La Stampa, 23 settembre 2022
La nautica cresce del 31%
Con la moda è uno dei settori più rappresentativi del Made in Italy. E in effetti la nautica, che trova la sua massima espressione nel Salone Internazionale che ha aperto i battenti ieri a Genova, può vantare numeri eccellenti. La produzione è cresciuta del 31%, toccando i 6 miliardi e 110 milioni con 27 mila addetti diretti che diventano 90 mila grazie all’indotto. L’export lo scorso anno ha superato i 6,6 miliardi di euro e nei primi sei mesi di quest’anno siamo già a quota 3,7 miliardi. «Siamo il settore che in percentuale è cresciuto più di tutti», dice Saverio Cecchi, presidente di Confindustria nautica, parlando durante la cerimonia di inaugurazione. Accanto a lui il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, il sindaco di Genova Marco Bucci, il governatore della Liguria Giovanni Toti, i ministri delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, e del Turismo Massimo Garavaglia. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, si è visto invece nel pomeriggio in visita privata.
Dopo essere stato lo scorso anno, a causa della pandemia, l’unico Salone ad aprire in Europa, in questo 2022 il Nautico di Genova, edizione numero 62, sfodera numeri super. Più di 200 mila metri quadri espositivi, oltre 1.000 barche tra acqua e terra, 998 brand presenti a conferma dell’appeal internazionale, 168 novità in esposizione, 42 aziende che non hanno trovato spazio e si sono già candidate per l’anno prossimo, i tre big Sanlorenzo, Ferretti e Azimut con la nuova banchina F a disposizione.
Dunque espositori e spazi lievemente cresciuti (il 5,2% in più in acqua) a dispetto della convivenza con il cantiere per il Waterfront di Levante, ridisegnato dall’architetto Renzo Piano, che già a partire dal prossimo anno però restituirà all’esposizione nuove darsene, spazi espositivi a terra, hotellerie, servizi e parcheggi.
A frenare gli entusiasmi è il presidente di Confindustria: «Oggi la nautica italiana è leader dal design degli scafi agli interni e nell’adattarsi alle nuove tecnologie. Se tutti i settori dell’economia italiana procedessero in questo modo sarei più tranquillo, ma purtroppo non è così – sostiene Bonomi – Oggi subiamo la rapida salita dei prezzi energetici e delle materie prime e le conseguenze della guerra in Ucraina. È la tempesta perfetta. C’è un rallentamento dell’economia europea. Veniamo dal record del 2021 dell’export e dalle buone performance nei primi sei mesi del 2022. Ma l’economia sta frenando. Sono peggiorati gli indicatori, anche i giudizi Istat sugli ordini. Si riducono i consumi delle famiglie. Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo, ma le imprese italiane non sono invincibili».
Non può mancare un accenno alle elezioni. Con il prossimo esecutivo, insiste, intende discutere di «finanza pubblica, piano ripresa, mercato lavoro, sanità, pensioni, e dei due milioni di italiani che operano in settori in cui non si rispetta il contratto di lavoro».
Il ministro Giovannini replica che il solo Mims ha varato 295 decreti attuativi in 18 mesi: «Non si possono aspettare anni per le normative». Agli imprenditori del settore annuncia che è pronto il regolamento della nautica, atteso da tempo (ma manca il concerto delle altre amministrazioni coinvolte)». E intanto boccia l’idea di un ministero del mare: «Non ci credo per niente». —