il Fatto Quotidiano, 23 settembre 2022
Santa Casellati in pellegrinaggio per la Lucania
Inviato a IRSINA (Matera). Nel nome del padre, del figlio… In un amen Maria Elisabetta Alberti Casellati, la più illustre paracadutata d’Italia, ha scoperto la Lucania e quando le hanno riferito che il suo seggio, che quaggiù è dentro un bel fortilizio elettorale, sarebbe stato tra le Dolomiti lucane e la Piana di Metaponto, ha iniziato un imprevisto ma pur sempre straordinario percorso di fede. Tra voto ed ex voto, comizi e preghiere, magari anche suppliche alla Madonna e inviti ai fedeli elettori a non fare colpi di testa e confermarsi gli amici di sempre, se tutto andrà a buon fine si festeggerà un grandissimo raccolto. “È una terra meravigliosa, sono onoratissima, voglio scoprirla pezzo per pezzo, in un tour che mi vedrà ovunque”.
La senatrice aveva visto la Lucania molte volte in tv, di meno da vicino. Però aveva conosciuto la bellezza esplosiva di Matera, “e sono ritornata con grande piacere”, ha detto quando ha visitato i Sassi, la pietra preziosa di questa terra chiusa a est dalla Puglia e a ovest dalla Campania. Ma nulla o ancora troppo poco sapeva del resto. “Straordinari i calanchi di Aliano”, il paese di Carlo Levi, il luogo della genesi del Cristo si è fermato a Eboli, il grande affresco sulla crudele, povera e sudicia vita dei contadini del Sud, e della grande Piana metapontina, la cattedrale della Magna Grecia. Ma Casellati ha iniziato, come un’escursionista impegnata in una grande prova di fede, cimentandosi appunto coi riti e gli appuntamenti di questa estate luminosa e calda. “La patrona di Irsina è sant’Eufemia, lì con una scultura del Mantegna!”. E quando si è spostata verso i territori del Vulture, luoghi di gran vino, ha scoperto la magniloquenza dei riti rurali: “Partecipando ad Avigliano alla processione della Madonna del Carmine, meta di un pellegrinaggio da ogni parte della Regione”. O Bernalda, devota a San Bernardo da Siena. Diciamo subito che Forza Italia ha utilizzato per lei il miglior paracadute che aveva in casa, il quadrante elettorale a prova di ogni possibile insidia giacché gli avversari, divisi qui per tre e in porzioni quasi equivalenti, non possono matematicamente competere. “Eppure, se fossimo stati meno screanzati – dice Salvatore Adduce, esponente materano del Pd – le forze ci sarebbero state per mutare di segno. Persino in queste condizioni sciagurate vedo al proporzionale buone chance per i 5S, qualcosa anche per noi del Pd”.
Il vento, pure in Lucania, soffia meno impetuoso per il centrodestra e adesso spera nel colpaccio Marcello, il più giovane dei fratelli Pittella, trasformati da pilastri democratici ad azionisti (qui da intendere in senso proprio e metaforico), della squdra di Carlo Calenda. Pittella è un acchiappavoti, ma il salto in alto è suggestivo, ma fuori dalla sua portata. Chi rischia di perdere posizione – infiacchita sia da Pittella che da FdI – è Forza Italia, l’anello debole della coalizione. Perciò il paracadute della Casellati è fantastico e lei, bisogna dirlo, non lesina sforzi e appunto cerimonie e, nella spinta all’integrazione col genius loci, tante preghiere. A Viggiano la meravigliosa processione “per la Madonna Nera, un rito così tanto vissuto dalla gente del posto”. E a Tursi “una grande petizione alla Madonna dell’Angiona” e a Pescopagano a riverire Santa Maria dell’Assunta. Forte, fortissimo spirito cristiano e nessuna rievocazione alla vita lussuriosa e gaudente di Silvio Berlusconi che, ai tempi, anche qui faceva strage di voti.
La Lucania, come tutt’Italia, registra il travaso dei consensi da un polo all’altro del centrodestra. Regione piccina (400mila abitanti), con una duratura tradizione familiare, l’inclinazione al coagulo familistico delle amicizie e dello scambio utile dei voti, oggi vede la Lega, fino alle scorse elezioni primo partito, svuotarsi ogni giorno di più. Il sindaco di Viggiano e suo fratello, presidente del consiglio regionale, salutano Salvini per darsi un nuovo contegno meloniano. In Fratelli d’Italia gli ingressi sono numerati e il saldo di questa enorme boccata trasformistica non sembra essere attivo. “Altre due settimane e i 5stelle avrebbero insidiato alla grande anche la forza della Meloni – analizza Rocco Vincenzi, grande conoscitore dei flussi –. Sbaglia chi pensa che sia tutto merito del Reddito di cittadinanza. Conte è stato aiutato in questa rimonta dalla scelta di Beppe Grillo di confermare il limite del doppio mandato. È stato visto come un impegno mantenuto, una forma di serietà nella relazione col proprio popolo. Poi la scissione di Di Maio ha fatto il resto, ripulendo il Movimento dalle gelosie e dalle competizioni interne. Si diceva di Prodi e della sua gran fortuna. E allora di Giuseppe Conte cosa dovremmo dire?”. Al Mezzogiorno il vento si è trasformato improvvisamente in burrasca. Perciò è ancor più apprezzabile l’aria ferma e calma che ai piedi dei santuari, lungo i crinali delle montagne del petrolio (da Corleto Perticara a Viggiano), a quelle del Vulture, Maria Elisabetta Alberti Casellati sta respirando. E amen.