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 2022  settembre 22 Giovedì calendario

Il primo volo con un equipaggio di sole donne nella storia dell’aviazione civile italiana

È un altro tassello che dice «ci siamo». E un po’ stupisce sia ancora necessario sottolinearlo oggi dopo tanti primati inanellati nel tempo nel mondo del volo, ogni volta registrati con diligenza e meraviglia dalle cronache, da Fiorenza De Bernardi prima pilota di linea italiana nel neanche tanto lontano 1967 per arrivare oggi a Samantha Cristoforetti, pilota militare e astronauta, prima donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale. «Forse si stupiscono di più gli uomini» scherza Donatella Ricci, manager di Leonardo, istruttrice di volo e referente dell’associazione Donne dell’aria, 250 iscritte, commentando la notizia del primo volo di un Boeing 747 con un equipaggio di sole donne nella storia dell’aviazione civile italiana, decollato l’altro giorno da Malpensa direzione Seul per la compagnia Cargolux. Lei, astrofisica con il record mondiale di altitudine con autogiro (una specie di piccolo elicottero), non è affatto stupita: «Nel mondo del volo le donne sono in crescita, tantissimo nel settore diporto, ma anche nel militare, nei voli di linea, in Italia ci sono anche quattro pilote di canadair – spiega Ricci – insomma, una crescita lenta, ma costante, anche se siamo lontani dalla parità e saremo a posto quando non si stupirà più nessuno, parlare di gender equality fa sempre bene». Lo scorso anno gli occhi erano puntati sul volo 176 di Air India: il più lungo commerciale non-stop, 17 ore di viaggio San Francisco-Belgalore, effettuato da una compagnia indiana, a bordo del Boeing 777 la comandante Zoya Ahharwal e la copilota Thammei Papagari. Oggi dalla foto diffusa da Cargolux sorride la comandante Paola Gini, 46 anni, origini friulane, una casa nel Novarese e viaggi interminabili a portare nel mondo guanti e mascherine durante i mesi più lunghi della pandemia. Dopo la scuola di volo a Sanford e quella di Alitalia, ormai dal 2012 è lei, in Italia, la prima e al momento l’unica comandante donna di B747. La differenza è che stavolta al suo fianco in cabina c’era una collega: Vivian Allais, piemontese di 40 anni, innamorata del volo fin da bambina, da quando suo padre prese il brevetto per pilotare l’elicottero. Prima gli studi linguistici, poi la domanda come assistente di volo, il brevetto da ultraleggeri, la gavetta, pilota per il trasporto passeggeri, da un anno sul “Jumbo”. E se di equipaggi di sole donne, sui voli di linea d’Europa, a ben vedere ne sono già decollati parecchi, assistenti di volo comprese, per l’Italia questa è la prima volta che si tratta del Boeing 747, il gigante dei cieli. «Bello, ma tardi» commenta Gregory Alegi, docente di Storia dell’Aeronautica, riflettendo sul fatto che nel resto del mondo suona tutt’altra musica: «Negli Usa è piuttosto normale – racconta –, spesso si spostano nel settore civile dopo la carriera militare. In Russia sono molte perché il settore è stato a lungo statale». E in Italia? «L’Aeronautica militare ha aperto alle donne nel 1999, oggi ci sono pilote di caccia, canadair, istruttrici. Non numeri enormi però» spiega, facendo anche lui il nome di Samantha Cristoforetti, «all’esame le diedi trenta». Ma le percentuali delle pilote donne resta bassa, intorno al 10% secondo le stime del sindacato Anpac tra i suoi iscritti: «È più frequente nelle compagnie recenti, Easyjet, Ryanair, dove l’età media è più bassa e c’è più turnover – precisa Danilo Recine, coordinatore nazionale dei piloti per il sindacato – e ci vuole tempo, scontano un gap temporale, ma la crescita è consolidata». Ed è una crescita che si basa sulle battaglie del passato, «io ne avevo fatto una missione» confida Anna Paola Lippolis, primo ufficiale pilota, ora a riposo dopo 37 anni di volo. Oggi ha 60 anni ed è diventata pilota di linea nel 1990 in Alitalia dopo aver iniziato da assistente di volo. «Io volevo fare la pilota, erano gli anni Ottanta e nessuno mi ascoltava, così con Fiorenza De Bernardi abbiamo fatto una vera e propria battaglia, lei con la sua esperienza, io con la freschezza dei 25 anni. Abbiamo mosso i giornali, fatto interviste a colleghi e passeggeri per convincere l’azienda, perfino un’interrogazione parlamentare – racconta –. E poi durante un convegno organizzato a Roma con donne pilota di tutto il mondo, Alitalia ha aperto anche a noi». Era il 1988, il giorno più bello: «E ora, che dire, questo settore è ancora una sfida. E sicuramente portare un Boeing 747 su quella tratta è impegnativo, ha tante difficoltà legate alla durata, all’aspetto meteorologico, una tratta complessa. Ma conferma che non è questione fisica, oppure, lo scriva, di supponenza. Baronie ce ne sono ovunque, nel nostro settore come in altri, ma è un nuovo tassello. Il punto è un altro». Quale? «I ruoli di comando, finché non ci saranno molte più donne anche lì, saremo sempre minoranza». —