il Fatto Quotidiano, 24 settembre 2022
In morte di Hilary Mantel (autrice di romanzi sui Tudor)
Si era conquistata la fama in virtù dei suoi romanzi storici ambientati nell’Inghilterra del 1500. Con la sua saga sui Tudor, poi tradotta in una serie tivù, insieme al successo di The Crown, aveva contribuito ad alimentare la febbre collettiva per gli intrighi di corte. Fatalità vuole che Hilary Mantel, morta ieri all’età di 70 anni, segua di pochi giorni la regina Elisabetta.
Scrittrice capace di mettere d’accordo critica e pubblico per lo stile raffinato e il ritmo incalzante delle sue pagine, è stata la prima donna a vincere per due volte – nel 2009 e nel 2012 – il Booker Prize, il più importante premio britannico, con i primi due romanzi della sua saga: Walf Hall e Anna Bolena, una questione di famiglia. Lo specchio e la luce, il terzo volume, è uscito nel 2020 come i precedenti da Fazi. Una lunga immersione dentro il regno di Enrico VIII, con al centro il suo potente ministro Thomas Cromwell, che aiutò il sovrano a divorziare dalla regina Caterina e a sposare Anna Bolena. E che dopo lo scisma anglicano fu spietato nella persecuzione dei cattolici, prima di cadere a sua volta in disgrazia ed essere giustiziato.
Nata nel 1952 a Glossop – studi di Giurisprudenza, risposata due volte con il marito geologo –, Mantel ha raccontato la sua odissea di dolori interiori e fisici nel memoir I fantasmi di una vita. Tredici i libri pubblicati, tra cui uno monumentale sulla Rivoluzione francese. Una passione per la storia unita a un rigore assoluto. Molti dei dettagli sui Tudor provengono dagli archivi, dalle lettere pettegole inviate dagli ambasciatori alle loro corti. Non a caso Mantel aveva dichiarato: “Se io dovessi distorcere qualcosa solo per renderlo più drammatico, sentirei di aver fallito come scrittrice. Bisogna essere in grado di estrarre il dramma dalla vita reale, non mettercelo come la glassa su una torta”.