23 settembre 2022
L’ambasciatore russo pubblica le immagini con i politici italiani: «C’è molto da ricordare»
ROMA Torna a fare discutere l’ambasciata della Federazione Russa in Italia. Dopo le polemiche dei mesi scorsi, e la convocazione alla Farnesina dell’ambasciatore, questa volta la sede diplomatica che fa capo a Mosca ha pubblicato sui suoi canali social una galleria fotografica che immortala il presidente Vladimir Putin e diversi esponenti politici italiani, fra cui alcuni coinvolti nella campagna elettorale per il voto di domenica.
La galleria è intitolata «Dalla storia recente delle relazioni russo-italiane. C’è molto da ricordare». Una foto mostra il capo dello Stato russo durante la sua ultima visita in Italia a Villa Madama, nel 2019, al ricevimento con l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, e Luigi Di Maio, ai tempi titolare del Lavoro. Nelle altre foto, invece, Putin appare, di volta in volta, accanto a Enrico Letta, Silvio Berlusconi – con cui vanta un rapporto storico – Sergio Mattarella, e all’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Altre immagini mostrano il presidente russo al fianco degli allora premier Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, oltre che con Massimo D’Alema. Nella galleria, poi, è presente anche una foto dell’agosto 2021 che mostra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov con il presidente del Consiglio, Mario Draghi.
L’insieme della scelta, sia delle foto che del testo che le accompagna, danno adito a diverse interpretazioni. Qualcuno ci legge una provocazione, o una velata minaccia, nei confronti di una serie di politici italiani, come se Mosca fosse custode di segreti che finora non ha mai diffuso. Ma la scelta dell’ambasciata russa si può leggere anche come un segnale diverso, almeno così lo vedono alcuni nostri diplomatici: semplicemente una sorta di lamentazione, a sottolineare che un tempo c’era la fila per avere un incontro con Putin e invece oggi è cambiato tutto.
«Sono stato da Putin a Mosca in visita di Stato, lui è venuto in Italia. L’ho incontrato sempre come rappresentante del popolo italiano. Quando ho smesso l’incarico, nonostante un rapporto cordiale che era stato costruito, ho sempre pensato che non fosse un rapporto personale. Tant’è che dopo allora non ho mai cercato Putin, mai parlato col suo entourage e neppure con l’ambasciata», commenta l’ex premier Giuseppe Conte.
«Credo che il problema della Russia oggi non sia il post dell’ambasciata russa in Italia ma sia ciò che ha detto Putin in queste ore, che pone un problema internazionale. Il problema è come risponderà la comunità internazionale all’escalation: l’escalation verbale c’è già, cerchiamo di lavorare per evitare l’escalation politica», è il commento di un altro ex premier, Matteo Renzi.
«È evidente il tentativo, a quattro giorni dal voto, di fare di tutta l’erba un fascio veicolando il messaggio che questi partiti italiani sono tutti uguali, anche nei rapporti con Putin! Non è così», dichiarano Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta dei Radicali italiani. «Nella fattispecie – continuano – c’è un solo partito italiano (la Lega), il cui segretario Salvini ha firmato a Mosca il 6 marzo 2017 un accordo di collaborazione fra il suo partito e Russia Unita, il partito personale di Putin».
A giugno l’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov, aveva fatto perdere la pazienza al nostro governo ed era stato convocato al ministero degli Esteri. Allora, nel corso del colloquio con l’ambasciatore Ettore Sequi, segretario generale della Farnesina, era stato chiesto conto di diverse dichiarazioni ritenuti gravi, inopportune, necessarie di un chiarimento: dalle parole, sin troppo leggere, condite anche con un pizzico di ironia, rilasciate nel giorno della Festa della Repubblica, con Razov piccato per non essere stato invitato alle cerimonie da parte del capo dello Stato; sino alle dichiarazioni contro i media e i giornalisti italiani accusati di fare disinformazione contro il sistema di interessi del governo russo, e infine contro i politici italiani, dei quali il diplomatico mise in dubbio «la moralità». Ieri un’altra piccola puntata: un collage di foto da interpretare.