Corriere della Sera, 25 settembre 2022
Scacchi, Magnus Carlsen è stato battuto con un trucco?
Scacco matto. I due giocatori si alzano e si stringono la mano sopra la scacchiera. Da un lato il campione del mondo in carica, imbattuto da 53 partite, di fronte a lui il meno quotato tra i dieci grandi maestri che partecipano al torneo.
Against all odds, contro qualsiasi probabilità, lo scorso 4 settembre ad alzarsi da perdente dal tavolo della Sinquefield Cup di St. Louis – dove il primo classificato porta a casa 100mila dollari – è proprio il campione, il norvegese Magnus Carlsen che a 31 anni è già considerato il più grande scacchista di sempre. Sconfitto da Hans Niemann, californiano di nemmeno vent’anni per di più partito con lo svantaggio statistico di chi muove per secondo.
L’incredulità per quello che è un vero e proprio ribaltone da annali lascia il posto alle perplessità quando, qualche ora più tardi, il norvegese condivide su Twitter un vecchio video di José Mourinho: «Non parlo, perché se parlo potrei finire in grossi guai», commentava lo Special One per suggerire che la partita a cui aveva appena assistito fosse in qualche modo truccata.
Gli appassionati del gioco interpretano subito il post di Carlsen come un’accusa: il suo avversario avrebbe barato. Sui blog specializzati arrivano immediate le domande e altrettanto immediate le risposte: Niemann si sarebbe fatte suggerire le mosse da un computer, tramite gli impulsi prodotti da un congegno nascosto nelle scarpe (o in zone ben più intime, suppongono altri). A gettare altra benzina sul fuoco dei sospetti è la rivelazione di un giocatore: in passato Niemann ha già vinto barando in due occasioni. Su questo di dubbi non ce ne sono, lo stesso californiano ammette che sì, ha già barato ma il campione del mondo l’ha battuto senza inganni. Ne è convinto, del resto, lo stesso presidente del club che ha organizzato l’incontro.
Passano i giorni, le polemiche si afflosciano. Carlsen accetta di giocare nuovamente contro Niemann in una partita virtuale. I due si incrociano di nuovo il 19 settembre. E lì il numero uno sfodera un perfetto coup de théâtre: muove una volta, poi abbandona la partita e spegne la telecamerina del computer. Si rifà vivo, di nuovo, sui social. Questa volta fa i complimenti al suo avversario, ma non direttamente: «Il suo mentore Maxim Dlugy sta facendo un ottimo lavoro». Ci vuole poco perché un utente ricordi che nel 2017 Dlugy fu bandito dalle competizioni online per aver imbrogliato. Lo scandalo investe il mondo degli scacchi: Carlsen è un campione incapace di accettare una sconfitta, oppure davvero Niemann ha barato? E se Niemann ha barato, per di più in un torneo tanto importante, come si può più credere nel risultato di qualsiasi partita?
Sta di fatto che, per placare gli animi, due giorni fa è intervenuta persino la Fide, la federazione internazionale degli Scacchi, con un comunicato che dà un colpo al cerchio e uno alla botte: prima ammonisce Carlsen – «il tutto si poteva gestire in maniera migliore» – poi sottolinea la «seria preoccupazione» per i danni che chi bara infligge allo sport. Con il risultato di riaccendere le discussioni, con gli appassionati che sostengono chi l’uno, chi l’altro dei due sfidanti.
I quali, nel frattempo, continuano a scambiarsi frecciatine a distanza. Niemann ha garantito di essere pronto in qualsiasi momento a «giocare svestito». Carlsen, invece, ha confermato che tornerà sulla vicenda alla fine di un torneo che si chiuderà oggi: «Spero di poter dire qualcosa di più». Prendendosi così tutto il tempo per ponderare al meglio la prossima mossa.