Roberto Sommella per “Milano Finanza”, 24 settembre 2022
“QUANDO SI INSEDIERÀ IL NUOVO ESECUTIVO AVRÀ POCO TEMPO PER FARE SUBITO TRE COSE: CONTI, SALVA-ITALIA, PARTITE DELLE PARTECIPATE” – “MILANO FINANZA”: “LA PRIMA MISSIONE SARÀ IMPOSTARE LA NUOVA LEGGE DI BILANCIO, DA INVIARE PRIMA A BRUXELLES, CHE DOVREBBE AVERE UNA PORTATA DI UNA VENTINA DI MILIARDI MA CHE DEVE ESSERE CONFERMATA DALLA NADEF. IL SECONDO STEP, UN ENNESIMO PROVVEDIMENTO SALVA-BOLLETTE, PERCHÉ ALCUNI PROVVEDIMENTI ATTUALI HANNO UNA SCADENZA, COME QUELLO SUL PREZZO DELLA BENZINA. IL TERZO CAPITOLO SARÀ SULLE PARTITE ECONOMICHE E FINANZIARIE DA TRATTARE CON UNA CERTA URGENZA: ITA, TIM, RETE UNICA, MPS” -
I prossimi cento giorni saranno pieni di numeri e di promesse. Ma al netto di quello che sarà l'obiettivo del futuro governo uscito dalle urne di domenica 25 settembre, ci sono due bilanci che peseranno molto sulla prossima legislatura e sulla finanziaria del 2023: il conto dei primi otto mesi di guerra in Ucraina e lo stato dell'economia dopo diciotto mesi di esecutivo guidato da Mario Draghi. Leggere le cifre che sintetizzano la bolletta che Vladimir Putin sta imponendo all'Europa e al nostro Paese è il primo esercizio utile perché sarà quello che dovrà fare anche il nuovo inquilino di palazzo Chigi.
Da quel lontano 24 febbraio 2022 in cui le forze armate russe sono entrate in territorio ucraino per quella che lo zar aveva definito «operazione speciale» pensando che fosse una guerra lampo, il mondo è cambiato, ma soprattutto si è abbattuta sulla crescita economica una incredibile crisi delle materie prime. Giova quindi andarsi a rivedere quanto fosse il 23 febbraio il prezzo del gas a megawattora: 88,89 euro, mentre oggi viaggia sui 194 euro (dato del 20 settembre), per un aumento del 118%.
Al netto di tutte le partite finanziarie che sono entrate in gioco nei mesi successivi, del ruolo della borsa di Amsterdam, della Norvegia e dei derivati che scommettono sugli alti e bassi delle commodity, un'analisi grezza e efficace spiega come sia stato possibile che insieme al prezzo del gas siano raddoppiate anche le bollette medie pagate dalle famiglie e dalle imprese italiane. È il nodo cruciale da sciogliere.
La Commissione Europea sta provando ad imporre un tetto al prezzo del gas (che potrebbe essere intorno ai 180 euro a Megawattora), i governi nazionali si muovono in solitudine.
La Francia ha deciso di rafforzare la sua indipendenza energetica ampliando la gittata delle sue centrali nucleari, la Germania cerca di non spezzare ancora il legame che la collega con la Russia e le sue fonti energetiche e già fa marcia indietro sull'abbandono dell'atomo, l'Italia sta provando a rendersi autonoma da Mosca entro il 2024 ma nel frattempo riapre le miniere a carbone e fatica ad imporre agli enti locali i rigassificatori, come il caso di Piombino tristemente insegna. Insomma, se non arriverà presto un nuovo recovery per l'energia, l'unione è destinata a dividersi e quella bolletta di Putin a impattare in modo diverso Paese per Paese.
Non è un caso che Draghi e i suoi ministri, dopo aver stanziato 67 miliardi da inizio anno per sostenere le attività economiche messe sotto stress dal costo dell'energia, ha dovuto varare ben tre decreti legge contro il caro vita, l'ultimo dei quali (di 14 miliardi di euro) a pochissimi giorni dall'apertura delle urne.
Quando si insedierà il nuovo esecutivo, presumibilmente a metà ottobre, avrà pochissimo tempo per fare subito tre cose: conti, salva-Italia, partite delle partecipate.
La prima missione sarà impostare la nuova legge di Bilancio, da inviare prima a Bruxelles, che dovrebbe avere una portata di una ventina di miliardi ma che deve essere confermata nella sua architettura dalla Nadef, il libro programmatico della finanza pubblica che il ministro uscente dell'Economia, Daniele Franco, predisporrà come atto testamentario della sua azione. Il secondo step sarà capire se serve, ed è inevitabile che lo sia, un ennesimo provvedimento salva-bollette, perché alcuni provvedimenti attuali hanno una scadenza, come quello sul prezzo della benzina.
Franco nell'ultima conferenza stampa, ha parlato quasi con un filo di voce di una sorta di tesoretto che si troverà il suo successore a via XX Settembre, ma tutto evidentemente dipende se ci sarà o meno la recessione che tutti temono ma che nessuno ancora vede (chiedere al ceo di Unicredit, Andrea Orcel, per avere conferma) e che non sarà nemmeno messa nero su bianco nelle carte del Tesoro, come Milano Finanza può anticipare.
L'attuale governo nella Nadef inserirà infatti un più 3% per quanto riguarda la crescita del pil nel 2022 e un più 0,5% circa per quanto riguarda l'anno successivo.
Il terzo capitolo del libro delle prime settimane di vita del futuro esecutivo sarà infine quello sulle tante partite economiche e finanziarie da trattare con una certa urgenza (vedere il servizio della pagina che segue): Ita, Tim, rete unica, Mps. Saranno cento giorni decisivi, gli ennesimi, per un Paese sempre in ritardo sul suo futuro.