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 2022  settembre 25 Domenica calendario

Cosa votano i giornalisti del Fatto Quotidiano

Al Fatto Quotidiano ci piace essere di parte, perché l’importante in un giornale non è apparire (fintamente) neutrali, ma essere onesti intellettualmente. E noi, con tutti i nostri limiti, ci proviamo. E poi, come ha detto giustamente il microbiologo Andrea Crisanti (candidato per il Pd, non esattamente il partito più popolare da queste parti in questi tempi, come capirete da queste pagine) proprio al nostro giornale, non si capisce per quale motivo in Italia se si hanno posizioni politiche segrete si è indipendenti, se sono pubbliche si diventa di parte. Ecco quindi, in ossequio a quella che noi consideriamo una comunità di lettori, un piccolo atlante del voto di molte delle nostre firme principali. Perché non ci piace nasconderci. E se scegliere lo stesso di qualche firma che apprezzate (o l’opposto di chi non vi va a genio) vi convincerà a non astenervi, sarà un bene per tutti. Comunque vada.


PETER GOMEZ
Se bruciano la strega io sto con la strega


In vita mia ho votato di tutto: sinistra, centro e destra. Nel 2018 scelsi il M5S e +Europa. Questa volta pensavo di astenermi. Poi ho cominciato a cambiare idea. Un po’ perché quando tutti vogliono bruciare la strega (Conte), io sto con la strega. E molto perché i 5Stelle oggi appaiono come l’unico grande partito schierato per la legalità, per gli ultimi e per una svolta nella strategia europea sulla pace. Così voterò per loro.


BARBARA SPINELLI
Nel lungo inverno, Conte è promettente


Se questo è il lungo inverno del nostro scontento – disuguaglianze, pandemia, gas razionato, possibile guerra atomica, Europa succube della Nato, assalti mafiosi al Piano nazionale di ripresa e resilienza, libertà ridotte – votare Conte è la scelta più promettente.
Conte ha dimostrato di saper far fronte a questo scontento: sin dai tempi del Covid, della battaglia vinta in Europa sul debito comune, della guerra o pace in Ucraina.


ANDREA SCANZI
Deciderò domenica. Se ci fosse Bersani…


Voterò il meno peggio: entusiasmo zero. Avrei votato Bersani, ma non c’è. E Articolo 1 si è annacquata dentro il Pd lettiano. Quindi: Fratoianni o Conte.
Del primo apprezzo preparazione, passione e molti candidati, ma non mi piacciono Bonelli e l’accordicchio col Pd.
Del secondo ho stima, e i bei nomi non mancano, ma nel M5S ci sono ancora troppe incongruenze e troppi casi umani.
Deciderò domenica.


GAD LERNER
Tentato dal non voto, ma sarò salomonico


“Da anni voto il meno peggio”. “E stavolta?”. “Non si presenta!”. Ecco, mi riconosco nella vignetta di Vauro. Letta e Conte, stabilito che tanto vinceva la destra, ne hanno deciso che per salvare se stessi convenisse dividersi. La tentazione di astenersi è forte: ma poi vedo diffondersi l’incosciente accettazione di un governo sovranista, xenofobo, bigotto e famelico. Allora pensando all’opposizione che toccherà fare insieme, opto salomonicamente per Pd alla Camera e M5S al Senato.


LUCA MERCALLI
Scelgo Europa Verde. È l’ultima spiaggia


Domani voterò nelle urne Europa Verde.
Perché è la sola forza che presenta l’unico programma dove i temi ambiente e clima hanno una posizione prioritaria. Per me è l’ultima spiaggia…
In trent’anni di frustranti avvertimenti su queste criticità climatiche e ambientali, ho visto fallire tutti gli altri partiti.
Non mi illudo che questa sia una soluzione, ma almeno vorrei dare un segnale forte e chiaro.


DOMENICO DE MASI
Sono di sinistra e voto Cinque Stelle


Credo nella contrapposizione tra una destra neoliberista e una sinistra socialdemocratica. Sono di sinistra. I più rappresentativi, sia pure in modi diversi, sono Verdi e Sinistra, Italia democratica e progressista, M5S e Unione Popolare. Voterò M5S, alcune sue battaglie coincidono con le mie (reddito di cittadinanza, salario minimo, riduzione orario di lavoro) e perché è un partito ancora in via di formazione, con un paradigma incompiuto alla cui elaborazione potrei dare qualche contributo.


