Corriere della Sera, 25 settembre 2022
Nella sala bingo tra casalinghe e figuranti tv
Da quando ho chiuso col sesso l’emozione sta tutta qua dentro» dice Angela, 78 anni, vedova da dieci. Precisando: «L’ultimo non è stato mio marito».
Con qua dentro Angela intende la sala bingo del Dubai Palace, Via Tiburtina numero 1136, località Settecamini (due chilometri dal carcere di Rebibbia). «Un mondo di relax e divertimento nella sala bingo più grande di Roma» recita il sito del locale stile casinò, dotato di lounge bar, ristorante, bingo e slot. Aperto dal lunedì alla domenica, ore 11 – orario non stop, pranzo e cena gratuiti.
Se il giorno c’è una prevalenza di presenza femminile, la notte è degli uomini. Adesso che è mattina quindi sono le donne ad affollarsi ai tavoli. Ecco Patrizia, 33 anni, figurante nelle trasmissioni televisive, e Maria, 89, ex sarta. Ludmilla, 42, badante, e Ester, 50, casalinga. Senza dimenticare Stefania, 67, infermiera in pensione (i nomi dei clienti sono di fantasia, reali i fatti).
Dunque non è Angela la più anziana, ma la più assidua. Da Ponte Mammolo viene al Dubai ogni giorno. Entra alle undici del mattino per uscire alle diciotto, riprendere l’autobus, tornare a casa. «La scorsa settimana ho vinto seicento euro» racconta. Clienti e operatori l’hanno applaudita, poi è arrivata Miriam con la torta e le candeline. «Qui si respira un clima di grande affetto, tutti ti chiamano per nome».
La vittoria della scorsa settimana è stato uno dei momenti più belli della sua vita – ricorda Angela. «Sai da quanti anni non festeggiavo il compleanno?» dice. E anche: «Miriam è una brava ragazza, non merita le cattiverie della gente, maldicenze non vere».
Trentadue anni, Miriam è una delle addette di sala. Capelli neri lunghissimi, divisa d’ordinanza, uguale per maschi e femmine: pantaloni, gilet, camicia. Quando passa lascia una scia di profumo. Alcuni giorni si fa le trecce, allora qualcuno, in genere Bruno, dice: fatti tirare le trecce, Miriam. Se un cliente allunga le mani, cosa successa – comunque forestieri, mai clienti fissi – intervengono i buttafuori ad accompagnarlo alla porta.
Il Dubai Palace è la sala bingo più sicura della città, a differenza di altre come il Re di Roma dove una donna che aveva appena vinto è stata scippata, o come la sala di San Paolo dove è stato accoltellato un ragazzo, e perché, quella di viale della Serenissima al Prenestino? Quattro del mattino, tre uomini armati, due neri e un bianco, irrompono nel locale, minacciano le persone, gambizzano un addetto alla vigilanza che prova a reagire.
Un set ideale per girare filmVa detto – precisa Bruno, 79 anni, impiegato Inps in pensione – che la notte è diversa dal giorno. Cambia la clientela, l’età media scende, aumentano le presenze maschili – nel parcheggio macchine di grossa cilindrata. Spesso incontri volti noti, quest’estate Carmen Russo, affermano voci di corridoio prive purtroppo di riscontro – foto rubate o selfie.
Eppure al Dubai persino la notte è sicura, mai accaduti episodi criminali, e questo dall’inizio, dal 2007, grazie al prestigio dei vecchi proprietari: Andrea e Fabiano Valelli, due imprenditori di Guidonia, amati e stimati sul territorio e non solo, con contatti nella politica e nel mondo del cinema, tanto che il Dubai è stato set di numerosi film. Sul sito, alla voce Filmografia, l’elenco: Ovunque tu sarai; Solo – stagione 2; Io sono tempesta; Il contagio. Il Dubai è un’isola di pace – concordano clienti e personale —, un caso abbastanza unico nel panorama delle sale bingo di Roma e d’Italia.
Entusiasmo smorzato da Patrizia: «Qui c’è gente che si gioca l’intera pensione in poche ore, e poi rateizza i debiti». S’incupisce: «Può essere una strada senza ritorno». Vedi Paolo e Giuliana, marito e moglie, rispettivamente di 68 e 66 anni. «Lei ha proprio la malattia del gioco, lui ha chiamato il numero verde, ma niente: finché non è lei a chiedere sostegno nessuno può obbligarla».
Al Dubai il numero verde è scritto ovunque: 800 92112, www.giocaresponsabile.it.
Ulteriore esempio virtuoso di come siano rispettate le regole, al contrario di altre sale bingo in cui pensano solo a farti spendere, a spennarti, fregandosene di chi sei, dei problemi che puoi avere – dice Stefania che di sale ne ha girate parecchie, in Italia e all’estero.
