la Repubblica, 22 settembre 2022
A messa con il giaccone. I preti spengono luci e riscaldamenti
C’è chi ha già preventivato che riscalderà di meno la chiesa, chi tira fuori le stufe a legno, chi abbasserà le luci. Qualcuno arriva a chiedere aiuto ai fedeli, o a pubblicare sui social la bolletta. Ma per la maggior parte dei parroci italiani il caro-energia alle viste preoccupa soprattutto perché inciderà sulle persone povere, che già oggi si rivolgono alla Caritas per chiedere aiuto. Don Ignazio Serra, parroco di Santa Sofia a San Vero Milis (Oristano) ha spento il campanile: «Smorzando le luci vogliamo accendere i riflettori sulla gravissima situazione che devono affrontare le famiglie, le aziende, i negozianti, gli artigiani, i pensionati», spiega. La politica, sostiene, si deve muovere: «L’inflazione mette tutti in ginocchio, parrocchie comprese: viviamo di offerte, come possono i fedeli dare un euro se non ce l’hanno neanche loro?».
L’apprensione travalica le mura della canonica e arriva sui social. Don Andrea Rosati, parroco di San Vincenzo Ferrer, a Monte Marcone di Atessa (Chieti), ha pubblicato su Fb la bolletta della luce, suscitando qualche polemica. «Ho voluto solo sensibilizzare la comunità parrocchiale anche in previsione dei mesi invernali». A Scampia, Napoli, don Alessandro Gargiuolo ribalta la prospettiva: «La gente è molto generosa però ha le sue difficoltà, e siamo spesso più noi a dover aiutare la comunità, non viceversa», spiega il parroco di Maria Santissima del buon rimedio. Le bollette? «Mi preparo a qualche sorpresa, ma quel che mi preoccupa sono le famiglie».
Problemi diversi a Longarone (Belluno). La parrocchia è in cemento a forma di onda, per richiamare il dramma della diga del Vajont. «Già è difficile da riscaldare in tempi normali», spiega il parroco: «Faremo la messa feriale in una cappellina più piccola e la domenica chiederemo ai fedeli di vestirsi più pesanti», prosegue don Augusto Antoniol. Ma il sacerdote non pensa di chiedere aiuto ai parrocchiani: «Le bollette sono care per tutti non solo per noi: chiederemo magari alle istituzioni, alla Chiesa, al Comune…».
I costi di manutenzione delle chiese sono alti fin dentro il Vaticano. «Immaginatevi cosa voglia dire rendere accogliente un luogo ben illuminato quando arrivano certe bollette», ha detto frà Agnello Stoia, parroco della basilica di San Pietro. E a Roma il Vicariato ha avviato un dialogo con i fornitori di elettricità e gas per perorare la causa di parroci che gestiscono grandi strutture, in particolare in zone disagiate, offrendo servizi pastorali e sociali al territorio. C’è stato un primo incontro promettente per cercare di calmierare le bollette. La diocesi, inoltre, ha un ufficio apposito che assiste le parrocchie nella transizione ecologica, aiutando a sostituire vecchie caldaie e incrementare i pannelli solari. Non è escluso, poi, che un aiuto, al Laterano come ad altre parrocchie in tuttaItalia, arrivi dalla Conferenza episcopale italiana, così come è già avvenuto durante la pandemia. A Milano da alcuni anni le parrocchie hanno creato la rete del Gad (Gruppo di acquisto diocesi) per acquistare energia e gas a prez zi vantaggiosi. «Siamo preoccupati né più né meno di tutti gli italiani», taglia corto don Alberto Vitali, parroco di Santo Stefano Maggiore. Il sacerdote è responsabile diocesano della pastorale dei migranti e nota che gli immigrati «ne hanno passate talmente tante in vita loro che sono più resilienti». Quanto alle offerte, «se la gente avrà meno soldi forse metterà qualche cosa in meno, ma nei limiti del possibile farà come ha fatto finora».
Qualche sacrificio può fare bene all’anima: in Franciacorta, don Claudio Paganini è impegnato da tempo a favore dell’ambiente. Ispirandosi all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, il parroco di Cellatica (Brescia) ha messo illuminazione a led, invita i fedeli a ridurre gli sprechi, ha già ridotto il riscaldamento e, ora, ha annunciato, nei giorni feriali dimezzerà l’illuminazione in chiesa. «L’esempio è più educativo che fare tante chiacchiere sull’ambiente», commenta. E se i parrocchiani hanno freddo? «Magari – dice sornione— accorcio un po’ la predica».