Il Messaggero, 24 settembre 2022
Salvini vende le maglie del Milan
Prima il colloquio di cinque minuti a piazza del Popolo e poi, da lunedì prossimo, se il centrodestra dovesse vincere le elezioni (come direbbero i pronostici), un vero e proprio patto di governo tra alleati. Certo, per Matteo Salvini il tema è soprattutto come si siederà al tavolo delle trattative: cioè con quali percentuali, quale forza specifica. Perché è chiaro che i numeri, in questo caso, fanno tutto. Stare sopra o sotto il 10%, lontani o vicini da M5S, tenere botta almeno al Nord o perdere terreno anche lì. Il Capitano leghista anche ieri ci ha messo la faccia. Blitz in tv ovunque e una diretta social di quattro ore per «la più grande piazza virtuale», per dire tra le altre cose che «le riforme costituzionali non si fanno a maggioranza. Autonomia già nel primo Cdm», dopo che ieri la Meloni aveva detto di «poterle fare anche da soli, se avremo i voti». Per Salvini la diretta è in un ufficio adibito a «studio improvvisato», con il Credo della Lega sullo sfondo e dietro le spalle le foto della famiglia, una con il presidente della Repubblica Mattarella e perfino l’attestato di benemerenza dell’Avis per il corso di volontariato. Il segretario spera che quei consensi sui social, «sono la vita reale, è stolto chi non la pensa così», si tramutino in voti.
LA DIRETTA WEB
Su TikTok si collegano «dopo sei minuti» in 241mila, poi dopo venti minuti sono 460mila e alle 15,02 l’annuncio del raggiungimento di mezzo milione di like, alle 15,34 sono 600 mila, poi un milione, tre alla fine della giornata. «Ma alle urne servono voti veri», dice uno dei big del Carroccio. Il trend di decrescita dei consensi, osservano dalla Lega, si è fermato, «arriveremo oltre le percentuali del 2018», promette Salvini. Ma l’aria che si respira è di un successo di FdI, un risultato che i dirigenti leghisti hanno già digerito tanto che, si sussurra, in molti anche tra i governatori hanno cominciato a cercare la sponda del possibile nuovo premier. Salvini ha già disegnato la mappa: vicepremier e ministro dell’Interno, alla Lega i ministeri di Infrastrutture, Agricoltura e magari della Giustizia. Ma ed è qui la paura sempre più crescente la Meloni potrebbe decidere in autonomia. E non solo sul dicastero del Viminale. Certo, lì subentra lo spauracchio del 10%, con l’eventualità che in quel caso Salvini poi possa trattare sulla composizione del governo e poi fare un passo indietro sulla segreteria. Magari per farsi rieleggere, considerato che al momento un suo sostituto non c’è. L’ex ministro tra un caffè ed un altro porta a spasso incoraggia ai suoi mentre sul territorio si registra ancora qualche malumore. «C’è un 30% di indecisi, forza ce la possiamo fare», scrive sulla chat interna dei gruppi. Poi sui social interagisce con Leo, Benny, con Paolino il Mandarino, con la Gang del bosco di Bracciano. Snocciola dati «alla faccia di chi ci vuole male». «Ciao bro», lo saluta uno. «Giochiamo a Fortnite?», la richiesta di un altro. «Non sono capace», la risposta. Matteo poi intona i cori da stadio del Milan, mostra la maglietta di Baresi e la mette all’asta insieme a quella di Ibra in cambio di aiuti per le Marche. Le apparizioni dei governatori Zaia e Fontana e del ministro Giorgetti fanno da cornice alla «casa del grande fratello leghista» che tra un commento e l’altro («Tornerei ad un tetto massimo di tre stranieri nel nostro campionato») si collega con Lampedusa e spiega i programmi della Lega. Dalla flat tax alla rottamazione delle cartelle. Dall’immigrazione a pene più severe per chi maltratta i cani. «Accendiamo la luce dopo le tenebre del Pd. Sono pericolosi per l’Italia», dice in un video, con al collo il crocifisso di legno. Ce la mette tutta, si fa scivolare anche gli insulti. Perché oltre gli incoraggiamenti arrivano pure le offese. «Scemo», «Non ti voto». Batte le mani: «Sei un simpaticone Hai dato un senso alla tua giornata. Un contributo neuronico». Poi gli si illumina il viso quando si appalesa da un piccolo schermo il figlio Federico, 19 anni: «In questi giorni il tempo a disposizione per noi si è ridotto, ma sappiamo che sei mosso da una grande passione politica per darci un futuro migliore. Quest’anno per la prima volta potrò dire la mia. Ti auguro buona fortuna e magari domenica ti voto». «Carramba, che sorpresa», la reazione del papà, «che bel regalo, mi hai emozionato». Il vero regalo lo aspetta per domenica.