DONATELLA DI CESARE
Guardo alla pace, con Unione Popolare


In questo momento drammatico, che non ha precedenti nella storia recente, è un imperativo politico votare.
Capisco la rabbia, ma non condivido la scelta di chi si chiama fuori. Gli astenuti possono cambiare le sorti di questo Paese che è altrimenti consegnato alla destra dal miope tatticismo lettiano.
Mi riconosco nel campo della sinistra e, guardando alla costruzione della pace, voterò Unione Popolare.


DANIELE LUTTAZZI
Purché prosegua l’andazzo del cazzo


Voterò chi ha candidato delinquenti e chi ha sostenuto il coinvolgimento bellico italiano in Iraq, Afghanistan e Ucraina, perché voglio che continui questo andazzo del cazzo, premiato da Kissinger.


MARCO LILLO
Chi non vota ha torto. Questa volta meno


Per la prima volta non so se e chi votare. Volevo l’alleanza giallo-rossa ma – per scelta del Pd – l’argine a destra è saltato. Potrei votare M5S, perché Conte ha difeso bene la giustizia, il 110 per cento e il reddito, ma io non ho mai votato M5S perché non credo all’anti-politica e al leader carismatico. Potrei votare il “Cocomero” ma aiuterei i candidati all’uninominale di Pd o peggio Di Maio. Voterò qualcuno alla fine perché chi non vota ha sempre torto. Stavolta però ha meno torto del solito.


NANDO DALLA CHIESA
Il Pd mi rassicura su indipendenza popoli


Questa volta non vado a votare. Così ho pensato un po’ di giorni fa, con malinconia.
Dopo un minuto mi son detto che un cittadino non butta via il suo voto. Si può sempre votare il meno peggio, senza arrivare a turarsi il naso.
Voterò Partito democratico.
Perché mi rassicura su quella che è per me la questione delle questioni da quando ero ragazzo: l’indipendenza dei popoli, senza se e senza ma. Ovvero senza ambiguità.


ALESSANDRO ROBECCHI
Sinistra di classe. Proverò il brivido


Dopo anni di voti proto-utili e para-utili – e alla fine piuttosto inutili – vorrei il brivido di provare un voto senza turarmi nessun orifizio. Voterò quindi per una sinistra di classe – Unione Popolare – perché si possa mettere a verbale che esiste ancora qualcuno che non considera la prospettiva capitalista l’unica praticabile. Corro il rischio, per questioni di soglie e sbarramenti, di non essere rappresentato? Può darsi. Ma evito quello di essere rappresentato da un avversario.


GIANNI BARBACETTO
Opto per i soli che sanno opporsi: 5S


Marilyn diceva: “Le elezioni sono uno spasso perché non si sa mai prima chi vince”. Questa volta invece, a causa di una pessima legge elettorale e di un governissimo che ha fatto volare Giorgia Meloni, lo sappiamo. Allora mi chiedo: chi darà più fastidio alla destra e, insieme, al grande partito dell’(inesistente) Agenda Draghi? Chi non sogna nuove accozzaglie di governo? Chi potrà fare un’opposizione consistente, netta e decisa? I Cinque Stelle, mi rispondo, che l’opposizione la sanno fare.


ETTORE BOFFANO
Per la prima volta Conte. Ecco perché


Voto, per la prima volta in vita mia, 5S. Per due motivi: 1) perché Conte è stato un buon premier durante l’inizio del Covid, quando nessun Paese al mondo, salvo la Cina, lo aveva affrontato, e durante la trattativa in Europa per il Pnrr; 2) perché non posso più votare per quel Pd e per quei suoi alleati di sinistra che hanno deciso di correre da soli, regalando grazie a una legge elettorale infame (e non cambiata) il Paese a una destra che tra i suoi simboli conserva quello del neofascismo.


ANTONELLO CAPORALE
Mi piace Collot, ma forse sceglierò 5S


Il mio voto è figlio di una paura, non di una passione. La paura che la destra al governo, incapace di affrontare la crisi economica, si impegni in una grande opera di distrazione di massa. A Meloni il presidenzialismo, alla Lega l’autonomia differenziata. Tento di individuare, nella disperazione di questo campo largo divenuto camposanto, chi è nelle condizioni di opporsi. Mi piace Marta Collot, mi chiedo se avrà i numeri. Allora mi dico che l’unica alternativa è M5S. Sceglierò in zona Cesarini.


