ItaliaOggi, 22 settembre 2022
I sauditi scoprono l’oro
In Arabia Saudita l’oro cambia colore. Da nero a giallo. L’agenzia di stampa saudita Spa ha rivelato che lo scorso giovedì il Saudi geological survey ha scoperto nuovi giacimenti d’oro nel paese del petrolio lungo i confini dell’Aba Al-Raha, nella regione di Medina. Si tratta di un quantitativo tale da attrarre potenziali investitori locali ed esteri per un giro d’affari da mezzo miliardo di euro.
Secondo l’emittente televisiva Al Arabiya, che ha contattato alcuni esperti, il rinvenimento, che oltre all’oro riguarda anche il rame, dovrebbe generare circa 530 milioni di dollari, più o meno lo stesso corrispettivo in euro, creando 4 mila posti di lavoro per le operazioni di estrazione. L’oro di Medina, inoltre, contribuirà alla crescita del settore minerario del regno, in linea con gli obiettivi stabiliti dalla Vision 2030 del principe ereditario Mohammed bin Salman, che intende guidare il paese verso un’economia diversificata post-petrolifera.
Lo scorso luglio il ministro saudita dell’industria e delle risorse minerarie, Khalid Al-Mudaifer, ha affermato che nel 2021 l’Arabia Saudita ha attirato più di 8 miliardi di dollari di capitale estero diretto nella sua industria mineraria, a seguito dell’approvazione della legislazione che incentiva gli investimenti nel comparto.
All’inizio del 2022 il paese arabo ha annunciato che stava cercando di attrarre 170 miliardi di dollari di investimenti nel suo settore minerario entro la fine del decennio. Tuttavia il ritmo dello sviluppo e dello sfruttamento delle miniere è stato lento da quando Riyadh, nel 2018, ha rivelato che i minerali del regno valevano circa 1,3 trilioni di dollari.
Sono diverse le società saudite e straniere che nell’ambito dei conglomerati si contendono la licenza per il sito minerario di Medina. Il mese scorso il ministro Al-Mudaifer ha annunciato di aver prequalificato 13 offerenti per la licenza di esplorazione del sito di Umm Al-Damar, che copre un’area di oltre 40 chilometri quadrati e comprende giacimenti di oro, argento, rame e zinco.
Non c’è solo l’oro giallo. Il volume della produzione annuale di concentrati di rame e zinco dell’Arabia Saudita ha raggiunto 68 mila tonnellate e circa 24,6 milioni di tonnellate di minerale fosfato, che viene lavorato per produrre circa 5,26 milioni di tonnellate di fertilizzanti fosfatici, in un momento in cui il paese è tra i primi cinque produttori al mondo.
Il minerale di rame, invece, è stato scoperto in quattro siti nell’area di Al-Madiq, sempre a Medina, e le loro esposizioni rappresentano potenziali promettenti per speciali giacimenti di rame, dal calcocite ad alcuni minerali secondari di carbonato di rame.La scoperta è arrivata in un momento in cui il commercio dell’oro tra Emirati Arabi Uniti e India ha perso smalto, con le importazioni di agosto dal paese dell’Asia meridionale che sono calate del 50%. Si dice le cause siano l’aumento del dazio del 2,5% sulle importazioni da parte del governo indiano e l’ammorbidimento dei prezzi a livello internazionale. Ora, forte del nuovo giacimento scovato dal Saudi geological survey a Medina, Riyad potrebbe insediare Abu Dhabi e iniziare a esportare l’oro giallo a Nuova Delhi.