Corriere della Sera, 24 settembre 2022
Londra taglia le tasse ai ricchi, sterlina a picco
Una manovra fiscale come non si vedeva dai tempi di Margaret Thatcher. Il governo conservatore di Liz Truss, per bocca del cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng (ossia il ministro del Tesoro), ha annunciato ieri un drastico taglio delle tasse con l’obiettivo di dare una scossa elettrica all’economia britannica, ormai in recessione, e avviarla verso un percorso di crescita. Ma il risultato immediato è stato quello di scatenare il panico sui mercati, preoccupati per la tenuta delle finanze pubbliche britanniche.
La sorpresa di questo mini-budget è stata l’eliminazione dell’aliquota più alta sui redditi, quel 45% che scattava al di sopra delle 150 mila sterline: ora anche i più ricchi pagheranno solo il 40%. Allo stesso tempo, l’aliquota base scende dal 20 al 19%: questo però non ha evitato ai conservatori l’accusa di favorire i ceti più abbienti, anche perché l’altra misura altamente simbolica è l’eliminazione del tetto al bonus per i banchieri. Nel 2014, sulla base della legislazione europea, era stato stabilito che i bonus non potessero essere superiori al doppio dello stipendio: ora scatta il «liberi tutti» per i lupi della City. Nella stessa direzione «business-friendly» va la rinuncia ad alzare le tasse sui profitti aziendali dal 19 al 23%, come era stato invece programmato dal precedente governo.
C’è qualcosa anche per gli stranieri in questo mini-budget d’autunno: chi arriva dall’estero non pagherà più l’Iva sullo shopping. Ma ovviamente il grosso delle misure è rivolto alla platea interna: si va dagli sgravi fiscali sull’acquisto della prima casa alla riduzione dei contributi sociali che gravano sugli stipendi dei lavoratori.
È una scommessa enorme e rischiosa quella del governo Truss. Il pacchetto fiscale appena annunciato vale almeno 45 miliardi di sterline (oltre 50 miliardi di euro) e verrà finanziato facendo ricorso a nuovo debito: ma i costi del finanziamento sui mercati, in un contesto di rialzo dei tassi d’interesse, sono subito schizzati verso l’alto e la sterlina ha toccato un nuovo minimo nei confronti del dollaro. Truss e suoi ministri sono convinti che la crescita dell’economia cui puntano consentirà di maneggiare agevolmente il nuovo debito: ma sicuramente i conservatori stanno gettando alle ortiche la loro tradizionale prudenza fiscale.