la sua unicità, che lo rende così speciale».
Striscia la notizia nasce nel 1988, lei nel 1978. Siete cresciuti insieme?
«Magari proprio insieme no. Però è un programma che ricordo da sempre, guardavo la tv con i miei e lo intercettavamo. Per me, è come se Striscia fosse sempre esistita».
Ma perché Ricci ha chiamato proprio lei? Perché è bello e piace alle donne?
«Non lo so (ride, n.d.r). Solo Antonio può rispondere. Mi avrà ritenuto adatto».
Interverrà nel copione?
«No, io no. Bastano gli autori».
State provando o vi buttate in onda domani?
«Proviamo eccome».
Si trova bene con Siani?
«Molto bene. Non avevano mai lavorato insieme, ma tra noi c’è una naturale empatia. Siamo su poli opposti, anche geograficamente, un piemontese e un campano».
Ricci punta spesso su questi dualismi. E le Veline? Le piacciono?
«In che senso?»
Le piace il concetto della Velina? Donna oggetto o donna dello schermo ironico?
«Le Veline sono ballerine, sono ragazze che studiano danza, e Striscia è un varietà. Mi sembrano giuste per il ruolo».
Ma Striscia non è solo un varietà, fa informazione, è «la voce dell’intransigenza»: non c’è contraddizione?
«Per fortuna non è un tg. È quello che è: un varietà che fa informazione. In un ambiente sereno, familiare, con persone che lavorano insieme da tanto tempo».
Tornerà a fare Doc?
«Sì, ma ci vuole tempo. Per adesso faccio cinema».
Non c’è il rischio che il pubblico televisivo la identifichi con un unico personaggio, e il personaggio poi la soffochi?
«Ma figuriamoci. Io sono grato al dottor Fanti. È un privilegio aver incontrato un ruolo così amato, è una fortuna. Altro che soffocarmi».
Il suo rapporto con i social?
«È buono, li studio. Li seguo personalmente, ma solo in parte. Instagram è generalista. Twitter un po’ più rarefatto. TikTok è veloce e per i più giovani, si sa. Mi incuriosiscono tutti».
E Facebook?
«Non lo frequento, lo uso come bacheca».
Lei ha fondato ed è vicepresidente di una onlus che si chiama 1Caffè: crede nella restituzione?
«Credo nel potere del dono. Ogni settimana presentiamo un progetto di solidarietà e lo raccontiamo. Noi offriamo solo uno strumento per donare: un po’ di tempo, un po’ di denaro, qualche gesto di affetto. Una specie di metodo. E chi vuole, lo mette in pratica. Scoprendo che donare dà grandi soddisfazioni: farlo capire è quasi una missione filosofica».
Lei è credente?
«A modo mio. Ho fatto le superiori al San Giuseppe di Torino, una scuola cattolica, ma con impronta laica. L’esempio in famiglia è fondamentale, ma io al San Giuseppe ho avuto un bellissimo percorso educativo».
A proposito di famiglia: quando dovrebbe nascere il suo secondo figlio?
«In primavera. Speriamo in una situazione più tranquilla di quando è nata la prima, in piena pandemia».
Il suo rapporto con Torino?
«Sono legatissimo. La mia prima casa. La mia famiglia vive lì, lì ci sono le mie radici. E io mi sento un ambasciatore della sua bellezza».
Domani a Striscia di elezioni?
«Per forza. Ricci sarà felice. Pensi al materiale che avremo. Comunque vada».