Dove notte e giorno non si distinguonoSai le volte che invece al Dubai il personale e i proprietari hanno consolato gente che aveva perso, arrivando addirittura a regalare soldi, piccole somme, venti trenta euro, per una nuova giocata? Scene a cui Patrizia ha assistito in prima persona, pur venendo di rado, principalmente per ripagare i debiti. L’anno scorso doveva sposarsi con Ettore, bravo ragazzo, impiegato nel settore edile (muratore), piacente ma non bellissimo, d’ideale di bellezza lei aveva in testa sempre il primo fidanzato, e quando l’ha capito mancavano cinque mesi al matrimonio. Ancora non era stato fissato il ristorante, né comprate le bomboniere, il vestito purtroppo sì, quello era stato acquistato, regalo dei genitori. È a loro che oggi Patrizia vuole ridare i soldi, il disastro lo ha combinato lei, se ne assume la piena responsabilità. A voler essere scaramantici: sai la leggenda che porta male farsi vedere dal marito in abito bianco prima del matrimonio? Una sera lei non ha resistito. Urla a Ettore di chiudere gli occhi, quindi entra in salotto: ora apri – dice.
«La sfortuna esiste» commenta Angela. Puoi crederci o no, meglio comunque rispettare i riti scaramantici. Al bingo, in caso di vittoria, devi bruciare la cartella (ecco cosa sono le fiammelle che ogni tanto si accendono ai tavoli). E poi: scegliere sempre la stessa postazione, indossare l’abbigliamento della volta in cui hai fatto una grossa vincita. Mai dimenticare gli oggetti portafortuna come santini e cornetti. Oppure – voltando un cartoncino sul tavolo – «mio marito» dice Angela mostrando la foto del marito morto.
Infine i divieti: non appoggiarsi alle spalle di un giocatore, non incrociare le gambe, mai contare i soldi al tavolo, mai fischiare durante il gioco, né prestare soldi.
Clienti abituali e ragazzi in divisaNel frattempo Ester fa bingo. Il ragazzo di sala controlla, Miriam consegna la vincita sul piattino d’argento: quindici euro.
«Vedi i capelli?» dice Patrizia fissando Miriam. «Parrucca».
In questo luogo dalle finestre oscurate e dalle luci al neon non esiste né giorno, né notte. Un tempo indefinito tra palme e divanetti rossi che la nuova proprietà non ha cambiato. A proposito dei nuovi proprietari, sul sito, alla voce «Chi siamo», vengono definiti «imprenditori diversificati», coloro che, industriali del terziario, «in piena crisi, anziché chiudere i battenti e mandare a casa centinaia di operai, hanno cambiato volto».
Il tutto rispettando le regole e i clienti che è poi il presupposto col quale è nato il Dubai, l’etica dei vecchi proprietari. Indubbio che i Valelli manchino, persone oneste che non meritavano ciò che gli è capitato.
No, non la confisca del locale – sequestro e confisca (2017, operazione Babylonia dell’Antimafia).
Non questa vicenda che oggi nessuno ama ricordare, bensì la tragedia del 2014, allorché Fabiano Valelli, al tempo candidato sindaco per il Comune di Guidonia Montecelio, quota Pd, viene sequestrato con la famiglia da sette uomini armati e incappucciati. Sotto gli occhi della compagna, delle tre figlie, e della domestica, l’imprenditore viene schiaffeggiato, e costretto ad aprire la cassaforte della villa. I malviventi rubano soldi e gioielli per un valore di oltre settantamila euro. L’imprenditore dichiarerà ai giornali: «Molti erano ricordi di mia moglie, morta un anno e mezzo fa». Sfogandosi anche su Facebook: «Il gesto miserabile e vigliacco di cui siamo stati oggetto, io e i miei cari, non merita commenti. Ma, nonostante tutto, continuerò a battermi per i valori in cui credo».
Ancora da venire l’operazione Babylonia che avrebbe fermato la sua corsa a sindaco, e confiscato il locale.
Insomma – ribadisce Bruno – i Valelli mancano, tuttavia il loro spirito permane, lo spirito di famiglia e di solidarietà. Così Angela, che dopo la morte del marito ha vissuto anni di solitudine nei quali nessuno ricordava il suo compleanno, ebbene lei la scorsa settimana, in occasione della vincita al bingo, si è vista consegnare la torta con le candeline.
«Al Dubai ho trovato degli amici» racconta la pensionata, tornando a commuoversi come la settimana scorsa, nel momento in cui in sala è comparsa Miriam con la torta, e lei ha pensato che non fosse sua, doveva esserci un errore, senonché Miriam ha detto no, è proprio per te, Angela. A quel punto lei è scoppiata a piangere, con gli amici che dicevano non piangere, è un giorno felice, e lo era, per quanto non fosse esattamente il giorno del suo compleanno che cade a maggio, ma un modo di festeggiare i seicento euro vinti che lei, per la gioia, ha subito rigiocato.