GIOVANNI VALENTINI
Urna disgiunta 5S-Pd contro la deriva…


Nel 2018 ho votato scheda bianca che è al contempo una forma di protesta e di partecipazione.
Ma ora, di fronte al rischio che possano cambiare l’assetto istituzionale e la collocazione internazionale dell’Italia, ho deciso per un voto disgiunto: alla Camera voterò per il M5S; al Senato, per il Pd.
Auspico una riconciliazione fra queste forze politiche, l’unica alternativa all’avanzata delle destre.


PINO CORRIAS
Farò ciò che Letta non ha fatto: 5S+Pd


So benissimo chi NON votare. Un po’ meno chi votare. Visto il filo spinato del geniale Rosatellum, proverei a fare quello che Letta non ha fatto: estenderlo lungo il perimetro del campo largo, depositando un voto al Pd per l’ennesima volta, uno ai 5S, per la prima, senza badare troppo ai nomi, visto che votando a Narni eleggi un disgraziato a Bolzano, ma intanto metti un chip sul salario minimo e sui diritti civili. Aspetterò il disastro allestito con tanta ostinazione. Poi arriverà la pioggia.


MAURIZIO VIROLI
Già votato dall’estero. Ho scartato il Pd


Ho votato due settimane fa come cittadino italiano residente all’estero. Ho escluso il Pd perché, nonostante la presenza di persone che stimo da sempre, ha imbarcato Emma Bonino, Pier Ferdinando Casini e Bobo Craxi e perché Enrico Letta ha rifiutato l’accordo elettorale con Giuseppe Conte, l’unico modo per sconfiggere la destra. Ho escluso i partiti della sinistra più radicale perché, purtroppo, sono penalizzati da questa legge elettorale. Ho scelto i 5Stelle di Conte.


FILIPPOMARIA PONTANI
Un sogno stornello 5S saldi a sinistra


Er zogno mio proibbito: er Cinquestelle /che va a sinistra, e senza più cagnara / parla e se fa capi’ – ’na cosa rara / a sto monno de buggere e gabbelle. / La politica è ’nganni e sciampanelle, / ma se penza a li poveracci, è chiara. / Je danno addosso, al lord de Volturara: / più sfonna e più je vonno fa’ la pelle. / Madre Natura nuda, l’occhio vòto / der giovine che sta senza lavoro, / la maestra de scola, quer cerúsico / stremato, l’operaia anziana, er musico: / a ajutalli ce stanno solo loro.


PAOLO ZILIANI
Non ho altra scelta: voto il Movimento


Credo che in politica, come nella vita, la cosa più importante – la sola che conti – sia aiutare chi è più debole, chi è emarginato, chi è in difficoltà, spesso senza alcuna colpa. La politica sembra averlo dimenticato e la disumanità alla Renzi, per tacere dell’impudenza di quasi tutti, la fa da padrona. Voto dunque il solo partito che sta mostrando di avere, per davvero, un’attenzione ai poveri e ai dimenticati e non solo ai propri interessi: il solo che pare avere conservato qualcosa di cristiano. Voto Movimento 5 Stelle.


PIETRANGELO BUTTAFUOCO
Voto destra, voto donna, voto Meloni


Voto destra, voto in Sicilia e voto donna.
Si tratta di ben tre signore: Giorgia Meloni, Stefania Prestigiacomo e – alle Regionali – Elena Pagana nel collegio di Enna, lista Fratelli d’Italia.


ANDREA VITALI
Un’enorme X: voto tutti, ma tutti tutti


Credo che li voterò tutti. Ma tutti tutti. Dichiarazione di voto che ho già espresso al bar a un amico il quale, sempre in mezzo al mare alle scadenze elettorali, non ha mai votato. Ma mai mai. Gliel’ho spiegato: un’enorme ics tracciata su entrambe le schede. Sulle prime si è un po’ stupito non capendo. Poi però sì. Nella precedente legislatura 1 parlamentare su 3 ha cambiato casacca, con l’enorme ics con la quale voterò tutti ma tutti tutti, ho la garanzia di beccarne almeno uno che terrà fede alla sua bandiera.